Polonia-Russia: la partita si gioca sulla vodka?
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Che ai polacchi non piacciano i vicini di casa tedeschi e russi non è certo una novità. Sulla base delle storiche rivalità di confine si sono costruiti nuovi oggetti di contesa: uno di questi è la paternità della vodka, rivendicata con orgoglio sia dai russi che dai polacchi. La soluzione dell'enigma, in diretta da Varsavia, potrebbe finalmente placare i bollenti "spiriti".
“Welcome to Warsaw brothers Russians. Fuck politics, let's drink Wodka tonight!!”. Questo lo slogan che campeggiava sul ponte Poniatowski lo scorso 12 giugno alla vigilia del match di Euro 2012 tra Polonia e Russia. Peccato che la politica non sia rimasta fuori dai giochi e che gli scontri tra le opposte tifoserie siano stati duri.
«Portare in giro per la città i simboli del comunismo pur sapendo che la legge polacca vieta di farlo, – mi racconta Mateus, 21 anni, acceso supporter del Legia Varsavia - significa non avere rispetto per chi ti ospita. E con i russi non è una novità». Quindi meglio berci su, “Drink with a Russian”, come recita la pagina Facebook creata per l'occasione. Ma siamo sicuri che la vodka metterebbe d'accordo le due parti? Non è scontato. Quella del brevetto del celebre distillato, infatti, sembra essere una delle tante questioni sulle quali i due paesi si scontrano da sempre. Mai sentito parlare di “Vodka wars”?
La vodka in Polonia: cambiano le abitudini
Che i polacchi siano orgogliosi della propria vodka è indubbio: «La nostra vodka è sicuramente migliore di quella russa – mi dice Karol Szynkowski, gestore di un noto vodka bar allestito all'interno della vecchia distilleria Koneser, nel quartiere di Praga, sulla sponda destra della Vistola. - È inutile negarlo, le materie prime qui possono beneficiare di un clima più temperato e il risultato è migliore. In Russia fa troppo freddo per ottenere un buon prodotto». Lui, così come quasi tutte le persone che ho incontrato a Varsavia, beve solo vodka polacca. E ne va fiero.
Nonostante bere l'“acquetta” (questo il significato letterale del termine vodka) faccia parte della vita quotidiana di un polacco – pensate che, seppur non senza suscitare polemiche, c'è un vodka bar persino all'interno del parlamento – è difficile però negare che la moda occidentale stia mettendo alla prova le antiche abitudini. Ve lo immaginereste uno degli hipster che oramai popolano il centro di Varsavia che butta giù uno shot di vodka dopo l'altro? No. E infatti sono lì seduti con le gambe incrociate a roteare delicatamente un calice di vino rosso.
La cartografia polacca del consumo di vodka conferma la tendenza. Vino e birra conquistano progressivamente le abitudini nel centro delle grandi città, mentre in periferia e in campagna la vodka domina ancora incontrastata. «In centro è più facile trovare un hot dog alle 4 del mattino che una bottiglia di vodka gelata – mi dice Andrzej, studente di 21 anni, - mentre in periferia, come ad esempio nel quartiere di Praga, avviene l'esatto contrario».
In calo i ricoveri ospedalieri
Che la vodka stia passando di moda? È troppo presto per dirlo, ma quel che è certo, mi conferma Karol, è che i giovani consumano meno vodka “bianca” e che «non bevono più le vecchie marche, quelle ancora legate al periodo comunista». Anche se costano meno.
Ciò non toglie che la vodka sia sempre la benvenuta quando c'è da festeggiare un evento importante e che i banconi dei tipici bar-ristoranti aperti 24 ore su 24 in cui ai piatti tradizionali polacchi si accompagnano sorsi di vodka siano pieni di gente fino alle 4 del mattino (e oltre). Provare per credere.
