Scozia indipendente: la scommessa di Edimburgo
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Indipendenza da Londra? Si avvicina l'ora del referendum, fissato dal parlamento di Royal Mile per il 18 settembre. A Edimburgo la partita aperta sulla futura moneta e il petrolio é aperta. I bookmaker intanto festeggiano: scommessa record a Glasgow e previsione di incassi a sette cifre.
L'Ukip di Nigel Farage ha strappato uno dei sei seggi scozzesi del Parlamento Europeo. È andato forte ma non abbastanza da sorpassare lo Scottish National Party del premier Alex Salmond. La corsa del leader del Patto per l'Indipendenza del Regno Unito, infatti, si è fermata al 10,5% contro il 29% dello SNP, comunque molto ridimensionato rispetto alle politiche del 2011, quando aveva ottenuto il 45% dei consensi e il 53,5% dei seggi al Parlamento scozzese. Una sconfitta che potrebbe avere delle conseguenze negative sul grande obiettivo del partito di governo, costantemente impegnato a rimarcare le differenze fra Scozia e resto del Regno Unito.
Sono parecchi gli interrogativi che gli scozzesi (e non) si pongono riguardo a cosa potrebbe accadere in caso di vittoria del sì. È sufficiente entrare in un pub e domandare in giro per capire che le perplessità sono numerose. Sul piatto ci sono la moneta che si utilizzerà al di là del Vallo di Adriano, lo sfruttamento dei giacimenti petroliferi nel Mare del Nord, il destino dei missili nucleari Trident della base navale di Sua Maestà del Clyde. E poi ancora quale welfare state per la “nuova” Scozia, che tipo di istruzione, i rapporti con l'Unione Europea. Insomma, non solo haggis, whiskey e cornamuse. La battaglia per l'indipendenza è più che mai geopolitica ed economica.
Sommergibili nucleari, valuta e petrolio
Linda Fabiani, parlamentare dello Scottish National Party e membro del Referedum Scotland Bill Committee, ci riceve al termine di un dibattimento sulla riforma della giustizia scozzese. Il presidente uscente della Commissione Europea José Manuel Barroso ha espresso una certa freddezza sulla permanenza della Scozia nell'Unione come membro autonomo, mentre da più parti si ipotizza questa possibilità solo a patto che Edimburgo faccia domanda per entrare nell'Euro. «La Sterlina è una moneta scozzese tanto quanto inglese, nordirlandese o gallese», dice schiettamente la parlamentare, che indica nel «mantenimento della moneta» all'interno di «un'unione monetaria» la prospettiva più appetibile per lo SNP. Mediare su questo tema con il premier britannico Cameron e con le altre banche della Gran Bretagna, al momento non entusiasti dell'ipotesi, farà parte del più generale sistema di accordi in stile do ut des che si renderà necessario qualora dalle urne dovesse uscire un risultato positivo per i referendari. Lo spostamento al di fuori del suolo scozzese delle armi atomiche britanniche è un obiettivo irrinunciabile per il governo di Salmond. «Noi siamo contro le armi nucleari punto – argomenta Fabiani – ci sono state imposte e se ne devono andare». Se i missili Trident si trovano a 25 miglia ad ovest di Glasgow, più a nord, nel mare, c'è il petrolio, altro elemento su cui lo Scottish National Party non intende indietreggiare. Il Governo cerca di massimizzare l'appeal di una Scozia indipendente e ricca produttrice di petrolio anche se, su questo punto, non mancano le critiche. Il Times, dati alla mano, ha sostenuto come «i proventi del petrolio» siano scesi e scenderanno «ben al di sotto delle previsioni del governo scozzese».
Ma il no è ancora in testa
La stampa, generalmente, sembra schierarsi poco o propendere in misura maggiore per un voto negativo. Analisti come Nicola McEwen, direttrice del Consiglio per la Ricerca Economica e Sociale (ESRC) dell'Università di Edimburgo, confermano, sottolineando però come «la campagna in favore del sì stia godendo di maggior sostegno sui social media». Voteranno anche sedicenni, europei residenti e cittadini del Commonwealth registrati entro il 2 settembre 2014. Internet potrebbe essere un buon viatico per intercettare questi segmenti elettorali. Il no nei sondaggi è ancora in testa, ma vietato considerare la partita già chiusa. «In più di tre mesi di campagna gli equilibri potranno essere spostati», anche perché Yesscotland gode di «maggiori risorse finanziarie e organizzative». Toni Giuliano, coordinatore dei gruppi settoriali per Yesscotland, parla di oltre «250 comitati sul territorio» per quella che sarà «la più grande campagna che si sia mai vista in Scozia». Il fattore emotivo giocherà in questo senso un ruolo non trascurabile. Secondo Nicola McEwen, infatti, «la campagna Bettertogether, che ha un problema di leadership, sta insistendo molto sui costi dell'indipendenza» usando argomenti principalmente negativi, mentre al contrario i sostenitori del sì «possono far leva su fattori emozionali più forti traducibili in messaggi positivi rispetto all'indipendenza». Gli uomini sarebbero più inclini all'indipendenza rispetto alle donne, fra le quali si contano il maggior numero di elettori indecisi.
La più grande scommessa politica di sempre
Ladbrokes paga il "no" 2 a 7 e il "sì" 11 a 4. Tradotto nelle quote continentali significa che, se per la permanenza nel Regno Unito si riceve 1,29 volte quanto scommesso, per l'indipendenza si incassa il 3,75. Da William Hill si può scommettere su quale moneta avrà la Scozia dal giorno in cui viene effettuata la puntata sino a due anni di distanza, oppure sul tasso di astensionismo. Il broker ingle
se (sì a 3,25 e no a 1,33) rivela che il 52% degli scommettitori hanno puntato sul no mentre il 48% sul sì. Un cinquantenne scozzese a Glasgow, in tre successive giocate, ha piazzato 200mila sterline contro l'indipendenza per quella che «si ritiene essere la più grande scommessa politica di sempre». William Hill si aspetta «un fatturato di scommesse a sette cifre» per la tornata referendaria.
Anche per i promotori del referendum la votazione assume i toni della scommessa. Ce la farà il paese, con i suoi 5 milioni e 200mila abitanti, a votare per il sì e reggere all'enorme carico di responsabilità – politiche come economiche – che ne conseguirebbe? Forse. Ma se questa scommessa dovesse essere persa non si potrà cancellarla buttando semplicemente la ricevuta.