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Quando lEuropa rema contro se stessa

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Intervista al segretario dellAssociazione Musulmani Italiani, secondo il quale la politica europea in Iraq rischia di favorire i fondamentalismi e di impedire la diffusione della democrazia.

Café babel ha incontrato a Roma Shaykh Abdul Hadi Palazzi, segretario dellAssociazione Musulmani Italiani. La prospettiva democratica non è estranea al mondo arabo, caratterizzato da un importante pluralismo di opinioni. Non tutti i musulmani sono fondamentalisti anti-americani, e la politica europea in Iraq potrebbe giovare ai nemici della democrazia e del modello europeo rappresentativo.

Chi è Saddam Hussein e cosa rappresenta il suo regime per lopinione pubblica del mondo islamico?

Palazzi Il regime di Saddam Hussein è passato attraverso fasi alterne, ma tutte caratterizzate da estrema crudeltà e dal metodo di governo di un personaggio che è giunto al potere in un periodo in cui lIraq era un paese tecnologicamente avanzato, con un numero limitato di abitanti, con uneconomia florida, e che - teoricamente - avrebbe potuto avere buone possibilità di sviluppo, tanto più che allora era collocato in una posizione di apertura allOccidente.

Con il golpe del partito Baath si installa al potere una forza originariamente laica e nazionalista che vuole espandere la civiltà araba a scapito delle potenze circostanti, contenendo linfluenza iraniana, contrastando la civiltà turca, cercando di limitare il ruolo dellArabia Saudita.

Finchè si tratta di contenere lespansionismo komeinista, cè un blocco di copertura. Gli arabi si trovano a sostenere Saddam temendo il controllo della regione da parte di un governo come quello iraniano, che poteva fomentare le correnti più estremiste allinterno di tutti i paesi. Cè quindi un muro contro muro che sfocia nella guerra. La situazione però lascia con un forte stato di delusione. Innanzitutto perché liniziativa militare non ha sbocchi, la guerra tra Iran ed Iraq finisce in pareggio. Il regime di Baghdad sente di essere stato usato dagli arabi, tutti nessuno escluso, e di essere ridotto in condizioni di distruzione derivanti da anni di guerra contro lIran, allimpopolarità per il numero di cittadini mandati a morire al fronte e, dopo la distribuzione delle quote di capitale delle compagnie petrolifere, completamente in mano al cartello OPEC.

A questo punto Saddam si accorge di aver fatto la guerra per procura e di essere lasciato da solo a pagare tutte le spese. Nasce così un sentimento di rivincita: prendo da me la mia quota con la forza. E così che va interpretata linvasione dellIraq.

Questa mossa crea un consenso diffuso nellopinione pubblica araba, che si coagula in opposizione ad un regime feudale, corrotto e basato sullapartheid come quello kuwaitiano. Saddam era ancora visto come una opportunità di modernizzazione tantè vero che con linvasione Saddam Hussein abolisce lapartheid in Kuwait.

Il limite dellOccidente è stato nella restaurazione del vecchio regime. Se lOccidente avesse restituito il Kuwait a se stesso facendo emergere un regime più democratico, Saddam sarebbe rimasto isolato anche allinterno del mondo arabo. Invece il regime di Baghdad tramite la rete del fondamentalismo pseudo-religioso si è trasformato in una minaccia per la stabilità della regione.

A proposito di fondamentalismo, con lintervento militare in Iraq lei non teme linsorgere di una peste comunitaria e una contrapposizione sempre più violenta tra mondo arabo e modello democratico occidentale?

Palazzi Innanzitutto ci sono ancora degli elementi che sentono di poter essere schiacciati da un accentramento del mondo arabo per cui è lArabia Saudita ad affermarsi come nuovo paese guida. Gli Hascemiti e la monarchia giordana hanno, per esempio, guardato sempre allOccidente e si sono sempre proposti come la punta avanzata nel dialogo con lOccidente. La monarchia giordana ha interesse a far sì che il fondamentalismo non prevalga. Questa è la prima ragione per cui non credo che identificare il problema mediorientale con Saddam possa portare ad un compattamento del mondo arabo nel lungo termine.