Anche chiacchierando con la sorridente Elzbieta Kossakowska, direttrice della S.O.D.O.N. di Varsavia (la clinica pubblica polacca che accoglie e cura gli alcolisti molesti), ho la conferma di un calo dell'utilizzo della vodka. «Abbiamo rilevato che da qualche anno a questa parte – ci racconta – i ricoveri sono perlopiù dovuti a un miscuglio di birra e vino». Ricoveri che, tra l'altro, stando ai numeri della clinica, «sono diminuiti di quasi 3mila unità nell'ultimo anno». Possiamo ipotizzare che bevendo meno vodka si abbassi il rischio di alcolismo e di comportamenti violenti?
Russia, nazione della vodka
La risposta è sì. Lo scopro parlando di ciò che succede in Russia con il regista polacco Jerry Sladkowsky, autore, tra gli altri, del documentario “Vodka factory”, in cui denuncia la triste piaga delle donne russe, spesso abbandonate e maltrattate da mariti alcolizzati e violenti. Ascoltando le sue parole, che alternano disprezzo e ammirazione per il popolo russo, mi convinco che “la vodka in Russia è davvero dappertutto”, molto più che in Polonia: «bere vodka è un atto strettamente connesso al modo di essere di un russo – mi racconta, - alla sua natura. È un peculiare sentimento nostalgico a spingere i russi a bere di continuo, il sentimento di non sentirsi adeguati, la voglia di tornare al passato, o più precisamente la consapevolezza che il loro popolo non è più in grado di influenzare le sorti del mondo».
Quando mi racconta che «se in Russia ci si siede in tre al ristorante, ti portano a tavola tre bottiglie di vodka» e quando lui stesso, un polacco, mi confida con voce ferma e decisa che «non c'è storia: la vodka russa è la migliore del mondo», sento che la mia ricerca volge al termine. La Russia è la nazione della vodka. Con tutti i suoi pro e i suoi contro.
Ora voglio solo che sia la storia a darmene la conferma definitiva. Purtroppo, il mio carattere da indomito cronista, volto a sperimentare il senso più profondo dell'esperienza alcolica, non mi ha permesso di incontrare personalmente lo storico ed esperto di vodka Andrzej Trześniewski, a causa di un forte mal di testa.
Na zdrowie!
Ma la domanda era troppo importante. Quindi gliel'ho fatta via mail: chi l'ha inventata, la vodka? Ecco cosa mi ha risposto: “la tecnica di distillazione dei cereali venne perfezionata nel XII secolo. Questo metodo non viene sicuramente né dalla Russia, né tantomeno dalla Polonia, perché i due Paesi, a quell'epoca, non erano sufficientemente sviluppati per implementarla”. Né vincitori, né vinti insomma. E lo scopro solo ora! L'unica differenza tra le due nazioni è che, mentre in Polonia la produzione era controllata dalla potente aristocrazia terriera, in Russia era in mano al governo, che investì sul suo sviluppo (per esempio affidandone la cura all'illustre scienziato Dmitri Ivanovich Mendeleev), trasformando la vodka in un importante business per il Paese.
Ora, dopo aver curiosato per scoprire cosa ne è di quel business ed essermi reso conto che le marche di vodka più vendute al mondo non sono né russe, né polacche, pur essendo le migliori, capisco perché qui (e lì) tutti abbiano voglia di farsi un bicchiere... di troppo. Na zdrowie!
Questo articolo fa parte di Multikulti on the Ground 2011-2012, una serie di reportage sul multiculturalismo realizzati da cafebabel.com in Europa. Un ringraziamento speciale ad Andrzej e la sua famiglia per averci guidato e ospitato, nonché a tutto il team di cafebabel Varsavia: dei veri professionisti, non solo nel bere vodka e nel fare l'alba. E un altro grazie all'editor della versione polacca Agata, senza la quale non c'avrei capito niente. Come al solito!
Foto di copertina: (cc) nick_rock/flickr; nel testo: tutte le foto sono di © Eric Lluent. Video "Wodka wars" di VbSdotTv/youtube; gara di vodka: muskular27/youtube; "Vodka factory": Hotdocfest/youtube.