Quando l’Europa corteggia l’Asia
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Il summit Asem di inizio ottobre rilancia la cooperazione economica col gigante asiatico. Con un occhio al terrorismo.
La quinta edizione dell’Asia-Europe Meeting (Asem) si è tenuta, quest’anno, all’insegna dell’allargamento. Tra il 7 e il 9 ottobre, infatti, si sono incontrati ad Hanoi un’Unione Europea ampliata a 10 nuovi membri dell’Est, ma anche un’Asean che comprendeva 3 nuovi paesi, quali Laos, Cambogia e Burma che si aggiungono così a Cina, Giappone, Corea del Sud e paesi del Sud-Est asiatico. Dal ’96, il vertice richiama ogni due anni capi di Stato e di governo e costituisce il principale foro multilaterale delle relazioni euro-asiatiche. Al menu economia e affari, certo, ma anche immigrazione, diritti umani e lotta contro il terrorismo.
Triangolo commerciale
La crescita dell’integrazione europea e il dinamismo dell’economia asiatica hanno trasformato radicalmente l’equilibrio delle forze economiche mondiali. L’Asia e l’Europa sono legate da relazioni di reciproco interesse visto che nel 2002 la Ue era il secondo mercato d’esportazione per l’Asean e che le esportazioni europee verso l’Asean ammontano a circa 30 miliardi di euro annui. Non solo: il 27% dell’export europeo è indirizzato all’Asia e l’Unione costituisce la maggior fonte di flussi di investimenti diretti e di capitali per il mercato asiatico. L’allargamento della Ue proietta il mercato regionale più grande al mondo ben oltre i suoi limiti continentali: in questo modo i flussi commerciali e di capitali tra Europa e Asia determinano un asse che riequilibra le forze nel triangolo commerciale tra Nord-America Europa e Asia.
Multilateralismo
Il summit Asem rappresenta un esempio significativo di approccio politico di tipo multilaterale nei rapporti internazionali. L’Europa riconosce l’importanza della stabilità politica, della democrazia, della parità tra i Paesi e della risoluzione dei problemi interni che compromettono le relazioni e gli equilibri del sistema economico globale. Pertanto avverte la necessità di costruire, attraverso istituzioni come l’Organizzazione Mondiale del Commercio (o Wto) e l’Onu, una rete di cooperazione e un ambiente economico favorevoli allo sviluppo di un mercato che coinvolga un numero sempre maggiore di paesi asiatici. Non a caso la Ue ha intrattenuto relazioni bilaterali con il Vietnam in vista dell’ingresso prossimo di questo paese nella Wto. In un certo senso la globalizzazione dell’economia nella ricerca estenuante di sempre crescente efficienza quale strumento della produzione di valore costituisce il modello per la politica di cooperazione e di consolidamento delle relazioni internazionali.
Questa politica risulta tanto più significativa nel contesto attuale di crisi tra civiltà occidentale e Islam. A tal proposito emerge dal meeting dei giorni scorsi l’unanimità di consensi contro il terrorismo. Il che acquista un significato ancor più profondo se si pensa alla partecipazione al summit di grandi paesi musulmani quali l’Indonesia e la Malesia.