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Protezionismo all’italiana?

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Lo scandalo finanziario esploso in Italia verso la fine del 2005 non è una tragedia solamente italiana che rimane entro i confini della penisola: è stata messa in discussione la credibilità del libero mercato di tutta l’Unione Europea. Questo episodio non è però l’unico segnale del malessere che si percepisce nel salotto privato dell’economia europea.

La tempesta finanziaria abbattutasi sull’Italia la scorsa estate nasceva dal tentativo della Banca d’Italia governata da Antonio Fazio di impedire il rivelamento di due banche italiane, Banca Antonveneta e Banca del Lavoro da parte, rispettivamente, della banca olandese Abn Amro e dalla banca spagnola Bbva (Banco Bilbao Vizcaya Argentaria).

Adrian Michaels, corrispondente da Milano per il Financial Times ha precisato che Fazio si opponeva notoriamente al rilevamento di banche italiane da parte di istituti stranieri. «Durante i suoi 12 anni come governatore, nessun gruppo straniero ha avuto il permesso di comprare una banca italiana. Fazio credeva che la le banche italiane necessitassero di rafforzarsi ed espandersi prima di venir esposte ad aquisizioni e fusioni a livello del mercato globale».

Il 27 luglio, il Corriere della Sera, importante quotidiano italiano, pubblicava una conversazione intercettata dagli inquirenti delle Fiamme Gialle, tra Fazio e Gianpiero Fiorani, presidente di Bpi (Banca Popolare Italiana), che portava alla luce le trame del governatore di Bankitalia.

Durante la telefonata tra i due banchieri, Fazio rassicura Fiorani dicendo che l’offerta pubblica d’aquisto di Bpi per l’Antonveneta è stata approvata dalla Banca Centrale. Fiorani ringrazia così Fazio: «Tonino, io sono commosso, io ti ringrazio... ti ringrazio... ho la pelle d'oca... io, guarda, Tonino ti darei un bacio sulla fronte se potessi...».

La rivelazione di questa conversazione intima tra Fiorani e Fazio ha acceso le reazioni delle istituzioni finanziarie d’Europa: la Banca Centrale Europea ha preteso le dimissioni di Fazio, mentre la Commissione Europea ha iniziato un’azione legale contro Bankitalia per violazione delle regole del libero mercato. La Abn Amro, manovrata della Banca Centrale italiana ha richiesto chiarimenti.

Timori per una nuova Tangentopoli?

Dopo quasi sei mesi di confusione e immobilità, i magistrati italiani sono stati in grado di mettere la parola fine all’imbarazzante vicenda delle telefonate tra Fazio e Fiorani, che ha macchiato la reputazione delle principali istituzioni della finanza italiana.

Le indagini hanno portato all’arresto di Fiorani e altri quattro banchieri per associazione a delinquere e alle dimissioni forzate per Fazio. Durante le indagini, tuttavia, Fiorani ha rivelato che numerosi altri politici e banchieri erano coinvolti nello scandalo.

Nella cerchia finanziaria è stato indicato Giovanni Consorte, ex presidente di Unipol, come l’artefice di una più ampia manovra illecita legata al rilevamento sia di Banca Antonveneta che di Bnl. Il Primo Ministro Berlusconi e il leader dei Democratici di Sinistra, Piero Fassino, sono iscritti nella lista degli uomini politici (più) vicini a Fiorani e Consorte. Nessuno dei due è veramente accusato di azioni illecite, ma come scrive Michaels del ‘Financial Times’: «Lo scandalo sulle banche dimostra che il protezionismo è ancora radicato in entrambi gli schieramenti politici».

Sono molti in Italia che temono l’inizio di una nuova Tangentopoli. Un analista finanziaro italiano che lavora alla City di Londra afferma: «Non c’è alcuna prova che l’intero sistema finanziario in Italia sia corrotto. Dalla controversa vicenda di Bankitalia bisogna però imparare che l’Italia deve aprirsi all’economia globale, senza discriminazione per i partner commerciali».

Quale futuro per il ruolo della finanza italiana in Europa?

Mentre le indagini sullo scandalo finanziario delle banche italiane continuano, gli analisti finanziari si domandano a quale futuro vada incontro il sistema bancario in Italia. Mario Draghi, ex vice presidente della Goldman Sachs International e suo tesoriere ufficiale, succede a Fazio come nuovo governatore di Bankitalia.

La rivista americana Newsweek esprime la sua preoccupazione: «Il ruolo finanziario delle banche italiane in Europa non sarà più lo stesso». Tutte le istituzioni finanziarie europee, invece, hanno applaudito alla nomina di Draghi, confidando nell’avvento di un periodo di maggior transparenza per il sistema bancario italiano. Draghi è un noto sostenitore della privatizzazione e non favorirà forme di protezionismo, come nel caso di Fazio.

Abn Amro, che alla fine ha vinto l’offerta per Banca Antonveneta, ha espresso il proprio ottimismo per la nomina di Draghi a governatore della Banca Centrale. Jochem Laarschot, portavoce della banca olandese, ha dichiarato: «Dopo aver lanciato la nostra offerta, per sei mesi si è presentata una situazione altalenante. Ora che si è calmata, siamo soddisfatti della conclusione positiva delle operazioni su Banca Antonveneta».

Bbva ha deciso di non correre per Bnl, che è invece finita nelle mani della francese Bnp Paribas. Il portavoce di BBVA, Gonzalez Patiño, ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione quando gli è stato chiesto un commento riguardo allo scandalo italiano. Ha solamente aggiunto che la sua banca preferiva dimenticare tutto l’accaduto.

Ora che lo scompiglio finanziario sta terminando, il ruolo commerciale dell’Italia in Europa rimane ancora poco chiaro. Sono state approvate riforme legislative che modificano il ruolo direttivo della Banca Centrale e assegnano maggior potere ai detentori del controllo sul business. Ora che un nuovo scandalo finanziario che implica simili questioni di pratiche nazionalistiche, si affaccia sulla Polonia, serve un intervento europeo più decisivo. L’Unione Europea dovrà prendere posizione e iniziare un processo di riforma delle attuali direttive sulle banche, in modo da circoscrivere il potere dei protezionisti dell’economia nazionale, che bloccano la fusione e l’acquisizione a livello internazionale.

Translated from Protecting the Italian Economy