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Pubblicità: ecco le immagini che scandalizzano l'Europa

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Anna Massera

società

La pubblicità fa parte del nostra vita quotidiana. Le immagini sono dappertutto: in televisione, sui cartelloni pubblicitari e sulle riviste. Ci suggeriscono che abbiamo bisogno proprio di quell’auto, di quella vacanza o di abortire. Un attimo: di abortire? Sì, in un mondo di immagini sempre più appariscenti, facciamo sempre meno attenzione a ciò che ci viene proposto.

A meno che non venga trattato un certo argomento che inevitabilmente ci indigna. Per alcuni europei, una donna nuda significa già essere andati ben oltre un certo limite, per altri questo meccanismo scatta di fronte alla vista di un feto morto. Adolf Hitler, le malattie a trasmissione sessuale o i Queen: cosa scandalizza l’Europa? Cafebabel.com vi propone una piccola carrellata degli ultimi euro-scandali.

Gran Bretagna: "aborto" esagerato?

Si può fare della pubblicità a favore dell’aborto? In Gran Bretagna sì, già da maggio 2010. Lo spot è stato prodotto dalla Marie Stopes International, che gestisce otto cliniche in Inghilterra. Nella clip si vedono alcune donne incinte con un numero verde gratuito che le interessate possono chiamare per avere informazioni. Come sempre, quando si tratta un tema delicato come quello dell’aborto, è impossibile evitare le polemiche. Michaela Ashton, antiabortista e portavoce dell’organizzazione Life, non riesce a capacitarsi del fatto che le cliniche dove si pratica l’aborto siano legali e che vengano pubblicizzate in televisione: «È grottesco!», afferma. In effetti, non si tratta di detersivi. Marie Stopes International non considera lo spot come una pubblicità pro aborto. Si tratta solo di informare e chiarire. Il tasso di incidenza delle gravidanze fra le adolescenti in Gran Bretagna è tra i più alti d’Europa, secondo l’UNICEF.

Polonia: “NaziSexyMouse”

Può anche trattarsi di arte, ma gli abitanti della cittadina polacca di Poznan trovano l’argomento tutt’altro che gradevole. Già il fotomontaggio che ritrae un corpo femminile nudo con la testa di Topolino non è certo una cosa alla portata di tutti. In più, il fatto che sullo sfondo ci sia un’enorme svastica non può suscitare che malumori in Polonia, dove in molti sono morti, negli anni ’40, per mano dei nazionalsocialisti tedeschi. “NaziSexyMouse”, questo è l’ovvio titolo dell’opera, è stata ideata da Max Papeschi e pubblicizza la mostra di una galleria d’arte di Poznan. Il manifesto, oltretutto, si trova soltanto a pochi metri di distanza dalla sinagoga cittadina che durante il regime nazista venne utilizzata come piscina. Papeschi vuole che la sua opera venga interpretata proprio su un piano politico: associare, fra gli altri, simboli associati all’oppressione e  “icone culturali” come Topolino, da sì che queste ultime perdono il loro “effetto rassicurante” per trasformarsi in un “incubo collettivo”.

Francia: Alzheimer indecente

Contro questo spot di Saatchi&Saatchi, prodotto per l’Association France Alzheimer, è stato presentato con successo un ricorso a febbraio grazie ad una petizione online. Quindi non potrà più essere mandato in onda in Francia. La promotrice della petizione, Valérie Roumanoff, ci spiega: «Questa pubblicità ci mostra una visione deformata ed apocalittica del morbo di Alzheimer. Sono stati utilizzati gli strumenti tipici dei film horror - aggiunge la Roumanoff, - come, ad esempio, una colonna sonora decisamente inquietante. In più, i protagonisti dello spot si muovono come veri e propri zombie. Alla fine compare lo slogan “Per fortuna non se lo ricorderanno”. Noi, invece, - conclude, - questa pubblicità ce la ricorderemo a lungo!».

Italia: A Rocco Siffredi piacciono le patatine

Per chi non è italiano, potrebbe non essere chiaro, a prima vista, il motivo per cui la pubblicità di una nota marca di patatine sia stata censurata in Italia. Bene, Rocco Siffredi è un famoso attore di film porno e l'ambientazione con donne seminude che si stiracchiano in piscina con fare lascivo ad alcuni potrebbe sembrare ai limiti dell’indecenza. Il reale motivo della censura sta però nel testo. Mentre Siffredi mangia le patatine, pronuncia queste parole particolarmente significative: «Mmmmmh, mi piace la patatina». Ora è chiaro (ma forse neanche troppo) che questa frase, messa in bocca proprio a Rocco Siffredi, è stata sufficiente per far gridare allo scandalo.

Germania: l'Aids è un assassino di massa

Nel 2009, con questa campagna pubblicitaria, l’Initiative Regenbogen e.V., un’organizzazione tedesca per la prevenzione dell’Aids, non ha raccolto grandi consensi: lo slogan “L’Aids è un assassino di massa” non è stato accolto positivamente né in Germania né in altri paesi. In questo spot si vede chiaramente che Adolf Hitler, Josef Stalin e Saddam Hussein fanno sesso non protetto con delle donne. Le proteste sono arrivate soprattutto dalla Gran Bretagna e dagli Stati Uniti. È stata criticata in particolare la stigmatizzazione dei sieropositivi, etichettati come “assassini di massa”. Inoltre, la pubblicità non fornisce informazioni su come proteggersi dall’Aids. Infine, per quanto riguarda i ruoli , la campagna pubblicitaria è problematica: le donne vengono rappresentante come le vittime del contagio, mentre gli uomini “cattivi” sono i portatori della malattia.

Spagna: "Diario di una ninfomane"

“Diario di una ninfomane” (in spagnolo: Diario de una ninfómana), questo è il titolo del film uscito nel 2008, pubblicizzato da cartelloni pubblicitari. L'immagine di una donna seminuda che infila la mano negli slip tappezzava le stazioni dei bus e delle metro della capitale spagnola, Madrid, ha fatto gridare allo scandalo. Christian Molina, regista del film sulle ninfomani, aveva invece il sospetto che non fosse tanto l’immagine della donna in mutande, quanto il concetto della "ninfomane" a rappresentare un problema. Anche un altro cartellone recante solamente il titolo del film e senza la donna seminuda, è stato infatti respinto.

Illustrazioni: Marie Stopes International/YouTube; Video: maxpapeschi/YouTube; flouze1/YouTube; alemona/YouTube; The Young Turks/YouTube; xunadvdclub/YouTube

Translated from Werbung: Welche Bilder schocken Europa?