Richard Lucas: "L'innovazione è a portata di tutti"
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Sheila FidelioIl mondo delle start-up di Cracovia sta vivendo un momento di forte espansione e nessuno lo sa meglio dell'angel investor, Richard Lucas. Da 24 anni l'imprenditore inglese, laureato in economia a Cambridge, vive e investe nel capoluogo polacco. Abbiamo parlato con lui di innovazione, giovani e imprenditoria.
Cafébabel (Cb): Qualcuno suggerisce che Cracovia possa diventare una Silicon Valley europea, ma è davvero possibile?
Richard Lucas: Credo che Cracovia abbia un enorme potenziale per realizzare progressi importanti e per assumere un ruolo centrale nello scenario delle start-up europee. Cracovia possiede delle valide infrastrutture e una comunità di universitari e startupper che portano avanti una serie di iniziative per il supporto dell'imprenditoria tra i giovani. Certo, mi piacerebbe dire che stiamo diventando una Silicon Valley, ma non credo che sia una prospettiva realizzabile a breve in Europa. La Silicon Valley è qualcosa di unico, soprattutto in termini di capitali e di fondi investiti. Non esiste nulla di simile in Europa.
Come imprenditore britannico che ha vissuto e condotto affari in Polonia per ben 24 anni, posso tranquillamente affermare che la situazione dello sviluppo imprenditoriale polacco è completamente diversa da quella che esistente alla fine del comunismo. All'epoca, era uno stato povero con delle istituzioni deboli. Da allora sono intervenuti cambiamenti cruciali ed é cambiato il modo in cui i polacchi gestiscono i loro affari. I giovani imprenditori si dedicano di più al networking e sono più abituati a lavorare in contesti internazionali e multiculturali. Presa coscienza della loro capacità di competere a livello internazionale, sono pronti ad avere successo in Polonia come in qualsiasi altro Stato.
Cb: In questo momento di crisi a livello europeo, sempre più ragazzi prendono in considerazione l'idea di avviare un'attività per conto proprio. Qual è la chiave per il successo di una start-up?
Richard Lucas: Chiunque può diventare un bravo imprenditore e avere successo negli affari. Non è una questione di dna. Si tratta piuttosto di acquisire capacità e competenze lavorando sodo. Inoltre, senza motivazione non si va da nessuna parte. Oggi, grazie a internet, gli aspiranti imprenditori hanno acccesso a una grande quantità di informazioni. Per esempio, si può accedere con facilità a podcast e video su YouTube condivisi da esperti di business, marketing e comunicazione, dai quali si può imparare quasi tutto quello che c'è da sapere. Poi però, bisogna concretizzare ciò che si è appreso.
Cb: Quindi è tutto facile?
Richard Lucas: Chi decide di avviare una startup deve essere consapevole che c'è sempre un margine di rischio. Sicuramente è importante avere una buona idea di partenza, ma quello che conta è saperla realizzare nel modo giusto. Esistono una serie di programmi come AIP (il più grande network di incubatori in Europa, ndr.), o vari acceleratori e fondi di investimento come Chance Academy, Hub.Raum, Innovation Nest, Satus in Krakow, Gamma Rebels (tutti di Varsavia) e Speedup che sono partner importanti in questo mercato. Si tratta di investitori che offrono denaro in cambio di partecipazioni nelle aziende dei giovani imprenditori, oltre a programmi di sostegno e inquadramento. A volte contratti del genere possono risultare alquanto disonesti e svantaggiosi per i giovani. Sarebbe sempre meglio, consultare un esperto a cui far visionare l'accordo prima di apporre una firma.
Esistono inoltre dei fondi stanziati dall'Unione europea a sostegno delle startup, ma a mio avviso, ciò che conta è il denaro che si ottiene sul mercato. Non si può diventare un imprenditore di successo utilizzando soltanto i fondi dell'Unione europea.
Cb: In questo momento che tipo di progetti risultano più appetibili agli occhi degli investitori?
Richard Lucas: Tutto ciò che ha a che fare con l'accesso a internet da piattaforme mobili. In secondo luogo, tutto ciò che è legato al "big data" e alla capacità di accedere alle informazioni online.
Esiste tutto un mondo di possibilità offerto dall'informatica e da internet che abbiamo appena cominciato a conoscere. L'idea che potenzialmente qualsiasi dispositivo possa essere connesso a internet, che sia un frigorifero o un'automobile, mostra che la tecnologia è ovunque. Insegnanti, musei, teatri: chiunque ha bisogno di tecnologia. Per questo è essenziale che persone di qualsiasi professione aprano la strada verso soluzioni innovative. Non è più un compito che spetta soltanto a chi ha una formazione in ingegneria o in informatica.
Cb: Benché esistano dei casi di start-up e aziende gestite da donne, sembra che questo sia ancora un mondo prettamente maschile. Crede sia possibile ipotizzare un cambio di rotta?
Richard Lucas: In effetti si avverte una certa mancanza di figure femminili in posizioni manageriali e nella comunità delle startup. Insieme a Inspire Organization e Google For Entrepreneurs, abbiamo deciso di invitare Sharon Vosmek a Cracovia. Sharon Vosmek gestisce Astia, un'organizzazione che mira a riunire uomini e donne per risolvere questo problema. In sostanza, se c'è anche una donna nel team che ha fondato la vostra startup, allora Astia vi aiuterà a trovare degli investitori.
- Questo articolo fa parte del Dossier - Imprenditoria di Cafébabel insieme ad altri 4 articoli scritti dalla nostra comunità di autori e curati dalla redazione centrale di Parigi -
Translated from The Krakow Startup scene: Interview with angel investor Richard Lucas