Saluti da Club to Club 2015
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Il Club to Club festeggia il suo quindicesimo compleanno confermandosi il festival di musica elettronica più interessante d'Italia e regalandosi una line-up ricca e coraggiosa in cui spiccavano Thom Yorke, Jamie XX, Jeff Mills che ha fatto registrare il tutto esaurito a tutti gli eventi del weekend.
Il 2015 era un anno speciale per Club To Club. Quello dei quindici anni, che per un Festival ormai di fama internazionale corrispondono tranquillamente alla maggiore età. L’anno in cui dimostrare definitivamente di essere il festival di musica elettronica più interessante in Italia, oltre che un'istituzione e un orgoglio tutto torinese. Il Festival ha festeggiato il compleanno col botto, regalandosi (e regalandoci) un cast stellare con Thom Yorke in esclusiva italiana come punta di diamante, il sold out di quasi tutte le serate ed un risultato portato a casa nell'acclamazione generale.
Un solo biglietto, una notte di club
Club to Club è nato nel 2000 come un festival in cui si poteva entrare per tutta la notte con un solo biglietto in un circuito di club torinesi, location decisamente più piccole rispetto a quelle di oggi. In quindici anni è diventato un evento di cinque giorni, praticamente non stop, che richiama grandi artisti dell'elettronica e non solo, pubblico e addetti ai lavori da quasi tutto il mondo: l'unico in Italia. Il direttore artistico, Sergio Ricciardone, cofondatore del festival insieme a Roberto Spallacci e Giorgio Valletta (tutti di Xplosiva), lo descrive così: “Abbiamo sempre cercato di rappresentare al meglio le evoluzioni più sorprendenti e avventurose del panorama musicale e artistico contemporaneo. Club To Club continua a raccontare questi cambiamenti con l’autorevolezza del più longevo festival di nuovi suoni in Italia: le costanti sono l’attitudine al connubio fra pop e avanguardia, perfettamente incarnata quest’anno da Thom Yorke e lo scorso anno dal maestro Franco Battiato, e Torino, la città le cui tre anime indissolubili – regale, industriale e contemporanea – sono rappresentate dallo spirito del festival”. Uno spirito a cui contribuisce il ricco calendario di progetti speciali, come Absolut Symposium, nel quartier generale del Festival all'AC Hotel, e soprattutto la programmazione a inizio novembre, durante la Contemporary Week: settimana in cui Torino è l'epicentro nazionale di eventi e iniziative di arte contemporanea.
Una maratona musicale di cinque giorni
La lineup di #C2C15 era davvero ricca: si sono esibiti più di 100 artisti provenienti da 10 paesi diversi. Il pubblico non è stato da meno: più di 40.000 persone (di cui decine di migliaia provenienti da fuori Torino) hanno partecipato, facendo registrare il tutto esaurito (per la prima volta nella storia del festival) sia venerdì che sabato sera. Il programma è stato costruito con grande attenzione verso gli artisti più innovativi e interessanti della musica indipendente, della dance e del pop.
Il 4 novembre il tedesco Apparat, presente quasi ogni anno, ha aperto le danze con "Soundtracks live" esibendosi nella veste inedita di compositore, eseguendo insieme alla sua band brani scritti per film e spettacoli teatrali in versione più ambient che techno; ha anche inaugurato il Conservatorio come nuova location del Festival. La sera successiva l'evento da non perdere era al Teatro Carignano, splendido teatro barocco nel cuore di Torino, dove Floating Points ha festeggiato l'uscita di "Elaenia" con un live di ammaliante elettro-jazz.
Venerdì sera nelle sale del Lingotto Fiere l'attesa era alle stelle e lo spettacolo non si è fatto attendere. La line-up era ricca e coraggiosa e metteva insieme artisti molto diversi, in un intrigante mix di avanguardia e pop. Nel giro di poche ore hanno fatto tremare le mura dell'ex complesso industriale Omar Souleyman, cantante di matrimoni siriano assurto a fama internazionale grazie al mix di musica tradizionale dabka ed elettronica, che ha aperto nuove frontiere alle sonorità del Festival ma è stato poco incisivo sul palco torinese; Holly Herndon, con la sua riflessione sul rapporto tra uomo e computer; Battles, mostri di bravura che mischiano rock, prog ed elettronica; i grandiosi Ninos du Brasil, Anthony Naples e Todd Terje che hanno riempito la Sala Gialla (il secondo palco che ha sostituito la storica Sala Rossa) nonostante sul main stage si stessero esibendo i pesi massimi del Festival. Four Tet ha incentrato il suo djset sul nuovo album "Morning/Evening", e seppur sempre bravissimo, è stato forse troppo oscillante tra spinte techno e brani dalle sonorità indiane. Dopo tre quarti d'ora di attesa, che hanno rischiato di spezzare il ritmo della serata, è finalmente salito sul palco Thom Yorke, a ricordare a tutti perchè è un fuoriclasse. Insieme a Nigel Goldrich e Tarik Barri (autore degli impressionanti visual), in un superbo crescendo, ha ipnotizzato il pubblico con il suo carisma e con i brani dei suoi lavori solisti (l'ultimo è "Tomorrow’s modern boxes", che dava il titolo al set). Suonare dopo di lui avrebbe intimidito chiunque, ma Jamie XX non si è fatto spaventare e ha fatto ballare il pubblico non ancora stanco con una sequela di fuochi d'artificio in cui non sono mancati brani del suo esordio solista, "In colour".
La sera successiva, il secondo atto di uno spettacolo già vincente ha portato in scena, con una programmazione più marcatamente techno, i nostrani Giorgio Valletta e Vaghe Stelle, protagonisti dell'Italian New Wave; Oneohtrix Point Level il cui set molto sperimentale era interessante ma ancora da rodare; Andy Stott, il cui album "Faith in strangers" è ottimo quanto le sue esibizioni; gli applauditissimi Not Waving + Powell, Rabit, Lotic, Sprawl; Nicolas Jaar, che ha impostato un set ibrido tra dj e live pensato apposta per la serata, quasi onirico; il guru della techno di Detroit Jeff Mills, anche lui una presenza costante al Festival, di cui è peraltro un grande sostenitore; e infine Shackleton, con la sua afro-ipnosi che ha chiuso una serata memorabile. Non è finita. Domenica, per la prima volta quest'anno, Club to Club si è esteso fino a San Salvario, con un mercatino e con i live di Nigga Foxx e di Kode9. Nonostante la stanchezza dopo un weekend di ebbrezza musicale e artistica, il pubblico ha partecipato con calore alla giornata di chiusura.
Saluti da C2C: è un addio o un arrivederci al prossimo anno?
L'esito del festival non può che lasciare tutti soddisfatti: si è confermato all'altezza dei grandi festival musicali internazionali, anche grazie all'organizzazione attenta e sempre in dialogo con il pubblico. Qualche mese fa non sembrava così scontato: Xplosiva si è trovata a dover gestire la perdita del main sponsor e un'impasse con la giunta cittadina, le cui valutazioni politiche errate rischiano di far perdere a Torino una delle sue eccellenze culturali. Gli organizzatori, prima dell'inizio delle danze, hanno dichiarato che non è detto che questo non sia l'ultimo anno di Club to Club a Torino. Vedremo se nel 2016 sarà il Lingotto a illuminarsi ancora e risuonare della più acclamata musica elettronica in circolazione.