Raconter la vie: storie della maggioranza silenziosa
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Piera FiammenghiSociologi e giornalisti indagano ogni angolo della società; eppure, ci sono persone che rimangono nell'anonimato. Per dare voce a chi resta nell'ombra, un gruppo di ricercatori ha dato vita al progetto Raconter une vie che colleziona stoire inedite di persone che altrimenti non avremmo mai conosciuto.
Inaccettabile, invisibile, incompreso. Sono queste alcune delle parole che campeggiano sugli striscioni dei manifestanti in strada o nei commenti dei forum on line. Pierre Rosanvallon, storico e sociologo francese, studia questi sentimenti da molti anni. "I francesi si sentono esclusi dallo Stato, dalle istituzioni e dai media. Credono che ciò che fanno non abbia alcun valore", spiega al quotidiano francese Libération.
Insieme ad altri intellettuali, editori e giornalisti, lo studioso francese ha sviluppato l'idea di creare una comunità virtuale nella quale gli utenti, in veste di eroi di un quotidiano inesplorato, diventano autori di racconti collettivi. In concreto, il progetto Raconter la vie è un sito partecipativo dove a ogni membro che desidera condividere la sua storia viene offerto uno spazio massimo di 50.000 caratteri. La trama del racconto può appartenere sia alla sfera professionale, che privata, e ruotare intorno a un aneddoto, una scelta di vita o una testimonianza. Le opinioni politiche e i proselitismi religiosi sono bannati. La cosa più interessante è che non si deve per forza scrivere un'autobiografia ma si può anche narrare il vissuto di chi ci è intorno.
"L'obiettivo che ci siamo posti è quello di dare risalto alle realtà sociali più marginali, di rintracciare le situazioni più problematiche e di capire meglio la società di oggi", spiega Pauline Peretz, direttrice editoriale e coordinatrice del progetto.
CAMBIAMENTO RADICALE E DOPPIA VITA
Troviamo racconti ordinari di impiegati di fast food, di assitenti sociali, di autisti della metro, come anche di persone che convivono con la malattia, il dolore o il giudizio della gente. Oltre a questo, rintracciamo anche storie di doppie vite o di persone che hanno deciso di stravolgere la loro esistenza. Due mesi dopo il lancio, diffuso con successo dai media (Libération, France Inter, Arte, ecc.), il sito conta già 1.400 iscritti. "Ciò che ci ha colpiti è la qualità letteraria dei circa 150 testi che ci sono arrivati. Gli editori del sito intervengono raramente per modificare i testi", racconta Pauline Peretz.
Ognuno dei 60 testi oggi disponibili on line ha la forma di un piccolo libro da leggere anche su tablet. Una parte dei racconti viene anche stampata e pubblicata in libri da collezione. Tra gli scrittori che a breve daranno il loro prezioso contributo a questa comunità di autori e lettori troviamo: Annie Ernaux, François Bégaudeau, Maylis de Kérangal.
A metà strada tra le scienze sociali, la letteratura e il giornalismo, il progetto Raconter la vie è destinato a durare e ambisce, nell'arco di tre anni, a dare voce a quella fetta di Francia ancora inedita e troppo a lungo ignorata.
Translated from Raconter la vie : portrait d'une France invisible