Rai per una notte: se la tv pubblica emigra nel web
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Viene vietata la messa in onda dei dibattiti politici nella televisione pubblica? Che problema c'è, oggi esiste il web. È un po' quello che è accaduto in Italia qualche settimana prima della elezioni regionali del 28 marzo 2010. Dibattiti vietati per preservare la par condicio. Ma alcuni giornalisti, come Michele Santoro, non ci stanno. E allora ecco un esperimento tutto nuovo: Rai per una notte..
.nel web
L’editto Bulgaro
In principio fu l’Editto Bulgaro. L’anatema politico scagliato da Berlusconi nel 2002, in occasione di una visita ufficiale del Premier a Sofia, portò all’espulsione dalla Tv pubblica italiana, la Rai, di due storici giornalisti, Biagi e Santoro, e di Daniele Luttazzi, attore satirico, rei di aver posto in primo piano le incompatibilità di Berlusconi con il ruolo di Primo Ministro. Gli epurati furono accusati, a dire del Premier italiano, di «aver fatto un uso criminoso della televisione pubblica».
Il rapporto tra i vertici della politica italiana e il servizio radiotelevisivo pubblico è da sempre molto conflittuale. Le tre reti televisive della Rai, infatti, sono diventate negli anni uno strumento politico in mano ai partiti. La televisione pubblica è una torta da spartire in base al peso politico. In un paese dove la stragrande maggioranza della popolazione trae le sue informazioni esclusivamente dalla Tv, e dove il Primo Ministro possiede anche l’altra metà del sistema televisivo, con ben tre reti di sua proprietà (Mediaset), appare chiaro a chiunque che la vera battaglia politica italiana si combatte nell’etere. Almeno fino ad oggi.
L’ultimo atto nel conflitto aperto fra i partiti, che vorrebbero controllare la televisione pubblica, e i giornalisti che si professano indipendenti, si è consumato con l’approssimarsi delle elezioni regionali (28 e 29 marzo 2010). Un’inedita direttiva della dirigenza Rai ha, infatti, stabilito la sospensione di tutti i programmi di approfondimento politico, fino al termine della campagna elettorale. Una scelta aziendale senza precedenti che ha anestetizzato il dibattito politico proprio in uno dei momenti più delicati della vita democratica del paese. In più, a questa situazione paradossale, si è aggiunta una nuova grana giudiziaria per il Presidente del Consiglio italiano. È stato, infatti, reso pubblico da alcuni giornali un triangolo d’intercettazioni telefoniche tra il Premier, Silvio Berlusconi, alcuni esponenti di spicco dell’autorità garante sulle telecomunicazioni, l’arbitro imparziale che garantisce il rispetto delle regole in Tv, e i vertici della Rai. Dalle intercettazioni si evince molto chiaramente la pressione del Premier per cercare, in tutti i modi possibili, di bloccare alcune trasmissioni di approfondimento politico della Rai a lui “poco gradite”. La sospensione dell’approfondimento politico durante la campagna elettorale per le regionali, appare alla luce di questo quadro giudiziario, nient’altro che la realizzazione delle pressioni politiche del Premier.
Il web scavalca censura e televisione, è la rivoluzione 2.0?
Da questo silenzio mediatico, così assordante, si è levata una voce fuori dal coro. Questa voce è stata “Rai per una notte”, come l’hanno ribattezzata i suoi autori, tra cui Michele Santoro, uno dei due giornalisti che otto anni fa fu vittima dell’Editto bulgaro. «Non sarà più possibile mettere a tacere il dissenso nel nostro paese. Qualunque scelta facciano nel futuro, non ci costringeranno al silenzio» ha dichiarato lo stesso Santoro durante la presentazione dell’evento.
Ciò che è andato in onda e in diretta giovedì 25 marzo è stata un’esperienza di sciopero bianco a metà strada fra il giornalismo e lo show. In streaming su decine di siti, attraverso un inedito network fatto di web, ma anche di reti televisive satellitari e locali e, perfino, mega schermi in decine di piazze gremite è andato in onda un nuovo esperimento di comunicazione. Una cosa che non si era mai vista in Italia, capace di andare oltre la censura e, al contempo, di aggirare il muro dell’informazione dai suoi canali ufficiali.
Non ci sono i dati ufficiali dello share a dare le cifre esatte di questa serata, tuttavia non mancano i numeri per confermare il successo dell’iniziativa. Oltre 130 mila contatti simultanei di picco sul sito ufficiale dell’evento, senza contare tutti gli altri siti che hanno condiviso lo streaming della serata. Rai per una notte è immediatamente diventato il primo evento mediatico nella storia italiana del web. È ancora presto per dire se l’esperimento sia riuscito a bucare la tele-democrazia italiana, forandone l’impenetrabile muro di gomma. Senza dubbio resta la vittoria del web e la prova della sua grande capacità di generare viralità, ovvero la capacità di muoversi in modo orizzontale, scavalcando la rigidità verticale delle classiche strutture della comunicazione.
Foto: roberto cardarella/flickr; giuseppe nicoloro/flickr; ttan/flickr; bramanz/flickr. Video: studio1radiotvnews/Youtube