Rasid, the Gipsy Marionettist: dalla guerra alla bellezza dell'arte
Published on
Rasid, 25 anni, è un marionettista con i baffi a manubrio. Per vivere fa l'artista strada. A Torino, si esibisce tra piazza Carignano e via Roma. Pino, lo scheletro e Jasmica, la tigre, sono le sue marionette. Rompe le regole, spiazza gli spettatori. Andiamo a trovarlo nel suo laboratorio in un tardo pomeriggio di inizio autunno, lo troviamo seduto alla sua scrivania intento ad intagliare legno.
La famiglia di Rasid ha radici nell'anima multietnica dei Balcani che si rivela nella sua cultura poliedrica. Parla italiano, serbo, russo, inglese e romanes, la lingua del popolo rom. Lo spostamento e la scoperta sono incisi nel suo DNA, di più, sono una scelta quotidiana. Ma non ha sempre viaggiato per passione. Rasid nasce nell'ex-Jugoslavia, entro i confini dell'attuale Bosnia, da madre serba mussulmana e padre cristiano ortodosso della Serbia. Da bambino, la sua famiglia è costretta a fuggire dagli orrori della guerra in Bosnia ed Erzegovina. Suo padre diserta l'esercito e fuggono a Berlino dove sono accolti come rifugiati."Se io e la mia famiglia siamo vivi lo dobbiamo ad un soldato dell'esercito slavo. Siamo partiti in autobus, ogni tanto lungo la strada i sodati ci fermavano e facevano scendere dei passeggeri. Destinazione: fosse comuni. Poi mia madre ad un checkpoint ha incontrato per caso un soldato, un suo amore da giovane. Ci ha lasciati passare, su un autobus vuoto. Gli altri passeggeri, persone che conoscevamo da una vita, non li abbiamo più visti", racconta.
Rasid e la sua famiglia arrivano a Berlino da rifugiati. Con i pochi soldi che hanno comprano un camper diretti a Milano dove, al tempo, era stanziata una comunità bosniaca. Ma poi, nel viaggio, si perdono: "Siamo arrivati a Torino per caso. Ci siamo fermati per stanchezza, credo". Effetto sliding doors.
Il mio nome è Rasid!
"Se i miei coetanei volevano guidare la moto, io preferivo il teatro. Gli altri volevano fare i tamarri, e io sono diventato un artista". Rasid si è costruito per opposizione, utilizzando quel che non gli piaceva come esempio negativo da non seguire. A Torino frequenta la scuola. La presa di coscienza della sua diversità avviene tra i banchi e tra le pagine dei libri. "I bambini mi prendevano in giro per il mio accento serbo. Allora tra la fine delle elementari e l'inizio delle medie ho deciso di eliminarlo. Ho letto tanti libri a voce alta, ma mi è rimasto più del solo italiano". Le storie che ha letto hanno avuto una funzione identitaria. E con la sua identità ha riconquistato anche il suo nome. "Mia madre per semplicità mi faceva chiamare Nino. Mi ero convinto di chiamarmi così. Credo che in quell'estate sia sbocciato il mio ego. Mi sono ribellato. Il mio nome è Rasid!”.
Le marionette
A 16 anni inizia a fare l'artista di strada. Tra le vie di Torino si sperimenta con numeri da mimo. Intanto coltiva l'amore per la pittura, l'artigianato e il teatro. “Lavorando in strada con quei numeri mi sembrava di star copiando uno stile. Sono andato allora alla ricerca di qualcosa di originale". Finita la scuola, partecipa ad un progetto di volontariato internazionale ad Odessa, nel sud dell'Ucraina. Lavora con i bambini e intanto frequenta una scuola di teatro e marionette. Spiega con orgoglio che per un anno della sua vita la routine quotidiana è stata occupata da sole tre attività: "la mattina con i bambini, il pomeriggio a scuola di marionette, la sera in casa ad intagliare legno". C'è del metodonella sua arte. Non a caso in Ucraina ha studiato la geometria euclidea applicata alla progettazione delle marionette.
Rasid è un romantico nella mente di un realista. Ispira l'anima delle sue creazioni agli affetti e cura fin nel minimo particolare i dettagli. Cuore e pragmatismo. Studia i movimenti da dare suoi soggetti in modo maniacale. Ha costruito tre marionette ispirate ai componenti del nucleo essenziale della sua famiglia. Lo scheletro Pino rappresenta il padre, la tigre Jasmica la madre, la danzatrice del ventre la sorella. La progettazione è fondamentale, è la parte in cui si immaginano i movimenti della marionetta che saranno resi reali attraverso le curvature dei controlli, la lunghezza dei fili, il movimento di braccia e polsi. Ad ogni movimento del marionettista ne corrisponde uno della marionetta. È una simbiosi, un equilibrio delicato, elegante, pulito. Il metodo è il segreto della sua arte senza tempo. Rasid è risoluto, conosce l'importanza del processo creativo, monta e smonta i suoi progetti in continuazione fin quando l'idea non lo soddisfa.
Strada
Gli spettacoli seguono un canovaccio alla cui fine c'è sempre il gran finale, il momento clou dello spettacolo. Anche gli artisti di strada hanno delle regole. Rasid le infrange tutte: "Io improvviso in continuazione. L'attenzione media delle persone è di circa venti minuti. Quando sento le energie calare, poso la marionetta. Fermo lo spettacolo e la gente pensa: e adesso che fa? Ne prende un'altra? Dobbiamo pagare?". Rasid spiazza il suo pubblico, lo disorienta, a volte prende la marionetta e va via durante lo spettacolo, semplicemente lo abbandona e torna dopo qualche minuto: "Una volta avevo la tigre e ho fatto il giro del palazzo. Ero in piazza Carignano, ho fatto un giro da H&M e sono tornato. Non sapevo se al ritorno avrei ancora trovato degli spettatori". Ma la sua scelta comunicativa sembra essere premiata dal pubblico. D'estate viaggia per tutta Europa con il denaro guadagnato in strada. E di inverno?
La scuola di marionette
The Gipsy Marionettist (è questo il suo nome d'arte) rompe le regole in tutti i sensi, anche nelle modalità di insegnamento. I marionettisti in genere non vogliono condividere le tecniche per paura che gli si rubi il lavoro. Allora ha aperto una scuola di marionette nel suo laboratorio. Attualmente è frequentata da 8 allievi, alcuni dei quali già in grado di costruire autonomamente una marionetta. Tra qualche giorno terrà un workshop sul suo mestiere all'Accademia Albertina.
Rasid svolge un mestiere antico, fuori dal tempo, che ha radici in tempi differenti e luoghi diversi. Dall'Africa al Giappone fino all'est-Europa, in passato costruire marionette era un modo per raccontare storie ed esorcizzare le paure, tirarle fuori dall'animo umano, rappresentarle e comprenderle. In un mondo governato dalla spietata e indecifrabile potenza delle immagini, l'arte di Rasid dona momenti di profonda umanità. Lo sanno bene i suoi spettatori, bambini e adulti che sempre si incantano nel vederlo in azione.