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Polka Dot: il polacco da Varsavia a Belino

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Veronica Monti

società

La libreria tedesco-polacca Buchbund si trova proprio dove Neukölln è più colorata. Tra specialità orientali e negozi di Krimskrams, da un anno e mezzo qui c'è anche l'opportunità di parlare il polacco. Dal febbraio 2012 Joanna Kulas (1986) e Mikolaj Gołubiewski (1985) dirigono la scuola di lingue Polka Dot.

Cafébabel Berlin: Con Polka Dot avete fondato la vostra scuola di lingue. L'interesse dei tedeschi nei confronti della Polonia e della lingua polacca è cresciuto?

Joanna: Dopo la Osterweiterung dell’Unione europea del 2004 (il processo di ampliamento verso est dell'Ue), molti tedeschi hanno cominciato a imparare il polacco. Era diventata una vera e propria moda, ma credo che nel frattempo questa tendenza sia di nuovo diminuita.

Mikolaj: Durante i campionati europei di calcio del 2012 i giornali tedeschi hanno posto questioni interessanti, tra cui: quale è l’idea che si sono fatti i  tedeschi della Polonia? Conosciamo la cultura polacca? È stato commovente e il nostro Paese ci ha sicuramente guadagnato in termini di notorietà. I tedeschi studiano il polacco soprattutto per tre motivi: per viaggiare, per le loro amicizie e per le loro storie d’amore.

Cafébabel Berlin: Che cosa distingue esattamente Polka Dot dalle altre scuole di lingue?                                                             Joanna: Le nostre lezioni vengono condotte principalmente in polacco, il che naturalmente rappresenta una iniziale difficoltà per gli studenti. Inoltre, per noi è importante spiegare le origini delle parole per approfondire la conoscenza linguistica!

Mikolaj: Il tedesco e il polacco hanno le stesse radici linguistiche. Per esempio, durante le lezioni usiamo l'aggettivo "klarowne" ("chiaro" in polacco), che in tedesco si traduce con "klar". Noi madrelingua useremmo parole diverse nelle conversazioni quotidiane, ma in questo modo facilitiamo il lavoro degli studenti.

Cafébabel Berlin: Quali sono le maggiori differenze tra le due lingue?

Mikołaj: Sono due lingue molto diverse eppure hanno delle similarità. In tedesco ci sono alcune parole polacche, come "Gurken" ("cetrioli" in tedesco) per esempio. Viceversa, anche in Polonia si usano vocaboli di origine tedesca, come "Kneipe". Ma occhio ai "falsi amici": "stół", che si pronuncia come "Stuhl" ("sedia" in tedesco), in polacco significa "tavolo".

Joanna: Il polacco è una delle lingue slave più antiche. Per questo è così difficile da imparare: ci sono ancora molte espressioni che in altre lingue sono cadute in disuso. Il tedesco ha forme molto più regolari invece, perché, a un certo punto, ha subito una "normalizzazione". In Polonia una tale regolarizzazione linguistica non ha mai avuto luogo.

Cafébabel Berlin: Cosa amate in particolare del polacco?                                                    Joanna: Il fatto che si possano ancora leggere testi polacchi molto antichi, proprio perché la lingua è cambiata così poco nel corso dei secoli. Inoltre amo la ricchezza del nostro vocabolario.

Cafébabel Berlin: Voi dite che Berlino è molto più pacifica di Varsavia. Cosa vuol dire?

Mikolaj: Berlino è policentrica ed è possibile organizzare bene le propria giornata. Varsavia, al contrario, è molto convulsa e collerica: di sera si va a letto arrabbiati ! Qui abbiamo la sensazione che il nostro lavoro come insegnanti sia valorizzato.

Cafébabel Berlin: E qual'è invece la più grande differenza culturale tra la Polonia e la Germania?

Joanna: Noi diciamo sempre che i polacchi "offrono", mentre i tedeschi "chiedono". Un esempio: due amici scoprono che il giorno seguente devono fare la stessa strada da Varsavia a Danzica. Ammettiamo che uno abbia la macchina e l'altro no. In Polonia sarebbe il primo a mettersi a disposizione volontariamente. In Germania avviene il contrario: bisogna sempre chiedere. Inoltre, in Polonia dire "no" è segno di maleducazione, mentre in Germania non è un problema

Cafébabel Berlin: Vi manca qualcosa della Polonia?

Joanna: Mi manca sentire la lingua polacca per strada. Mikołaj e io viviamo insieme e parliamo la nostra madrelingua tutti i giorni, ma non è paragonabile all'interazione linguistica che avremmo in patria. Per questo tornerei volentieri per un certo periodo a Varsavia.

Mikolaj: Anche se ora abbiamo degli amici tedeschi e ci siamo creati un gruppo, all'inizio è stato durissimo integrarsi.

Cafébabel Berlin: Quali sono le vostre prospettive future di lavoro?

Joanna: Io studio Danza, sebbene in ambito culturale non ci sono molti posti di lavoro. Inoltre, in questo settore, si tende a essere ancora più chiusi nei confronti degli immigrati: si richiede una conoscenza perfetta del tedesco.

Mikolaj: Io sto facendo un dottorato in American Studies e stiamo pensando di trascorrere un po' di tempo negli Stati Uniti. Poi però vorremmo tornare a vivere stabilmente a Berlino. Qui siamo rispettati e abbiamo così tante opportunità. Ci vuole solo del tempo per coglierle.

Translated from „Berlin ist so friedlich – in Warschau geht man wütend ins Bett”