Radio Mayis: unire Cipro con le parole
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Laura PipponziIntervista a Hassan Kahvecioglu, fondatore di Radio Mayis, creata a Cipro per incoraggiare l’unione e il dialogo tra turchi e greci. E per avvicinare tutta l’isola all’Europa.
Il 1° maggio 2004, la parte greca dell’isola di Cipro entrò a far parte dell’Ue, così la parte turca è rimasta più isolata che mai. Quello stesso giorno, un gruppo di giornalisti turco-ciprioti mise in onda Radio Mayis, con programmi in greco e in turco. Usando le parole di Kahvecioglu, «Radio Mayis è un tributo all’Europa».
Quale programma registra più ascoltatori?
Il nostro programma bilingue del sabato (disponibile su Internet), il quale ha il suo proprio pubblico pro-riconciliazione.
Durante la festa nazionale di una delle due comunità, in che modo si esprime il vostro pubblico nei vostri programmi speciali?
Utilizziamo un vocabolario “comune”, insomma, ragioniamo secondo il principio di un territorio unito. I fatti del 20 luglio 1974 (invasione turca della parte nord dell’isola, ndr) sono conosciuti come “Operazione Pace Felice” per i turchi, e come “Invasione e occupazione” per i greci. Nella Radio Mayis non utilizziamo nessuna di queste espressioni: nel 1974 entrambe le parti furono vittime. Vogliamo che ogni parte comprenda la sofferenza dell’altra, lavorando con elementi di empatia e autocritica. Abbiamo adottato la terminologia dell’Onu: settore turco di Cipro e settore greco di Cipro. Nessun riferimento a “Cipro nord”.
In quale parte ci sono più ascoltatori?
Si tratta di un’emittente che ha sede nella parte turca di Cipro: la maggior parte dei nostri ascoltatori risiede lì. Poi i programmi bilingue si ritrasmettono nella parte greca attraverso altre emittenti. La comunità greca ha il potere e non avverte la necessità di cambiamenti come i turco-ciprioti. Inoltre, esiste un po’ di sfiducia: credono infatti che le radio turche siano sotto il controllo delle autorità. È un peccato ed è evidente che abbiamo bisogno dell’appoggio dei greco-ciprioti.
Che contatti avete con le organizzazioni europee o mondiali?
All’inizio abbiamo ricevuto supporto tecnico da una fondazione con sede a Washington, la quale ci ha inviato esperti, per aiutarci nell’organizzare la programmazione, e ci ha formato. Oggigiorno riceviamo più sostegno dall’Onu che dall’Ue.
Perché mettere su una radio con emissioni bilingue piuttosto che un giornale strutturato su due lingue?
Esiste già un giornale trilingue chiamato Dialogue, e sono uno dei suoi fondatori. Ha molto successo: tratta temi culturali e politici di attualità, come la gestione dell’acqua. Provengo dal mezzo scritto, ma la radio non è solo un mezzo rapido e semplice per arrivare a tanta gente, rappresenta il nesso tra i due settori. Le voci viaggiano senza chiedere permesso.
Qual è la maggiore “disinformazione” che colpisce entrambi i territori ciprioti?
I territori di Cipro sono affetti da disinformazione, ma anche da un’informazione incorretta, manipolazioni, etc. L’obiettivo di Radio Mayis è correggere l’informazione inquinata, in ogni campo, per allentare le tensioni. Ma i dirigenti di entrambe le comunità sono contrari, preferiscono che la loro gente si occupi solo della loro comunità.
Ci potrebbe fornire un esempio di una situazione in cui Radio Mayis è stata in grado di allentare una tensione?
Qualche settimana fa, uno dei confini fu chiuso per tre ore da parte dei soldati greco-ciprioti, contrariamente agli accordi stabiliti da entrambe le comunità. Alla fine, grazie ad un soldato dell’Onu, ci rendemmo conto che alcuni soldati turchi avevano attraversato le linee greche come provocazione. Per tutta risposta, i greci chiusero la porta. Dall’altra parte, i dirigenti turchi sfruttarono il caso per scagliarsi contro la comunità greca.
Grazie alla sua esperienza nella stampa, in televisione e in radio, lei è un testimone privilegiato del ruolo dei mezzi di comunicazione a Cipro: qual è la sua opinione?
A Cipro, la principale battaglia politica è la battaglia dei mezzi di comunicazione. Ogni giorno sfornano notizie provocatorie per creare una atmosfera negativa. Per molto tempo, i giornalisti sono stati la “voce del potere”. Penso che i giornalisti e i professori siano due categorie responsabili della tensione nell’isola da Trent’anni anni.
Però ora c’è dialogo, e le comunità hanno nozioni una dell’altra...
Oggi c’è dialogo, ma non ancora cooperazione. Il dialogo si è sviluppato, però senza molto senso.
Almeno la mutua comprensione è migliorata?
I turco-ciprioti continuano ad essere percepiti come “gli altri”. Qualche anno fa, dopo l’apertura dei confini, un imprenditore greco di Nicosia invitò me e mia moglie a cenare a casa sua. Dopo la cena, mentre sua moglie sparecchiava, la mia si offrì di aiutarla. Una volta in cucina, mia moglie volle lavare i piatti, e l’altra disse: «Vedi questa macchina? Si chiama lavastoviglie e lava i piatti. Siamo fortunati, non dobbiamo lavare i piatti». Noi avevamo cambiato la nostra qualche settimana prima...!
L’anno scorso raccontai questo aneddoto durante una presentazione ad Atene per mostrare come i turco-ciprioti non siamo considerati come “gli altri”. Alla fine della presentazione, un vecchio amico greco-cipriota mi abbracciò e mi chiese: «Si trattava di mia moglie?». Ci è mancato poco che svenissi: Anche sua moglie ragionava allo stesso modo?
Translated from Radio Mayis: las voces que querían unir una isla