Qui Roma. Viale Europa, questa sconosciuta
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Continuiamo la nostra serie di articoli sulle strade delle capitali europee chiamate Europa. Appuntamento nel cuore dell'Eur tra shopping e lezioni di un europeismo che non c'è.
L’Europa non è di casa in viale Europa. Eppure pare avercela nel dna. La via si trova nel dodicesimo Municipio del trentaduesimo quartiere di Roma chiamato, non a caso, «Europa» e in una zona che, almeno per assonanza, ricorda l’Europa: Eur (leggi il riquadro in basso).
Eurtour senza Europa
I romani non si sognerebbero mai di associare viale Europa a qualcosa di vagamente legato all’Europa. Qui viale Europa significa sostanzialmente tre cose: Ministero delle Comunicazioni; sede centrale di Poste Italiane; l’unica via di «passeggio» in una zona di uffici, aziende, istituzioni pubbliche, musei e ministeri improntati per lo più allo stile architettonico fascista.
Ma non mi rassegno a questa immagine dell’unica via romana dedicata all’Europa e perciò mi rivolgo a una guida turistica specializzata: «Viale Europa? Nulla di particolare. Solo negozi, negozi, negozi. Nessun riferimento a livello letterario né a livello storico che possa ricondurre questa via all’Europa», dice Rossella Favo della Suerte Itinerarte, che da due anni organizza itinerari turistico-culturali (‘Eurtour’) nel quartiere per conto di Eur Spa. «D’altronde neppure via delle ‘Città d’Europa’ se la passa meglio – continua Rossella Favo – situata nell’estrema periferia sud di Roma, è conosciuta solo per la sua vicinanza a un centro commerciale».
La lezione dell'edicolante sui media e l'Ue
Alle due estremità di viale Europa ci sono la lunga via Cristoforo Colombo (che unisce la città al mare) e l’imponente Basilica dei Santi Pietro e Paolo, che domina il quartiere e avrebbe dovuto essere il mausoleo di Mussolini secondo i piani originali. Mussolini si rivolterebbe nella tomba se vedesse l’immagine di una tartaruga (noto marchio di italiano di borse e valige) campeggiare sulla facciata in ristrutturazione della Basilica.
Un sabato mattina di sole vado finalmente in viale Europa alla scoperta dei legami reconditi fra logos e topos. Ma le parole della guida turistica vengono tristemente confermate: solo negozi. Come se non bastasse nell’unica libreria del viale non c’è neppure un saggio sull’Unione Europea: «Non ne vendiamo perché la gente che ci frequenta non è interessata a questi libri - spiega il libraio Marcello Cosentino – mi domandano solo romanzi oppure libri scolastici». Il che la dice lunga su quanto la scuola italiana dia spazio all’Unione europea… Il mio libraio non è a conoscenza dei programmi comunitari per diffondere la cultura quali Cultura 2000 ma ha un’idea ben precisa: «L’Europa non serve a niente: ci impone cose come il limite di velocità sulle autostrade (informazione falsa, ndr), ma non l’adeguamento degli stipendi, visto che in Italia sono i più bassi».
Quando mi avvicino all’edicola più fornita della via, l’anziano gestore mi apostrofa: «Giornalista? Vede, qui è pieno di prostitute». In realtà alle 11 del sabato mattina non c’è nessuna prostituta. Quando provo a spiegargli che la Commissione europea prevede delle misure contro la tratta degli esseri umani, l’edicolante taglia corto e mi dice di parlare con il figlio. Luca Palma è indaffaratissimo ma gentilmente mi mostra i giornali in lingua straniera «perché abbiamo anche clienti di altri Paesi europei». Clienti che, a quanto pare, leggono solo magazine molto soft in inglese e francese. Chi vive fra i giornali dovrebbe sapere benissimo in che modo parlano di Europa: «Poco e male», risponde l'edicolante : «I giornalisti italiani parlano di Europa solo se c’è un legame tangibile con la politica nazionale».
Negozi assai signorili di abiti, scarpe, cellulari, gioielli si susseguono sui due lati della via. Proprietari e commessi sono impegnati a servire i clienti del sabato mattina che si dedicano allo shopping. La giovane giornalista che vuol parlare di Europa («questa sconosciuta») non è esattamente bene accetta… business is business! Cammino mestamente percorrendo le strade coperte di foglie rosse cadute dagli alberi. Non mi resta che fare shopping, l’unica cosa che viale Europa è in grado di offrire a chi la percorre.
EUR come Europa? No, come Esposizione Universale Roma
L’Eur ha affascinato un artista visionario come Federico Fellini, che vi ambientò il suo episodio di Boccaccio 70 e scrisse «L'Eur è un quartiere molto congeniale a chi fa di professione il rappresentante di immagini».
I primi mattoni dell’Eur (abbreviazione di Esposizione Universale di Roma) furono posti nel 1931 e i lavori si sarebbero dovuti concludere nel 1942, in occasione dell’Esposizione Universale per celebrare il ventesimo anniversario della Marcia su Roma del 1922. L'Esposizione del 1942 fu annullata poiché in piena Seconda Guerra Mondiale e i lavori per terminare il quartiere proseguirono fino agli anni Sessanta, in occasione delle Olimpiadi di Roma.
L’Eur rappresenta l'unico centro direzionale alternativo al centro storico ed è una delle zone più moderne della città. Altre vie sono dedicate ai continenti: viale Europa è in compagnia di viale America e piazzale Asia.
Scopri le piazze e i viali che portano il nome “Europa” nelle grandi città europee con la nostra serie “Strade d'Europa”. Prossima fermata: Place de l'Europe a Rennes in Francia il 13 gennaio. Puntata precedente: EuropaPlatz a Berlino