Scintille arcobaleno: incertezze per gli omosessuali in Romania
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Michela D'AmicoI diritti degli omosessuali sono tutt'altro che universali nell'Unione Europea. In Paesi come la Romania, c'è il rischio di dare inizio a un acceso dibattito e di creare scompiglio nelle vite della gente comune. OPINIONE.
Nel 2013, Adrian Coman e il suo compagno americano Robert Clabourn “Clai” Hamiltion hanno deciso di sposarsi a Bruxelles. Hanno scelto di trasferirsi in Romania, il paese di nascita di Adrian, sperando di condurre una tranquilla vita familiare. Sfortunatamente, la Romania non è per niente una sostenitrice dello stato civile della coppia. Il 20 giugno, dopo due anni di battaglie contro il sistema legale rumeno, la coppia ha saputo di dover aspettare fino a settembre per scoprire se il matrimonio verrà ufficialmente riconosciuto in Romania.
Essere gay nella Romania di oggi
Adrian e Clai sono solo una delle tante coppie gay che lottano per essere riconosciute nella Romania del 2016. È complicato e scoraggiante vedere come un moderno Stato europeo, nel bel mezzo di una crescita economica e tecnologica, non riesca ancora a comprendere la necessità di garantire ad alcuni dei suoi cittadini i diritti fondamentali riconosciuti dalla maggior parte dei Paesi europei. Come molti altri Stati dell'est, la Romania trova difficile tenere in considerazione tutte le implicazioni dell'articolo 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo.
A maggio 2016, tre milioni di rumeni hanno firmato una petizione lanciata da un gruppo di ONG, conosciuta come Coalizione Famiglia. La petizione chiedeva un cambiamento nella dicitura dell'articolo 48 della Costituzione rumena, da "Una famiglia è creata dal consenso al matrimonio tra gli sposi" a "Una famiglia è creata dal consenso al matrimonio tra un uomo e una donna."
Tutto ciò, ovviamente, ha voluto porre un limite al livello di apertura morale promossa dai paesi occidentali e portare il Codice Civile rumeno (in particolare l'articolo 259) alla pari della Costituzione, a discapito della comunità gay, riconoscendo che sarebbe stato giusto nel senso di "legalmente giustificabile" adattare il Codice Civile alla Costituzione.
Pareri conservatori in contrasto con i diritti umani
Gli uomini di legge e i politici che supportano i valori morali tradizionali rumeni si sono chiesti, tra le altre cose, quale sia l'etica in un bambino che viene cresciuto da genitori omosessuali e l'avvocato Teodora Ionescu ha affermato: "Non è possibile che un bambino venga cresciuto da due padri o da due madri". Anche se sostenuto da 3 milioni di firme, questa dichiarazione è stata facilmente confutata dagli avvocati a favore del matrimonio gay. Infatti, degli studi condotti in Europa e negli Stati Uniti hanno stabilito che, nei Paesi in cui coppie dello stesso sesso hanno adottato per anni un bambino, non esistono prove che i bambini siano più inclini alla omosessualità rispetto a quelli cresciuti da coppie eterosessuali.
Alcuni contrari al marimonio gay asseriscono che la Chiesa Ortodossa rumena non accetterà mai le unioni dello stesso sesso, perché compromettono i principi biblici fondamentali. Eppure altri, come la giornalista Miruna Munteanu, affermano che "È necessario fare una chiara distinzione tra le istituzioni spirituali e clericali del matrimonio - nessuno chiede alla Chiesa di cambiare le sue abitudini".
In una retorica contrastante, come "I veri gay sono nati così... il resto è tutta propaganda" (Mircea Badea, conduttore in seconda serata della TV rumena) e la recente affermazione rilasciata dal governo rumeno: "[Permettere] il matrimonio gay sarebbe come sminuire l'importanza dell'istituzione del matrimonio [e] il popolo rumeno non è pronto per un tale cambiamento", si aggiunge a sentimenti disorientati l'esperienza di molti giovani nella stessa situazione.
Cosa ci aspetta?
Per ironia della sorte, lo stesso giorno in cui Clai e Adrian hanno scoperto che la loro battaglia legale non si era ancora conclusa, il Parlamento rumeno ha dichiarato che la definizione legale di "famiglia" contenuta nell'articolo 48 della Costituzione era passibile di revisione. La comunità gay ha accolto questa decisione con grande delusione e i sostenitori hanno implorato i parlamentari di non dimenticare che sarà la gente comune a subire le conseguenze delle loro decisioni future. In un'intervista a VICE Romania, Adrian stesso ha ritratto il quadro straziante della realtà che lui e Clai stanno vivendo: "Qualunque sia la decisione di settembre, non cambierà chi siamo o quanto ci amiamo. Ma se Clai finisce in un ospedale domani, chi sarà? Solo un altro straniero, uno straniero con un passaporto straniero".
Al di là della decisione del Parlamento, la realtà è che la mentalità rumena difficilmente cambierà in poco tempo. Fin dall'infanzia, ai giovani rumeni viene inculcato un senso di paura verso tutto ciò che è diverso o che non corrisponde alle norme sociali riconosciute, risultato dell'enorme ombra lasciata dal precedente regime comunista, oltre che della forte influenza della Chiesa Ortodossa (tra le confessioni cristiane più conservatrici).
Questo spostamento verso una maggiore discriminazione porterà soltanto più scompiglio nel mondo. Al contrario, dovremmo sforzarci di considerare uguali tutte le idee, anche quelle che non comprendiamo. A volte abbattere le barriere può rappresentare un nuovo e positivo inizio.
Translated from Rainbow sparks: Uncertainty for LGBT people in Romania