Romania: la nuova frontiera dei giovani europei
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Piera FiammenghiSi parla spesso di chi migra dall'est verso l'ovest dell'Europa. In realtà, oggigiorno, sempre più giovani europei intraprendono il percorso contrario. Ecco la storia degli immigrati francesi, spagnoli e olandesi in Romania. Reportage contro il luogo comune, da Bucarest.
I monumentali edifici in stile neoclassico e i grandi viali alberati della capitale rumena racchiudono tesori nascosti. Spesso gli stranieri che vivono in questa città amano passeggiare per le sue vie, apprezzare la ricca architettura delle case sopravvissute al regime di Ceausescu e scorgere un bar dove prima c'era una casa. È questo il caso di una libreria francese nata all'interno di un'antica abitazione nel quartiere di Piata Amzei. Il portone verde ci farebbe pensare all'entrata di una casa, ma l'insegna "Kyralina" (libreria francese, nda.) fuga ogni dubbio. All'interno, un gatto bianco e nero passeggia tra gli scaffali dei libri per ragazzi dove spiccano i fumetti di Tintin. Sidonie, seduta dietro al pc, sta parlando in francese con un cliente di Bucarest.
Altro che Parigi
Nel 2009, dopo gli studi letterari alla Sorbona e una breve esperienza nell'editoria, Sidonie prende il primo volo per Bucarest per fare volontariato all’Istituto Francese. Al suo arrivo, la libreria dell’Istituto non registra molte vendite. Per la giovane ragazza, sembrano non esserci grandi possibilità: "Mi sono resa conto che i rumeni, anche i più giovani, amano molto la cultura francese. Quando il mio compagno ha trovato lavoro abbiamo deciso di aprire una libreria francese per conto nostro". Il successo è stato immediato e, a poco più di un anno dall'apertura, ogni aspettativa è stata superata; circa il 70% dei clienti proviene dalla Romania. "Siamo contenti di assecondare le richieste dei rumeni e di non essere visti solo come una libreria per gli emigrati", dice Sedonie. La scarsa concorrenza è un vantaggio. Lei paragona Bucarest a un "grande cantiere", che permette di dare libero sfogo alle proprie idee e alla creatività. "È una città dove tutto è possibile. Ci sono molte opportunità. A Parigi, invece, non c'è più spazio per nuovi progetti", afferma.
Poco più in là, nel centro storico, sorge l'Hub, un'organizzazione che riunisce e supporta giovani imprenditori mettendo a disposizione un ambiente di lavoro condivisio. Anna è uno dei membri. Originaria dei Paesi Bassi, è arrivata nell'ottobre 2012 come funzionario del Servizio Volontario Europeo (SVE). Quando le missioni della sua associazione non hanno più dato i risultati attesi, ha creato un suo progetto. Al termine del suo SVE, ha partecipato al programma Erasmus per giovani imprenditori e ha dato vita a una ditta di consulenze in ambito di comunicazione: "Faccio corsi di marketing e aiuto i miei clienti a creare uno slogan vincente per la loro azienda. La maggior parte di loro viene dalla Romania. Il progetto funziona alla grande perché rappresenta un esempio unico".
Sfatiamo i luoghi comuni
L’accoglienza calorosa dei rumeni, la lingua, la cultura, la bellezza dei paesaggi sono alcuni dei motivi che spingono la giovane generazione a trasferirsi in Romania. David è arrivato nel 2005 in occasione dell'Erasmus. Questo ragazzo catalano si è subito innamorato della città e della Romania. "È un Paese dai mille volti. Ogni giorno mi sorprende e non ci si annoia mai", racconta. Parla perfettamente il rumeno e, oltre a lavorare part-time in un'azienda francese, collabora 2 giorni a settimana con l'emittente Radio Romania Internazionale.
Eppure molti stranieri, quando pensano alla Romania, hanno in mente lo stereotipo della cassiera brontolona e del cameriere frettoloso. "Questi sono luoghi comuni e non è cambiato nulla da quando sono arrivato, 8 anni fa", confessa David, mentre imita scherzosamente una commessa che lo degna appena di uno sguardo. "I rumeni sono accoglienti, creativi e pieni di risorse, anche se non sembrano rendersene conto. Mi è successo soltanto una volta che mi abbiano chiesto cosa ci fossi venuto a fare nel loro Paese", confessa.
Non è oro tutto quel che luccica
Chi emigra all'estero spesso deve affrontare una burocrazia pronta a mettere i bastoni fra le ruote. In Romania, ci si ritrova facilmente nel caos più totale. Vengono recapitate multe da capogiro per delle sciocchezze e la burocrazia non ha nulla da invidiare a quella francese. "L’amministrazione rumena è piena di cavilli. L’inaugurazione della libreria è stata ritardata per un mucchio di scartoffie", ricorda Sidonie con dispiacere. La cosa che più stupisce è il costo dell'affitto: "Il mercato immobiliare non ha regole ben precise. Si può affittare un appartamento a un prezzo irrisorio, ma un locale commerciale costa molto più che a Parigi!".
Anche David ha incontrato difficoltà economiche. "Trovare lavoro è semplice, ma avere un impiego che ti garantisca una vita dignitosa è complicato. Con il mio primo lavoro guadagnavo 500 lei al mese (circa 100 euro) e solo la bolletta della luce arrivava a 300 lei. Inoltre, gli stipendi sono rimasti congelati da quando sono arrivato", racconta. Anche se il costo della vita aumenta, un professore all'inizio della sua carriera non guadagna più 200 euro, mentre un medico 500 euro. "È colpa della corruzione che dilaga nel sistema educativo e in quello sanitario", aggiunge.
Nonostante le difficoltà, David non ha intenzione di lasciare la Romania: "Alcuni miei amici spagnoli sono stati costretti a partire perché non trovavano un lavoro ben remunerato. Io invece, sono voluto rimanere a tutti i costi. Ho stretto i denti, ho fatto 3 lavori allo stesso tempo e, alla fine, ce l'ho fatta".
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Questo articolo fa parte del Dossier Immigrazione di cafébabel.
Translated from Jeunes européens : la belle vie, en Roumanie