Premio Sakharov: una vittoria contro Teheran
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Sono due iraniani i vincitori dell’edizione 2012 del Sackharov Prize per la libertà di pensiero: Jafar Panahi e Nasrin Sotoudeh, chiamati simbolicamente a rappresentare chi da anni grida contro un Paese che fatica a garantire i diritti dell'uomo e le sue libertà fondamentali.
La decisione della Conferenza dei Presidenti dei gruppi politici europei e resa nota durante la sessione plenaria del Parlamento europeo a Strasburgo è emblematica: due vincitori che "incarnano tutto quello che l'Unione Europea difende", e una vittoria che altro non è che una "chiara condanna al regime di Teheran", come l’ha definita il Presidente del Parlamento Martin Schulz.
Istituito nel 1988, quando a vincere fu Nelson Mandela, il premio Sakharov, dedicato all'omonimo dissidente e scienziato russo, viene assegnato a quelle personalità che si battono per la difesa dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali. Ma chi sono i vincitori di quest’anno?
Nasrin Sotoudeh è un’avvocata e attivista dell’opposizione, in isolamento nel carcere di Evin, a Teheran, dal settembre 2010 perché accusata di propaganda contro il governo iraniano. Si è mossa in difesa dei connazionali arrestati durante le proteste post-elettorali del giugno 2009 ed è stata condannata a undici anni di prigione. Il Premio Sakharov a Nasrin rappresenta un sostegno alla lotta contro il regime iraniano e a quella “per la libertà, per la dignità umana, per la libertà d'espressione e la giustizia”, come ha sottolineato Schulz.
L’altro vincitore è il noto regista e sceneggiatore Jafar Panahi, da sempre impegnato in film denuncia sulla condizione delle donne e dei bambini in Iran. La condanna inflittagli dal regime di Teheran nel dicembre 2010 ha indignato la scena internazionale: sei anni di carcere, con il divieto di scrivere sceneggiature e di lasciare il Paese per i prossimi vent'anni. Se il primo riconoscimento ufficiale del regista era arrivato con il Premio Caméra d'or al Festival di Cannes del 1995 per "Il Palloncino bianco", nel 2010 "Il Cerchio", otto affascinate racconti di vite iraniane, tutte al femminile, gli fa conquistare il Leone d’Oro di Venezia. Poi il colpo di scena al Festival di Cannes 2011: "This is not a film", documentario autobiografico di una sua giornata tipo, arriva clandestinamente al Festival grazie a una chiavetta Usb nascosta in una torta. Artista capace di creare “ritratti vivaci di un paese complesso, ricco, bellissimo e dei suoi abitanti” dipingendone “non soltanto gli aspetti più belli, ma anche i problemi della vita iraniana” e “la dura realtà che esiste”, proprio per questo è stato isolato e “messo a tacere”, come ha ribadito Schulz.
Il ritratto del Premio Sakharov 2006, il dissidente Milinkevic, su Cafebabel.
Se i vincitori della scorsa edizione sono stati cinque protagonisti della Primavera araba, quest'anno a contendersi il premio insieme alle due personalità iraniane c’erano anche il bielorusso Ales Bialiatski, attivista per la difesa dei diritti umani detenuto dalle autorità bielorusse e fondatore di un'organizzazione non governativa per il sostegno e l’assistenza legale ai prigionieri politici, e le Pussy Riot, la band punk condannata a due anni in un campo di lavori forzati per aver intonato una canzone contro Putin nella cattedrale di Mosca del Cristo Salvatore. Per le tre cantanti l'accusa è vandalismo e istigazione all'odio religioso.
Sabato scorso, una delegazione di cinque eurodeputati dei Verdi, Socialisti e Democratici e Sinistra unitaria europea avrebbe dovuto recarsi a Teheran con l’obiettivo di aprire un dialogo tra l’Unione europea e l’Iran e recapitare personalmente ai vincitori del Premio Sakharov le due lettere ufficiali. Ma nella mattinata di sabato, l'ambasciatore iraniano presso l'Unione europea ha fatto sapere a Tarja Cronberg, presidente della delegazione del Parlamento europeo per le relazioni con l'Iran, che in "un tempo cosi breve" i deputati non avrebbero potuto consegnare personalmente le due lettere. Risultato, la visita è stata annullata. Già da venerdì questa missione era stata oggetto di polemiche: Martin Callanan, Presidente del Gruppo dei Conservatori e dei Riformisti Europei l'aveva definita "un atto deplorevole". Il Presidente Shulz "profondamente dispiaciuto" per la sorte della missione, ha fatto sapere che il Parlamento europeo è comunque "determinato a continuare il suo sostegno e il coinvolgimento con la società civile iraniana".
I due vincitori dell'edizione 2012 dovranno aspettare il prossimo 10 dicembre per essere premiati a Strasburgo: una data emblematica, quella della firma della Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo, nel 1948. L’Unione Europea rivolge ancora una volta un appello al regime di Teheran. Stavolta affinché Sotudeh e Panahi possano essere presenti alla cerimonia di premiazione.
Foto: principale (c) European Parliament/Flickr; locandina "This is not a film" (c) pagina facebook di Jafar Panahi