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Seduti all'écritoire chiamata Internet: tutti scrittori, tutti blogger, tutti articolisti

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ANALISI FILOSOFICHE

«Il luogo si compie con le parole, con lo scambio allusivo di qualche parola d’ordine, nella convivenza e nell’intimità complice dei locutori». (Marc Augè, Nonluoghi)

Vi ricordate Anna Sam, la commessa-blogger francese, o meglio commessa durante l’orario di lavoro e blogger fuori dall’orario di lavoro, la quale ha deciso di condividere in rete, e successivamente all'interno di un libro Les tribulations d’une cassière? Ebbene rimango sempre affascinata dai risultati che si ottengono non appena ci si siede alla Scrivania che possiamo chiamare Internet, luogo che si compie con le parole, il luogo che si fa con le parole, il luogo che si allarga con le parole. Certo Augè non si stava affatto riferendo allo spazio della rete quando forniva tale definizione, ma trovo che la maniera più appropriata per poter definire la comunità di parole è attraverso la sua definizione del luogo. Credo che la Scrivania-Internet alla quale ci sediamo un pò tutti fuori-dall’orario-di-lavoro abbia la capacità di donare un sollievo immediato a chi decide di mettere in rete e di condividere le proprie riflessioni, sollievo ricavato semplicemente dalla velocità di poter “guardare in faccia” subito il proprio Articolo, successivamente alla sua stesura, nel giro di qualche secondo: Lo hai pensato, lo hai scritto, lo hai inserito, ora rimane sulla nostra scrivania chiamata Internet! La seconda caratteristica di questa écritoire si fonda essenzialmente su una specie di “disponibilità” che accoglie fondamentalmente una comunità di non-scrittori, di non-blogger e di non-articolisti, tutti questi “non” durante-l’orario-di-lavoro ricoprono incarichi ben lontani dal mondo della scrittura, del diario e dell’articolo. Non so molto bene se questa specie di écritoire immediata, sempre on-line e forse soprattutto front-line, abbia tirato fuori da una commessa, piuttosto che da un banchiere una vera blogger-scrittrice piuttosto che un pubblicista. Improvvisamente questi non-scrittori, non-blogger e non-articolisti diventano, non appena si accomodano all’écritorire Internet, una comunità capace di scrivere per davvero, di commuovere, di consigliare, di partecipare in maniera esplosivamente inaspettata, come un’ inarrestabile sorgente dalla quale provengono minerali d’intellettuali di alta qualità, i quali non emergono affatto durante-l’orario-di-lavoro. L’écritoire chiamata Internet raccoglie la comunità dei Tutti-Scrittori, dei Tutti-Blogger e dei Tutti-Articolisti in maniera genuinamente disinibita. La domanda è la seguente: Si dà il meglio di sé in rete? L’angolo timido che trova un posto in rete, che s’inserisce per fare del blog una specie di consulenza di alta classe, che s’inserisce per fare dell’articolo il luogo dell’identità e dell’opinione, che s’inserisce per mettere la scrittura sopra questa scrivania mobile, che segue in realtà il blogger, l’articolista, lo scrittore fuori dal lavoro. C’è qualche cosa del meccanismo della scrivania mobile che funziona estremamente bene, raccogliendo presenze creative in rete, capaci di accogliere in poco tempo la propria vocazione. Perché in fondo fuori-dal-lavoro, siamo solamente ed unicamente bloggers della nostra quotidianità, dei nostri impegni, delle nostre ricerche. E nonostante la nascita di innumerevoli blog, come quello di Anna Sam, sia dovuta all’insoddisfazione o al disagio verso un certo tipo di attività lavorativa (così come potrebbe trattarsi di problematiche di carattere relazionale, sentimentale, sociale, etc.) quello che viene fuori dopo è qualcosa in più. E quel qualcosa è rappresentato dalla parola che ancora una volta compie un luogo, lo forma, lo trasforma fino alla condivisione sincera della propria umanità. E proprio perché la scrivania è mobile, l’effetto sorpresa è presente dall’inizio fino alla fine, perché un giorno non si sa davanti a quali occhi e sotto quali mani finirà, le possibili risposte ed i riscontri inattesi che si potranno ricevere. Marc Augé affermava sempre all’interno del suo testo Nonluoghi di come il racconto “trasforma luoghi in spazi o spazi in luoghi”, credo che sia tale Racconto di tutti i blogger, di tutti gli articolisti e di tutti gli scrittori seduti alla scrivania mobile chiamata Internet, in grado di trasformare i luoghi della parola intima nello spazio della parola audace, e gli spazi inviduali in luoghi individuabili, concreti e stabili.