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Polonia: grucce in piazza contro il divieto di aborto

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societàMind the Gap

Il 3 aprile nelle strade polacche si sono riunite migliaia di cittadini, donne e uomini. Sono scioccati da una nuova proposta di legge che vieterebbe completamente l'aborto. I manifestanti hanno portato in piazza semplici grucce di metallo: lo strumento più comune e terribile che usavano le donne in passato per interrompere clandestinamente le gravidanze indesiderate.

La protesta è nata come reazione alla decisione dell'episcopato polacco e del partito al governo, Diritto e Giustizia (PiS, Prawo i Sprawiedliwość), di introdurre in Polonia il divieto praticamente assoluto di abortire. Al momento, l'aborto è consentito solo in tre situazioni. Primo, nel caso in cui la gravidanza rappresenti un pericolo per la salute della donna. Secondo, se il feto ha un'alta probabilità di sviluppare handicap gravi e insostenibili. Infine, quando venga dimostrato che la gravidanza è conseguenza di un atto di violenza, ovvero di uno stupro. Se dovesse passare questa proposta di legge, le tre eccezioni menzionate sopra verrebbero meno.

Da dove arriva la nuova proposta di legge

Come siamo arrivati a questo punto? Tutto è iniziato quando i vescovi polacchi hanno lanciato un appello per il bando totale dell'aborto in occasione dell'anniversario del "Battesimo della Polonia", ovvero l'introduzione del Cristianesimo nel Paese nell'anno 966. L'istituto Ordo Iuris (un'organizzazione legale indipendente, n.d.r.) ha redatto una proposta di legge che è stata accolta dalle organizzazioni contro l'aborto e infine presentata al Parlamento. Se la proposta dovesse raccogliere 100.000 firme in tre mesi, verrebbe discussa al più tardi questo autunno. Sia il leader del partito Diritto e Giustizia Jarosław Kaczyński che il Primo ministro in carica, Beata Szydło, hanno espresso il loro sostegno alla nuova proposta di legge.

Le reazioni di protesta

Non si è protestato solo per strada. Anche su Internet si sono levate molte voci contro il divieto totale di aborto. Un gruppo Facebook chiamato Dziewuchy Dziewuchom ("Ragazze per le ragazze") ha organizzato un'iniziativa per andare a protestare davanti al Parlamento. Il gruppo permette anche di condividere idee per eventuali azioni future.

"TRUDNY OKRES dla rządu" ("COSE DIFFICILI per il governo") è il nome di un altro progetto nato sui social media. Gli organizzatori dell'iniziativa (anche se sul sito il fondatore risulta un cane di nome Grazyna) scrivono: «Il Governo polacco vuole controllare i nostri uteri, i nostri ovuli e le nostre gravidanze. Non è carino che si preoccupi tanto per noi? Bombardiamo il Primo ministro di informazioni dettagliate sul nostro ciclo mestruale, sulle nostre ovulazioni e sulle nostre secrezioni vaginali,» si legge sul sito, che continua così: «Vogliamo che abbia davvero una visione completa delle nostre vite, vogliamo costringerla a concentrarsi completamente su di noi. Magari così si ricorda che è una donna anche lei». Al termine del testo compaiono gli indirizzi email dell'episcopato, di Jarosław Kaczyński e di Beata Szydło. Le risposte non hanno tardato ad arrivare: basta guardare il profilo Facebook di Szydło e i commenti sotto i suoi ultimi post.

La manifestazione a Varsavia: le foto

«La protesta ha visto riunite diverse migliaia di persone. È stata una manifestazione pacifica, in cui la presenza della polizia è passata quasi inosservata. L'atmosfera era tranquilla, ci si prendeva gioco del Governo. La gente si domandava a vicenda, con una certa incredulità, cosa succederebbe se la legge passasse veramente,» riporta Dominika, che ha preso parte alla manifestazione del 3 aprile a Varsavia

«Nei discorsi che si sono tenuti, le reazioni dei partecipanti sono state eterogenee. Uno degli oratori ha messo l'episcopato, Diritto e Giustizia e tutti i cattolici in generale nello stesso gruppo che sostiene il divieto di aborto. Da non credente credo che sia una prospettiva sbagliata, ingiusta. La frase "Oltre alla vagina avete anche un cervello", poi, è stata semplicemente imbarazzante,» continua Dominika. «La maggior parte dei discorsi però è stata applaudita: chi parlava aveva una conoscenza approfondita della nuova proposta di legge. Dopo aver ascoltato alcune conversazioni tra i partecipanti, ho avuto l'impressione che chi ha preso parte a questa manifestazione sia pronto a partecipare ad altre, se sarà necessario».

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Foto di Dominika Adamskadella redazione locale di cafébabel Varsavia.

Translated from Polskie prawo aborcyjne: wieszakiem w sutannę