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Playlist europea: contro la pena di morte alziamo il volume

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Palermo

Dal 2003, il 10 ottobre si celebra la Giornata mondiale contro la pena di morte. Purtroppo neanche il recente appello di Papa Francesco al Congresso USA è servito a fermare il boia di Kelly Gissendaner, pur portando al rinvio di altre due sentenze capitali. Ci schieriamo, allora, per un convinto "No" alla pena di morte, urlandolo attraverso il linguaggio universale della musica (e del cinema).

Non solo Bahamas, Lesotho e altri staterelli minori. Nel 2015 sono ben 58, secondo Amnesty International, i Paesi che mantengono in vigore la pena di morte. Tra questi ci sono Nazioni influenti come Cina, India e Arabia Saudita, o molto "progredite" in tema di diritti umani, come Giappone e Stati Uniti. Ed è proprio il caso dell'America, paese dal quale spesso dipendono le speranze democratiche del mondo, a suscitare incredulità e indignazione. Soprattutto quando anche l'appello di Papa Francesco davanti al Congresso USA resta inascolato, portando pochi giorni dopo all'esecuzione di Kelly Gissendaner. Tanto che i rinvii di altre due sentenze in Oklahoma e Virginia sembrano più una manovra diplomatica verso la Santa Sede, che una reale presa di posizione.

Fabrizio de André, La ballata degli impiccati

Vogliamo dunque mantenere alto il dissenso verso la pena di morte alzando il volume della musica. Iniziamo con l'Italia e La Ballata degli Impiccati, di uno dei nostri cantautori più celebrati. Ascoltandola, non può che colpire la frase "Il prezzo fu la vita / per il male fatto in un'ora". La frase condensa parte del senso della canzone che, vuoi per le atmosfere country, vuoi per le scene descritte, ha un vago sapore western. Che De Andrè ci stia parlando del Texas è improbabile, ma il valore universale della musica può anche questo.

Queen, Bohemian Rhapsody

Spontandoci in Inghilterra, Bohemian Rhapsody dei Queen è tanto innovativa nella forma quanto didascalica nel significato: "Mamma, ho appena ucciso un uomo / Gli ho puntato una pistola alla testa / Ho premuto il grilleto e ora è morto / Mamma la vita era appena iniziata / Ma ora l'ho lasciata e l'ho buttata via / Mamma, non volevo farti piangere". Nel primo videoclip della storia, i Queen cantano il loop di violenza e sofferenza che la pena capitale non ferma di certo.

Björk, 107 Steps

Dalla fredda Islanda arriva Björk con 107 Steps. Narra del cammino di un condannato lungo il braccio della morte. Il brano è estratto dalla colonna sonora del film Dancer in the Dark, in cui Björk è l'attrice protagonista ed impersona proprio una condannata alla pena capitale. Anche la settima arte, in questo caso, si schiera per un "No" alla pena di morte.

Bruce Springsteen, Dead Man Walking

Ma è la stessa America al centro di tutti i sentimenti di rabbia, sgomento, incredulità e dissenso davanti alla pena capitale. Così intellettuali, artisti e cineasti hanno levato forte la loro voce, e Dead Man Walking di Tim Robbins è forse il film che meglio ha fatto conoscere al grande pubblico tutte le implicazioni di questa pratica. Dalla colonna sonora estraiamo il brano di The BossBruce Springsteen.

Radiohead, How to Disappear Completely

Infine, per comprendere fino in fondo, vediamola un'esecuzione capitale. È l'ultima sequenza di Dead Man Walking, con Sean Penn e Susan Sarandon. La canzone dei Radiohead, How to Disappear Completely, recita "Io non sono qui / questo non sta accadendo". L'insieme alle immagini restituisce sensazioni agghiaccianti, un messaggio che solo la migliore musica e il miglior cinema possono trasmettere così chiaro e forte: "No alla pena di morte".