Raki: (ex) bevanda nazionale turca?
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Il primo ministro turco Recep Tayyip Erdogan sta conducendo una fiera crociata contro gli alcolici, disincentivandone il consumo e aumentando le tasse. Che ne sarà quindi del raki – deliziosa acquavite aromatizzata all'anice - e cosa penseranno coloro che invece la considerano la vera bevanda nazionale?
“Questa sera niente alcol dopo le 21”, mi sento dire da un cameriere in un bel ristorante del centro di Istanbul, a due passi dalla torre Galata. Non nascondo la mia delusione. Cosa è successo? Mi chiedo. Appena due anni fa ero lì a mangiare agnello alla griglia e involtini di melanzane con il mio bicchiere di raki in mano, e oggi mi ritrovo con un succo di melograno. Dev'essere l'effetto Erdogan.
Effetto Erdogan
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Il primo ministro conservatore turco, infatti, sta conducendo da tempo una dura battaglia contro il consumo di alcol che, nel quadro di una progressiva “islamizzazione”, sta diventando un tema di scontro tra i laici e i seguaci di una società più rispettosa dei valori della religione. In un recente intervento pubblico, Erdogan ha precisato che la bevanda nazionale turca non è né la birra, né tantomeno il raki, bensì l'analcolico ayran – yogurt diluito con acqua – che, come diceva suo nonno, è il simbolo di una società in buona salute.
Tuttavia, mentre il Governo promuove il consumo delle bibite analcoliche e alza le tasse su quelle alcoliche – in Turchia sono tra le più elevate al mondo, - l'associazione dei produttori di alcol tradizionale turco hanno chiesto all'Europa di riconoscere al raki lo statuto di bevanda nazionale. Curioso, no?
In ogni caso, aspettando che i turchi si mettano d'accordo, noi vi consigliamo di assaggiarne un bicchiere, diluito con acqua o accompagnato dal şalgam suyu, un succo di barbabietola, come aperitivo o durante il pasto. Sbrigatevi, prima che sia troppo tardi!
Come la sambuca
Il raki è un'acquavite a base di grano, mais, patate, datteri, prugne o più comunemente di uva, aromatizzata con anice e menta. Di gradazione mai inferiore ai 40°, in Turchia si consuma generalmente diluito con acqua e con l'aggiunta di cubetti di ghiaccio. Alcune varianti dello stesso prodotto – che prendono quindi nomi differenti a seconda della nazione – si consumano nel resto dei Balcani e, più in generale, nei paesi del Medio Oriente. Il pastis francese e la sambuca italiana, inoltre, ne ricordano il gusto.
Foto: (cc) dwarf 0/flickr; video © Federico Iarlori e Argemino Barro per Cafebabel.com