Se la tarantola pizzica il Salento (e l'Europa)
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Dall'11 al 26 agosto, in Grecìa Salentina (Puglia), si celebra in piazza la tradizione della taranta in chiave moderna. Con concerti, balli e fiumi di vino.
Sembrava una moda passeggera, e invece la febbre dei balli salentini non si è ancora esaurita. Anzi, continua a fare proseliti: dai riti ancestrali contadini – con tanto di miracolo di San Paolo di Galatina – alle piazze e discoteche di mezza Europa.
E da qualche anno si celebra anche “La Notte della Taranta”, un festival ad hoc che si svolge a Melpignano, nel cuore del Salento. L’appuntamento si rinnova quest’estate dall’11 al 26 agosto per il nono anno. Si tratta del più grande festival musicale omaggio alla pizzica salentina e alla sua fusione con altri linguaggi musicali che vanno dalla world music al rock, dal jazz alla sinfonica. La "pizzica" è la musica che scandiva l'antico rituale di cura dal morso immaginario della tarantola, il ragno velenoso che vive nelle campagne pugliesi. Si dice che il sudore provocato dalla forsennata danza espellesse il veleno della tarantola dal corpo della donna: secondo la tradizione, la donna morsa dalla tarantola incominciava a danzare senza sosta al ritmo indiavolato di tamburelli, finché non veniva sciolta dall'incantesimo.
Contaminazioni. E la pizzica si reinventa nel terzo millennio
I primi giorni del festival sono dedicati alla tradizione pura della pizzica, con le performance dei più importanti gruppi del panorama tradizionale salentino. Alcuni di loro, a causa dell’età avanzata, sono delle vere e proprie icone viventi, tanto da essere paragonati ai “Buena Vista Social Club” del Mediterraneo: hanno infatti superato i settant’anni i nonni dell’ “Uccio Aloisi Gruppu”, vantano decennale esperienza Pino Zimba o i Tamburellasti di Torre Paduli..
Nel 2004 è nata l’Orchestra Popolare “La Notte della Taranta”, che ha assorbito al suo interno l’Ensemble arricchendosi di tutte le sezioni di strumenti tipici di un’orchestra. Il concerto finale che chiude il festival (la "notte" che dà il nome all'intero evento) è frutto di una produzione originale con un maestro concertatore chiamato a rileggere il repertorio della tradizione salentina e a produrre un progetto originale.
Importanti nomi della musica italiana e internazionale sono stati “morsi dalla taranta”, dando vita ad inediti dialoghi musicali come quello fra l'Orchestra Sinfonica della Provincia di Lecce e l’Ensemble “La notte della Taranta”; la partecipazione di Jow Zawinul, ex musicista degli Weather Report; l’incontro fra la cantante israeliana Noa e la lingua grecanica; la fusione fra le sonorità rock dell’ex batterista dei Police, Stewart Copeland, e i ritmi percussivi della taranta. Copeland si considera ormai un pugliese di adozione, tanto che a Melpignano gli sono state ufficialmente consegnate le chiavi della città.
Tradimento o valorizzazione della musica popolare?
Se lo domandano in molti. I puristi della tradizione mal sopportano queste manifestazioni ormai ridotte ad una sorta di “rave” della musica popolare, che poco hanno a che fare con il significato antropologico della taranta: donne di una civiltà contadina dalle regole rigidamente codificate, che solo nella “trance” della danza indiavolata riuscivano a liberarsi di oppressioni e soprusi. Ma allora si stava meglio prima della “riscoperta della pizzica”? Questa l’analisi di Giuseppe Gala, uno dei più noti etnomusicologi, autore di numerose pubblicazioni in materia, pubblicata dal sito taranta.it. «La pizzica non è oggi solo un ballo, è un emblema, un forte richiamo, una griffe di nuovo mito culturale che crea moda, spettacolo, turismo, mercato editoriale e musicale. Ma dietro alla diffusa domanda di danza popolare mancano in Salento una capillare ricerca sui balli degli anziani e adeguati studi etnocoreologici; le varie "neo-pizziche" che circolano nei concerti folk sono state reinventate senza un reale confronto e una mutuazione coerente dei modelli tradizionali».
Pizzica, una passione internazionale
I ritmi indiavolati di questo ballo di origine contadina travalicano i confini della Puglia: in tutta Europa si organizzano corsi e concerti di pizzica e taranta. Lo scorso primo maggio la Notte della Taranta è arrivata perfino a Pechino. In tutte le più grandi capitale europee c’è almeno un corso di pizzica e vari spettacoli dal vivo.
Gli europei amano farsi mordere dalla taranta e lasciarsi andare ai ritmi del Sud. È capitato anche a Guillaume Rabasse, francese della Normandia. Ha conosciuto la pizzica in Italia ed è stato amore a prima vista: «Per me, uomo del Nord Europa, è stato come un nuovo Mondo». A quel punto il “pellegrinaggio” in Puglia è stato una tappa naturale: «Nell'agosto 2004 passai alcuni giorni nel Salento. Sono rimasto stupefatto davanti alla profusione di sagre e feste varie, in ogni piccolo paese, dove giovani e meno giovani celebrano la vita mangiando, bevendo, suonando e ballando per ore. Ma esiste una migliore illustrazione dell'eccezionale convivialità della gente del Sud?».