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Quando la ricerca collabora con la società per apportare un impatto più concreto

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Terreni comuniEditors Pick

Molto spesso, il mondo dei ricercatori e degli scienziati sembra chiuso e difficile da comprendere per il resto della società, ed è l'accademia stessa a lamentarsene. La collaborazione con le comunità locali potrebbe quindi essere la soluzione per far scendere il mondo della ricerca dalla sua torre d'avorio? Per questa rubrica, che fa parte della serie "Terreni comuni", ci dirigiamo in Tanzania, dove la citizen science aiuta le comunità locali a gestire meglio le risorse idriche.

All'Istituto per le politiche di sviluppo (IOB), , situato nel centro della città belga di Anversa, i ricercatori puntano a "contribuire a un reale cambiamento politico", come recita la brochure dell'istituto. Tuttavia, non è un compito da poco.

In Tanzania, ad esempio, la comunità rurale ha un accesso limitato all'acqua potabile e la mancanza di conoscenze sulla qualità dell'acqua porta a gravi malattie. Sebbene la ricerca stia progredendo e si stiano trovando soluzioni in altre parti del mondo, i risultati non raggiungono ancora queste comunità.

"Naturalmente, come ricercatore, pubblichi articoli accademici, il che è molto importante per la tua carriera. In fondo, però, fai ricerca perché vuoi che i tuoi risultati vengano utilizzati", spiega l'economista Nathalie Holvoet, docente presso l'IOB. Per questo motivo, Nathalie e la sua collega Sara Dewachter, anch'essa docente presso l'IOB, hanno deciso di partecipare a un progetto pilota COESO per "collegare i cittadini alla scienza", in collaborazione con un'organizzazione non governativa tanzaniana.

Nel dicembre 2021, le due donne hanno organizzato una conferenza a Morogoro, in Tanzania, per lanciare un progetto di citizen science. L'iniziativa si chiama "Communitor", e riunisce diversi attori da tutto il mondo, coinvolti nella citizen science e nel monitoraggio comunitario.

A Morogoro hanno incontrato un ex studente del loro istituto, Cretus Joseph Mtonga: un ventinovenne della Tanzania, co-fondatore dell'Aqua Farms Organization, un'associazione che cerca di migliorare l'uso delle risorse idriche.

"Abbiamo subito sentito di avere un interesse comune. Così abbiamo iniziato a lavorare insieme alla costruzione di questo progetto", racconta Sara Dewachter. Insieme hanno deciso di rispondere all'invito a presentare progetti del COESO e hanno sviluppato un progetto di citizen science chiamato Women Water Watch.

L'obiettivo era far sì che le donne tanzaniane analizzassero la qualità dell'acqua dei fiumi. Le donne sono spesso escluse dalle iniziative locali in questo settore, nonostante siano solitamente in possesso di informazioni rilevanti sull'acqua.

Per Nathalie, Sara e Cretus, una cosa era chiara: le donne devono essere coinvolte nel processo di miglioramento della gestione dell'acqua.

Nel giugno 2022, Women Water Watch è stato selezionato dal COESO, il che ha consentito di iniziare il lavoro vero e proprio. Women Water Watch è un esperimento di un anno condotto da ricercatori e cittadini in due continenti.

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Sara, Nathalie e Cretus posano con le altre partecipanti al progetto Women Water Watch.©Women Water Watch

Women Watch Watch è iniziato alla fine del 2022 ed è uno dei progetti di ricerca sulla citizen science sostenuti dal consorzio europeo. Un altro progetto pilota con altri tre partner in diversi Paesi, all'incrocio tra mondo accademico e società civile, sta sviluppando giochi per aumentare la consapevolezza dell'emergenza climatica. Questi giochi mirano a far luce sui pericoli del cambiamento climatico e sono dedicati ai giovani della costa croata. Un altro progetto pilota si sta svolgendo nella città belga di Gand e vuole coinvolgere i genitori degli alunni nella ricerca sulla qualità nutrizionale delle mense scolastiche per i loro figli.

Il COESO vuole dimostrare i vantaggi della collaborazione tra ricercatori e cittadini per il progresso scientifico. Tuttavia, si tratta anche e soprattutto di dare un impatto diretto e positivo sulla società. Quindi, cosa c'è di meglio della partecipazione diretta dei cittadini nella ricerca?

La sfida di coinvolgere le comunità locali

La sfida più grande per il progetto Women Water Watch è riuscire a coinvolgere le comunità locali, che a volte sono molto lontane dalle idee di salute pubblica, per non parlare del mondo della ricerca.

È qui che Cretus svolge un ruolo essenziale, in quanto conosce molte persone sul posto, parla swahili e, soprattutto, ha una formazione accademica e competenze scientifiche in materia di acqua.

Nel 2020, Cretus ha conseguito un master in gestione dei fondali marini presso l'Università di Anversa, dopo una laurea in scienze acquatiche e pesca.

Cretus Joseph Mtonga
Cretus Joseph Mtonga ©Women Water Watch

Cretus è riuscito a mobilitare gli stakeholder locali e a individuare i possibili siti (una decina di villaggi tanzaniani rilevanti per l'argomento). Con l'aiuto di Diana Tiholaz, dottoranda presso l'IOB che si occupa di qualità dell'acqua, e di Nathalie e Sara, Cretus è riuscito a selezionare cinque villaggi come campo di studio.

