Portogallo road
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Viaggio a Sud-Ovest del Continente europeo tra scogliere a picco sull'Atlantico e botteghe artigiane.
Mutato radicalmente negli ultimi decenni sia sotto il profilo economico che sociale, il Portogallo conserva ancora un lato selvaggio e antico. Villaggi avvolti dal vento dell’Oceano, spiaggie incontaminate e l’inconfondibile profumo degli eucalipti ne fanno una terra speciale, in cui immergersi senza alcuna fretta. Incastonato come una pietra preziosa nella più grande e famosa Spagna, è un Paese ricco di storia e di cultura, di meraviglie naturali, un immenso balcone sull’Oceano dove il profumo dell’Atlantico si intreccia con quello dell’ottima cucina locale, bagnata da due vini profondamente diversi tra loro che sembrano rispecchiare la doppia anima di questo Paese. Il Porto, caldo e malinconico, e il vinho verde, fresco e unico nel suo genere. Chiunque voglia visitare questo Paese deve prendersi tempo, munirsi di scarpe comode e di spirito d’avventura e sicuramente di una macchina in grado di risalire i ripidi pendii di Monchique, il tetto dell’Algarve.
Porto, perla di mare
Tra le città più singolari e affascinanti del Portogallo c'è sicuramente Porto. Immersa in una regione di vigneti, è arroccata sulle sponde del Douro, unico punto di quiete motoria in una città priva di equilibrio urbanistico e densa oltre ogni misura di traffico. Un intricato labirinto di strade e vicoletti ripidissimi conducono nel cuore del pittoresco quartiere di Ribeira, e poi in rapida discesa verso il fiume dove dai piccoli e numerosissimi ristoranti di pesce si può godere la vista del Don Luis I, un ponte in ferro a due piani, realizzato su progetto di Gustave Eiffel, che collega il borgo cittadino alla zona delle cantine dove si produce il Vinho do Porto.
Le strade portoghesi scorrono quasi tutte all’interno, tra minuscoli paesini e zone di pascolo. L’Oceano è un richiamo constante che richiede deviazioni quasi obbligate. Cabo da Roca è una tappa da non perdere per chi da Nord si dirige verso Lisbona. Parte integrante del parco naturale di Sintra e Cascais, è il punto più ad occidente del Continente europeo caratterizzato da un panorama mozzafiato grazie agli oltre 100 metri di scogliera a picco sull’Atlantico.
Da Lisbona fino alla “fine del mondo”
Da qui a Lisbona il passo è breve. La città, non è imponente e spersonalizzante. La gente sembra essere la stessa dei piccoli paesini incontrati lungo la statale. Anche qui, al centro della capitale, nei pomeriggi d’estate le vecchiette si addormentano sedute fuori dalle loro case, nel borgo adiacente al castello come nel quartiere dell'Alfama, dove casette piccole e bianche si intrecciano tra di loro creando un groviglio di scale e stradine che di sera si animano al suono del fado. Lisbona vive nei suoi caffè, per le sue strade brulicanti fino a tarda notte e nelle taverne che affollano il barrio alto, il quartiere in bilico tra tradizione e avanguardia, dove tra le piccole botteghe artigiane e le tascas (taverne) si fanno largo nuovi spazi di ricerca artistica.
Lasciamo Lisbona alle nostre spalle e ci spostiamo fino all'estrema punta a sud ovest del Portogallo. Qui troviamo Cabo de San Viciente, un luogo che ancora oggi viene chiamato “la fine del mondo”, dal quale partivano i navigatori alla scoperta di nuove terre. Per godersi il sole tramontare dietro il suo piccolo faro, annegare tra le acque che energicamente si infrangono contro la roccia frastagliata, bisogna recarsi in un altro posto altrettanto unico e incantevole, la Ponta de Sagres, un vasto promontorio roccioso che, perennemente inondato dal vento, sembra essere un enorme dito poggiato sull’oceano ad indicare la strada per terre lontane. Quando il sole cala e l’Atlantico sembra cercare un po’ di solitudine, i molti surfisti, provenienti da tutta Europa si riversano nel piccolissimo paese di Sagres, a bere e chiacchierare all’Agua salgada, un piccolo bistrot dove si può gustare un eccezionale batido di frutta e ascoltare musica fino a tarda notte.
Chi viaggia attraverso il Portogallo «accetti di sbagliare strada e di tornare indietro – scrive Josè Saramago – o, al contrario, perseveri fino a inventare inusuali vie d'uscita verso il mondo. Non potrà fare miglior viaggio.»