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Seine-Saint-Denis : un altro sguardo sulla banlieue parigina

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CulturaPolitica

Che cosa succede dall’altra parte del selciato? Molti parigini ci si recano solamente per le partite di calcio allo Stade de France, i giornalisti sanno solo parlare della violenza urbana. E poi? Se attraversiamo la linea periferica possiamo tastare con mano questi problemi, ma possiamo anche accorgerci della ricchezza di una diversità culturale unica in Francia. Simon Chang, fotografo taiwanese residente a Praga, è andato a scrutare il territorio.

Metro linea 13 : rotta verso Saint-Denis

Per le elezioni regionali, Bruno Beschizza, candidato dell’UMP a Seine-Saint Denis, ha proposto di riservare alcuni vagoni della metro alle donne. La sicurezza nei trasporti è uno dei punti fondamentali della campagna elettorale della destra. Tuttavia, visto dall’interno, il problema della violenza nella linea 13 non sembra preoccupare tutti i viaggiatori.

Foto: Simon Chang

Aubervilliers: le ragazze si danno alla boxe

Aubervilliers, rue Lécuyer, il Boxing Beats. In un vicolo che costeggia i binari della RER (la rete suburbana parigina), sono stati formati i migliori pugili amatoriali francesi, sotto lo sguardo esigente dell’allenatore Saïd Bennajem. Qui, ragazzi e ragazze combattono sullo stesso ring, senza che nessuno lo trovi strano.

Foto: Simon Chang

La boxe: una maniera per evadere che coinvolge ragazzi e ragazze

Le giovani pugili stanno in guardia. Sanno che Sarah Ourahmoune, campionessa del mondo di pugilato, ha fatto i suoi primi passi al Boxing Beats. Ad Aubervilliers, 70.000 abitanti, si respira l’atmosfera di Seine-Saint-Denis (93), dipartimento a nord di Parigi, citato spesso dai media francesi, in cui il 63,1% degli elettori si è astenuto alle elezioni regionali del 2010. Pertanto, i talenti del domani lavorano sodo in questo quartiere a forte concentrazione d’immigrati, in cui essere una ragazza non è assolutamente un handicap se si vuole fare pugilato, sport virile per eccellenza.

Foto: Simon Chang

Giovani a Aubervilliers: i problemi non mancano

Nel suo libro "La Loi du ghetto", uscito il 3 marzo 2010, il giornalista del quotidiano Le Monde Luc Bronner, ritorna sulla violenza che imperversa in una scuola di Aubervilliers. Nel 2009, durante uno sciopero per denunciare la gravità della situazione, un professore aveva chiesto ai suoi alunni di testimoniare all’ispettorato dell’Académie sur l’insécurité. «Se tutto questo continua, gli alunni non avranno un avvenire» aveva allora denunciato Géraldine, un’alunna del terzo anno. E a quest’insicurezza che pensa la pugile, nel suo angolo, pronta a sfogarsi in combattimento?

Foto: Simon Chang

Il 93: terra di artisti di strada

«Su un sottofondo di musica, tatuaggi, lowrider, grafitti, banditismo e proletariato…» È così che si presenta il collettivo Narvalow, basato a Montreuil (Seine-Saint-Denis), che raggruppa writers, grafittisti, rappers e produttori discografici. Qui, Swift Guad, membro del Narvalow, presenta l’esposizione Le Sens de l’Art, organizzata all’interno del festival Banlieusard et alors? La cultura hip-hop e meticcia è ben sviluppata nell’immaginario debordante dei giovani del 93.

Foto: Simon Chang

Rap, grafitti, tatuaggi: una cultura urbana multiforme

Swift è un artista poliedrico : rapper, grafittista, è anche un adepto dei tatuaggi. Qui a Vincennes, un cliente del laboratorio di tatuaggi body staff mostra il risultato di un’opera d’arte epidermica.

Foto: Simon Chang

Saint-Denis: la vita in un hotel...

A due passi dallo Stade de France - dove i parigini sbarcano in massa e ripartono ogni week end per gli eventi sportivi nazionali – Ben Ali Khedim vive da molti anni in un “hotel sociale”; 30 m² che divide con la moglie e tre bambini. È stato espulso da un alloggio a Parigi, e da allora è impossibile trovarne un altro. L’hotel accoglie sans papiers e immigrati legali, tutti senza le referenze necessarie per poter soddisfare le pretese degli agenti immobiliari. Lo stato francese spende milioni di euro ogni anno per questi "hotel sociali", a causa della mancanza di alloggi popolari per le famiglie in difficoltà.

Foto: Simon Chang

Molti immigrati sono costretti a vivere nella banlieue

Ben Ali ha conservato tutti i documenti dei suoi antenati: partecipazione alla prima e alla seconda guerra mondiale sotto la bandiera francese. Nonostante ciò, ha lasciato l’Algeria clandestinamente dieci anni fa, e malgrado un lavoro fisso e i migliori amici in Francia fa fatica a trovare un appartamento. Saint-Denis, Stade de France e futura Città europea del cinema da un lato, hotel sociali e tasso di disoccupazione record dall’altro. La banlieue francese è piena di contrasti e contraddizioni.

Foto: Simon Chang

Dei sobborghi impermeabili alla diversità sociale

Secondo un rapporto dell’Agenzia Nazionale per il rinnovamento urbano, richiesto da Le Monde, il programma di rinnovamento urbano messo in pratica dal Governo non ha mantenuto la promessa di diversificare la composizione sociale delle banlieue. I colpevoli? Le città vicine, più ricche, che costruiscono nuovi alloggi sociali e son pronte ad accogliere gli abitanti in queste torri dall’aspetto inumano.

Translated from Seine-Saint-Denis : un autre regard sur la banlieue parisienne