In ognuno di questi sono state selezionate anche quattro donne che parteciperanno come "donne monitoranti" (women monitors) al controllo della qualità dell'acqua.

Le donne riceveranno una formazione sull'analisi idrica, parteciperanno a dibattiti e incontri di feedback, oltre che a scambi con i politici locali.

Possono essere anziane o giovani, madri o studentesse, l'unico requisito è che una persona di ogni gruppo deve essere in grado di parlare inglese, per comunicare con i ricercatori. Il fatto che alcuni dei partecipanti non parlino inglese è uno degli aspetti più impegnativi del progetto per Cretus, che ritiene di non essere sempre in grado di trasmettere le parole dei partecipanti con la stessa emozione e veridicità.

Tuttavia, tutti concordano sul fatto che i gruppi permettono alle comunità locali di essere meglio rappresentate. "Se si scelgono sempre delle persone che sono, ad esempio, vicine ai leader politici, si aiuta sempre lo stesso gruppo di persone", spiega Sara.

Coeso pilot 8
Le partecipanti al progetto Women Water Watch imparano a utilizzare i kit per l'analisi dell'acqua

All'inizio dell'esperimento sono stati distribuiti degli smartphone a tutti i partecipanti. È stata sviluppata un'app per inserire i dati e mappare i punti in cui la qualità dell'acqua era buona o cattiva, utilizzando le bandiere rosse e verdi come indicatori. Sono state organizzate sessioni di formazione nei fiumi e nelle aule scolastiche, per insegnare ai partecipanti a giudicare rapidamente se l'acqua è sicura o meno, e sono stati distribuiti anche kit di analisi dell'acqua con istruzioni su come utilizzarli.

Anche se sono solo a metà strada, Sara, Nathalie e Cretus considerano già il progetto un successo solo guardando i messaggi, e la loro frequenza, scambiati sul gruppo Whatsapp del progetto tra le donne tanzaniane. Per esempio, "ci sono messaggi in cui le persone dicono che devono far bollire di più l'acqua perché non è pulita, anche i bambini partecipano, fanno il gioco che abbiamo sviluppato sulla consapevolezza dell'acqua, ci sono foto nel gruppo, e tutto questo avviene indipendentemente da noi, in swahili", spiega Sara.

Per Cretus, la cosa è ancora più evidente. "Posso vedere una chiara evoluzione nei loro livelli di fiducia quando parlano. All'inizio erano un po' timide, nessuna voleva parlare, mentre ora sono pienamente fiduciose. Fanno domande ai leader, seguono la qualità dell'acqua, ecc. Quando abbiamo presentato i primi risultati, volevano sapere cosa sarebbe successo dopo. Inoltre, in Tanzania c'è la tradizione di avere una posizione nella società, e credo che ora queste donne abbiano posizioni elevate nella società. Sono molto forti, le chiamano le guerriere (water warriors) dell'acqua".

Cretus ha potuto beneficiare dell'esperienza anche a livello personale. Le capacità organizzative, il rigore e l'esperienza dei tre ricercatori lo hanno aiutato molto a progredire nel suo lavoro, spiega.

L'impatto reale del progetto sarà visibile solo alla fine del progetto pilota, ma Nathalie e Sara sono entusiaste. Hanno solo cose positive da dire sulla loro esperienza con Cretus, che secondo loro ha eliminato alcune barriere. Sottolineano inoltre il fatto che il progetto sia riuscito a decollare e ad avere successo soprattutto grazie ai rapporti già consolidati tra l'IOB e l'Università di Mzumbe in Tanzania, che ha partecipato all'iniziativa senza essere un partner formale.

Tra l'IOB e Mzumbe si erano già svolti scambi accademici e progetti, e Sara e Nathalie avevano già incontrato Cretus e la sua organizzazione in passato. "Abbiamo costruito un rapporto di fiducia e comprensione reciproca nel corso degli anni, quindi sappiamo chi è bravo a fare cosa, e come, e le nostre diverse competenze possono essere molto complementari, e la comunicazione è molto facile, ecc".

Le conoscenze locali di Cretus sono state di grande aiuto per facilitare il lavoro, ad esempio per ottenere più rapidamente i permessi dalle autorità scientifiche in Tanzania. Le sue visite preliminari ai contatti sul posto e la raccolta di informazioni hanno inoltre permesso al progetto di procedere in modo rapido ed efficiente, basandosi su dati affidabili. Senza un solido appiglio in loco, si ripresenta il problema della disconnessione dei ricercatori.

Nonostante la distanza fisica dall'azione, Nathalie e Sara dicono che non esiterebbero a rifarlo. Per il momento, però, si incontreranno con Cretus per una riunione online per discutere i requisiti finali prima del completamento del progetto.


Questa storia fa parte della serie di Cafébabel "Terreni comuni".

Questo progetto è realizzato in collaborazione con il progetto di ricerca COESO (Collaborative Engagement on Societal Issues), all'intersezione tra scienze sociali e ricerca partecipativa. Coordinato dall' l’Ecole des Hautes Etudes en Sciences Sociales, COESO è finanziato dal programma di ricerca Horizon 2020. Il contenuto di questo articolo non può in alcun modo riflettere il punto di vista della Commissione europea, che non è responsabile delle informazioni qui contenute.

Photo de couverture : Banner: Una formazione di questo progetto di ricerca ©WWW

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Translated from Quand les chercheurs s’associent avec la société pour renforcer leurs impacts concrets