Esiste poi un dissenso anche da parte dellislam turcofono, che sarà spinto su posizioni ancora più vicine allOccidente.

Lassociazione musulmani italiani si sente parte della coalizione occidentale che si accinge a liberare lIraq da un dittatore che ha contribuito a causare larretratezza del popolo irakeno e a sostenere il terrorismo nello scenario mediorientale: la forza di Arafat è direttamente proporzionale alla forza del regime di Saddam Hussein, e lintifada di al-Aqsa è il mezzo con cui il regime irakeno contribuisce a rendere incandescente la situazione del Medio Oriente.

Labbattimento del regime di Saddam potrebbe far crescere nel mondo arabo lunica alternativa praticabile al fondamentalismo iraniano ed allassolutismo saudita: il modello di monarchia costituzionale giordano.

Inoltre sarebbe controproducente smembrare lIraq in zone di influenza, creando uno stato curdo nelle zone settentrionali, uno sciita nel sud, e lasciando fra i due un Iraq dimezzato. Questo porterebbe allallargamento del blocco iraniano e paradossalmente rafforzerebbe la posizione saudita. Il candidato naturale che si affermerebbe alla guida di un Iraq unito è il principe Hassan della stirpe Hascemita di Giordania. LIraq di Hassan e la Giordania di Abdallah diverrebbero così i due Stati hascemiti moderati che renderebbero possibile il dialogo tra Occidente e mondo arabo.

La scommessa è proprio questa: affermare una strategia che innanzitutto liberi lIraq, ed in una seconda fase miri a circoscrivere linfluenza saudita alla sola Penisola Arabica. Se non si risolve questo problema i fondi per le organizzazioni terroristiche del fondamentalismo wahhabita continueranno a circolare.

Se lArabia Saudita gioca la carta dellespansionismo, qual è il ruolo dellIran?

Palazzi Con la nomina di Khatami a segretario generale dellOrganizzazione per la Conferenza Islamica, con la trasformazione degli Hezbollah in partito legale, lavvento del governo siriano di occupazione in Libano e lalleanza strategica con Hamas, braccio saudita nel conflitto israelo-palestinese, si è inaugurata una strategia di accerchiamento che accomuna Iran e Arabia Saudita contro la monarchia hascemita di Amman e contro il mondo islamico turcofono.

LIran punta a cancellare lIraq per fagocitarlo, trasformando la Giordania nellanello più debole della catena, accerchiato a nord dallalleanza siro-iraniana ed a sud dallasse Arabia-Emirati-Kuwait. Tanto più questa tenaglia si chiuderà, quanto più il mondo arabo sarà impermeabile alla democrazia.

Quale ruolo gioca lEuropa in questa regione?

Palazzi Se prevarranno gli interessi delle aziende del settore energetico e petrolifero, il gioco di sponda dellEuropa rischia di essere quello di chi continua a dare una chance a Saddam, di chi continua ad impedire lefficacia dellintervento militare. LEuropa rischia di favorire lasse Iran-Siria-Arabia. Finché ci saranno conflitti tra questo blocco e gli Stati Uniti sarà lEuropa a potersene avvantaggiare economicamente. Questo però fa sì che determinate aziende europee ed i loro referenti politici europei remino sin da ora contro lopportunità di diffondere la democrazia.

Del resto lunica adesione allUnione europea che è stata rigettata fino al 2006 è proprio quella della Turchia: cioè lunico esperimento funzionante di società islamica in cui esistono i partiti, lopposizione e lalternanza tra centro-destra e centro-sinistra. Lunico modello occidentale di democrazia che si è rivelato essere compatibile con il mondo islamico lo si vuole tenere fuori dallEuropa perché lEuropa guarda soprattutto ai suoi interessi petroliferi: lItalia a Gheddafi, la Francia ad Assad, e la Germania a Saddam.

E paradossale che gli interessi dellEuropa occidentale finiscano per rientrare in un disegno contro il dialogo tra Islam ed Occidente e che quindi spingono il mondo arabo verso loscurantismo totalitario, invece di avvicinarlo al modello di democrazia rappresentativa tipico dellEuropa.