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Ripartire dalla Cultura d'Impresa made in Italy

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Da me, in Europa

Oggi sempre più spesso si parla della necessità di fare impresa comunicando un’immagine diversa, innovativa e responsabile rispetto al passato. Capire realmente quanto questo si traduca in azione non è cosa semplice.

E quindi cosa vuol dire fare “Cultura d’Impresa”?

Difficile definire cosa significhi fare cultura d’impresa in un sistema che ha messo finora l’impresa al centro della stessa società.  Ma se si pensa che l’impresa, prima di essere un impianto produttivo, è soprattutto una comunità di persone che pensa e si muove, si ha la misura esatta dell’importanza dell’immagine nelle relazioni interne ed esterne, come fonte di coesione e di motivazione, come veicolo di un’immagine distintiva. 

Già l’etimologia della parola cultura [dal lat. Cultura, der. di colĕre «coltivare»] richiama l’insieme di valori, principi, concezioni, credenze, modelli di comportamento, politiche che se veicolate in un’ottica relazionale e non solo produttiva potrebbero realmente fare la differenza.E chi meglio di Adriano Olivetti potrebbe raccontarci il valore del fare impresa partendo dall’essere un “noi” piuttosto che da un “io autoreferenziale”: l’impresa come motore di sviluppo economico e sociale della comunità, cuore produttivo e centro di diffusione di valori etici per la persona e per la comunità. 

Mai come oggi diventa così vitale “ri-educare” le imprese a ricercare le propria ragion d’essere proprio partendo dalle relazioni sociali e ripensare ad una vision imprenditoriale “responsabile” come carta vincente per il proprio business.

Cambiare per ripensare l’impresa partendo dalle sue radici.

Impresa e giovani

Un esempio positivo in questo senso è il progetto “Cinema d’Impresa” lanciato da Assolombarda che, nell’ambito del piano strategico “Far volare Milano”, si è posta l’obiettivo di diffondere la Cultura d’Impresa valorizzando le eccellenze delle imprese associate.

Parte integrante del progetto è il concorso “Regista d’impresa” che vede come protagonisti 14 giovani videomaker provenienti da alcune delle più importanti realtà accademiche milanesi (IULMALMEDPolitecnicoIEDNABACentro sperimentale di cinematografica e Scuola civica di Cinema e Televisione di Milano) e 14 imprese associate ad Assolombarda (Agustoni DuplexAlmaxCartonspecialistCGSCicrespiGiacomo SperoneHotel Milano Scala e ancora Gruppo MaimeriIstituto Ricerche e Collaudi MasiniSlide, SorinStatusViscolubeZani Viaggi).

Gli studenti selezionati si preparano a ripercorrere la storia, i valori, i principi, le politiche, dell’impresa ospitante con l’obiettivo di valorizzarne l’immagine e le sue specificità.

Sono previsti tre step: una prima fase durante la quale i ragazzi dovranno realizzare un breve video su uno o più aspetti che caratterizzano l’azienda; i quattro migliori video accederanno poi alla fase successiva che prevede la creazione di un video corporate dell’impresa che li ospiterà; l’ultimo step vedrà come protagonista lo studente vincitore che otterrà un contratto di collaborazione presso una casa di produzione cinematografica, oltre a dover realizzare un video istituzionale su Assolombarda.

Il valore aggiunto che ne deriva non è difficile da comprendere. E’ un primo passo verso il “fare”, verso una visione che vada al di là del semplice “buon prodotto” per garantire le vendite.

Un’ottica che prevede però uno sforzo radicale da parte di tutti gli attori, imprenditori, manager, dipendenti, attraverso un’interpretazione diversa dei ruoli a cui siamo abituati e la valorizzazione di tutte le risorse, soprattutto quelle umane.