Participate Translate Blank profile picture
Image for Repubblica Ceca, giovani donne contro la grammatica

Repubblica Ceca, giovani donne contro la grammatica

Published on

Story by

n- ost

Translation by:

Default profile picture Monica Zanelli

societàPolitica

Una delle caratteristiche più marcate della lingua ceca è la desinenza finale -ová nei cognomi femminili. Molti ritengono che questa forma non sia più attuale, perché richiama un rapporto di possesso da parte del marito. Nella lotta per le elezioni presidenziali, il tema diventa ora una questione politica.

Nelle prime elezioni presidenziali dirette in Repubblica Ceca nel 2013 saranno prese di mira Angela Merkelová e Steffi Grafová. Il candidato del partito conservatore di coalizione ODS, Přemysl Sobotka, è infatti a favore dell'abolizione della desinenza femminile -ová, che in Repubblica Ceca viene aggiunta automaticamente a tutti i cognomi di donne e, nella lingua parlata, anche quando si tratta di donne straniere.

Finora Sobotka era conosciuto soprattutto per le sue posizioni anticomuniste e la tendenza a "riscrivere" personalmente la storia. La sua ultima proposta è diretta a una nuova fascia di elettori. Almeno un quarto degli aventi diritto al voto è a favore dell'abolizione della desinenza.

"La politica ha scoperto la desinenza ceca -ová come tema di campagna elettorale"

Lucie, sposata Gross, appartiene a questa percentuale. La trentenne ceca non avrebbe mai pensato che sposare un tedesco avrebbe comportato dei problemi. «Dopo il matrimonio ho preso il cognome di mio marito, tedesco. E lui non ha mai capito perché sia così diverso dal suo», dice la giovane donna, giurista. Secondo il diritto ceco, infatti, le donne devono aggiungere al cognome la desinenza femminile -ová. Il suo cognome è così diventato "Grossová".

«Conosco molte coppie che non vengono riconosciute come una famiglia dalle autorità tedesche, a causa delle diverse desinenze nel cognome», dice Lucie. Per questo motivo si è avvalsa di un provvedimento eccezionale: ha rinunciato all'-ová alla fine del suo nome e ora si chiama Gross, come suo marito.

In Repubblica Ceca questo è possibile solo da dieci anni e solo in caso di matrimonio con uno straniero. Tuttavia, ciò che in Germania è assolutamente normale, è fonte di curiosi imprevisti per Lucie.

«Chi telefona è confuso, pensa che io sia un uomo», afferma, e per questo motivo risponde al telefono come "Grossová". Di professione avvocato, Lucie sta pensando perfino di aggiungere l'-ová anche sui suoi biglietti da visita, per rispetto verso le consuetudini dei suoi clienti.

Emancipazi-ová

Molte donne ceche sono infastidite da questa tradizione legata al nome, e non solo per motivi pratici, ma anche per una questione di emancipazione. La desinenza femminile lascia intendere infatti un rapporto di possesso da parte dell'uomo: prima il padre, poi il marito.

"Ciò che in Germania è assolutamente normale, è fonte di curiosi imprevisti per Lucie"

Ora la politica ha scoperto la desinenza ceca -ová come tema di campagna elettorale. Il conservatore Sobotka mette in campo però argomenti meno legati all'emancipazione: «Come tifoso - afferma - trovo strano che in televisione si senta sempre parlare di Serena Williamsová (la versione ceca del nome della famosa tennista americana, ndr)». Se dipendesse da lui, in futuro le donne dovrebbero poter decidere liberamente a favore o contro la desinenza.

Un ceco su due, tuttavia, è a favore del mantenimento della tradizione e un motivo in più risiede nella grammatica: «al contrario dei tedeschi, i cechi declinano i nomi, per cui viene modificata la desinenza. Se così non fosse, verrebbe meno il naturale flusso del discorso, con possibili fraintendimenti», spiega Pavel Štěpán dell'Istituto della Lingua Ceca di Praga.

Attualmente, secondo i sondaggi, Sobotka otterrebbe circa il 5% dei voti, rimanendo dietro i candidati capolista, gli ex primi ministri Jan Fischer e Miloš Zeman.

Sul lungo periodo i difensori della lingua lottano contro il tempo: «molte tradizioni scompaiono, non c'è motivo perché sopravviva proprio questa», afferma Jana Valdrová, professoressa di germanistica all'università a Budweis, nella Boemia meridionale. E così anche Angela Merkelová e Steffi Grafová riavrebbero i loro nomi originari.

Story by

Translated from Tschechische Emanzipation: Schluss mit Merkelová