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Quando le istituzioni europee aprono le porte

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Roma

Gente seduta ai tavoli all’aperto che assaggia specialità thailandesi, giocolieri sui trampoli, un quartetto di poco autentici vigili urbani divisa blu fosforescente e calzini gialli, improvvisa goffe coreografie, le note stonate di un karaoke gigante e una fila di stand varipinti tutto intorno alla piazza: una sagra paesana? Ma no, è place Luxembourg in festa. Sabato 7 Maggio le istituzioni europee hanno aperto le porte: “Visitatori benvenuti, e niente badge”.

dalla nostra corrispondente a Bruxelles Eva Donelli

Questa giornata,  un’avvenimento che si celebra annualmente dal 1985, apre la festa dell’ Europa.  Una festa organizzata per commemorare la dichiarazione di Robert Schuman, il primo discorso politico ufficiale, tenuto da Robert Schuman il 9 Maggio del 1950 e considerato l’atto di nascita dell’Unione Europea.

Un’iniziativa per informare il pubblico sulla struttura e le attivita delle istituzioni a cui aderiscono il Parlamento Europeo, la Commissione, il Consiglio d’Europa, il Comitato Economico e Sociale e il Comitato delle Regioni.

La visita comincia: si fa la fila davanti all’ingresso Altiero Spinelli dove un carretto rosso offre ‘aperoccini’ italiani sulle note di “bella ciao” e canzonette napoletane. Tanti passeggiano sfoggiando palloncini blu del PPE: ma lo sapranno cos’è il PPE ? Beh basta entrare al Parlamento per farsi una cultura.

Appena metti piede dentro ancora prima di passare gli abituali controlli di sicurezza ti consegnano solennemente  un passaporto, con tanto di timbri. Un quiz ti attende a ogni stand. Se superi tutte le prove ai DG COMM, DG PERS, DG INLO, DG ITEC, DG TRAD, DG IPOL, DG PRES, DG INTE, DG EXPO, all’uscita puoi richiedere il premio finale. Le domande servono a presentare le nove Direzioni Generali al pubblico e spaziano dalla politica, all’energia, all’innovazione, alla logistica.

Anche se nei test un po’ si può barare, (i controlli non sono severi come nei test EPSO), è difficile uscire senza aver almeno imparato che ci sono 27 stati membri ma 23 lingue ufficiali, che la madrelingua più parlata dai deputati tra le tre ufficiali è il tedesco e non l’inglese, che il 34.8% dei deputati è donna, che i due ultimi stati membri entrati nell’Unione sono la Bulgaria e la Romania e non la Svizzera e che la Russia non ha adottato l’euro!

Al terzo piano ci sono gli stand dei gruppi politici, con tavoli colmi di depliants informativi. Presso quello blu del Partito Popolare Europeo, il gruppo più grande del Parlamento, ti regalano tazze e cappellini, previo superamento di un test sul PPE, presso quello dei S&D puoi ascoltare chitarre flamenche e colorare agli atelier di acquarello.

Non manca nulla, dai dibattiti alle esposizioni agli spazi per i bambini. Ti puoi cimentare nella professione di interprete nelle cabine disponibili e ti puoi fare la foto con il Presidente Buzek, di carta, ma grandezza naturale.

Quest’anno la Festa dell’Europa è consacrata al tema del volontariato e la maggior parte degli stand all’esterno  sono di ONG che si occupano di questo. Ma non mancano gli stand originali, come quello presidiato da un tuareg nigeriano che vende gioielli e quello dell’associazione per la Democrazia Europea, che sostiene il Parlamento Europeo a Strasburgo.

Come mi spiega Tibor, convinto attivista del gruppo, “sarebbe meglio che i deputati non lavorassero a Bruxelles, dove subiscono l’influenza pericolosa di funzionari e lobbisti, ma tutto dovrebbe essere spostato a Strasburgo, dove, lontano da Consiglio e Commissione,  il Parlamento avrebbe una maggior indipendenza e una voce più autonoma”.

Mentre un gruppo rumeno strimpella dal palco, un trenino colorato si ferma davanti alla piazza, la gente sale e scende. E’ la navetta gratuita disponibile solo per un giorno: ti traghetterà alla scoperta delle altre istituzioni.