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Referendum trivelle: così Sciacca ha raggiunto il quorum

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Palermo

Col suo 53% di affluenza, Sciacca è stata la città siciliana che meglio ha risposto al referendum di domenica scorsa. Un successo locale merito della fitta campagna di sensibilizzazione indetta da un giovane gruppo politico, "Mizzica Sciacca". A svelarci il segreto di una partecipazione così larga è Giuseppe Catanzaro, responsabile del laboratorio ambiente ed energie rinnovabili. 

Il referendum sulle trivellazioni in mare di domenica scorsa si è lasciato dietro una lunga scia di polemiche. Tra dichiarazioni al vetriolo sull’importanza del quesito referendario e la poco democratica campagna d’astensione attuata dal governo - condita poi da tweet imbarazzanti che hanno schernito coloro che hanno votato - l'affluenza raggiunta a molti osservatori è comunque parsa un successo. Ricapitolando, a livello nazionale sono andati alle urne circa 15 milioni d’italiani, il 32% degli elettori aventi diritto. Il quorum non è stato raggiunto, ma ben l’85% delle preferenze sono state rivolte verso il .

Dati diversi per la Sicilia, il cui numero di votanti è stato inferiore alla media nazionale. Circa il 28% dei siciliani si sono recati alle urne. L’unica città a raggiungere il quorum con il 53% è stata Sciacca. Penserete ad un caso e magari vi starete chiedendo come mai l’affluenza dei votanti sia stata così alta giusto in questo paese di 42.000 abitanti. In realtà dietro i freddi numeri si celano 'ingredienti' mancati in molte altre città italiane: passione civile, una capillare campagna di sensibilizzazione e grande impegno politico. A rivelarci i retroscena di questo inaspettato risultato locale è Giuseppe Catanzaro, responsabile del laboratorio ambiente ed energie rinnovabili del gruppo politico “Mizzica Sciacca, nato a marzo del 2015 e composto da ragazzi tra i 25 e i 30 anni. #DifendilocoSì l’hashtag proposto dal gruppo che ha sensibilizzato più della metà della popolazione saccense.

“Lasciati soli dalla politica locale”

«In questo grande successo che abbiamo ottenuto – ci dice Giuseppe - e del quale andiamo fieri, siamo stati lasciati soli. La politica locale non ci ha aiutati. L’apparato politico-partitico del territorio non ha svolto un ruolo di primo piano in questa nostra lotta, seguendo le direttive d’astensionismo proposte dal governo, con qualche rara eccezione. Il quorum che abbiamo raggiunto è frutto del grande senso civico di questa città che ha saputo rispondere ‘Presente’ ad un referendum così importante».

“Così abbiamo raggiunto il quorum…”

Giuseppe Catanzaro racconta da cosa è dipesa la grande affluenza alle urne: «Il comitato Notriv, che ha dato vita ad un presidio qui a Sciacca, ci ha aiutati molto a sensibilizzare la popolazione. I primi di febbraio abbiamo deciso di iniziare la nostra campagna capendo quanto sia importante un’informazione chiara, scevra da interessi politici. E per questo abbiamo iniziato ad informare i saccensi circa due mesi prima della votazione. Non ci siamo appellati all’importanza del nostro mare, se l’avessimo fatto avremmo raggiunto anche il 35%, ma senza una o più componenti politiche indipendenti non si sarebbe mai arrivati ad un risultato così sorprendente. La nostra campagna si è basata sul contatto fisico nelle zone periferiche della città. Una città disinnamorata della politica a causa dei tantissimi problemi che sta vivendo: dalla probabile chiusura dell’ospedale, a quella del tribunale, alla tassazione altissima sull’acqua. A febbraio si poteva toccare con mano il disinteresse per la politica. Poi, grazie all’attività di comunicazione, volantinaggio e al rapporto diretto con ristoratori, albergatori e comuni cittadini, abbiamo spiegato ad ognuno di essi quanto fosse importante il referendum, giorno dopo giorno. Abbiamo coinvolto associazioni di volontariato e anche gruppi che s’impegnano nel mondo dell’arte e del teatro, strutturando una campagna popolare e capillare».

“Sciacca ha insegnato molto alla politica locale e nazionale”

Tuttavia a livello nazionale il quorum non è stato raggiunto, e Giuseppe Catanzaro commenta così il risultato: «Purtroppo a livello nazionale non siamo riusciti ad ottenere ciò che volevamo, ma guardando a Sciacca non possiamo fare altro che essere soddisfatti, considerando le basi da cui partivamo. Qui ha vinto il senso civico, la libertà di pensiero, la democrazia partecipata. I cittadini hanno dato uno schiaffo a quella politica disinteressata, ad un territorio bistrattato e sofferente. Questa voglia di partecipare non finisce col referendum, le cose lentamente stanno cambiando e speriamo che si continui su questa scia».

Si è saputo dare, insomma, un esempio di democrazia partecipata e di grande senso civico, un impegno sul territorio che va oltre i festeggiamenti per chi non è andato a votare e per chi ha inneggiato all’astensione. Se la strada verso i cambiamenti è sempre molto lunga, Sciacca ha già iniziato a percorrerla.