Picasso al Bozar, il genio infantile
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Chiara AlbertinPablo Picasso è il protagonista di una mostra al Bozar di Bruxelles fino al 5 marzo 2017. Cafébabel Bruxelles era all’inaugurazione di questa esposizione che rievoca le prodezze scultoree dell'artista. «Picasso. Sculptures» è completa, ricca e affascinante, ma sorge una domanda: come riaccendere l’interesse per un artista le cui opere pittoriche sono conosciute da tutti?
Dopo due retrospettive, una al MoMa di New York nel 2015 e una quest’anno a Parigi, al Musée National Picasso-Paris, il Bozar propone una terza mostra dedicata alle sculture dell’artista-icona. La sfida era importante: cercare di proporre un contenuto denso e interessante senza rischiare di ricalcare le due esposizioni parallele. E la sfida è stata accettata con brio, evitando di ripetere i cliché sull’artista. Pablo ci sorprenderà sempre.
Picasso et compagnia bella
«L’artista non ha mai ricevuto una formazione accademica nell’ambito della scultura, ha imparato in modo spontaneo, libero e autodidatta», ci ricorda all’inizio della visita Cécile Godefroy, co-commissario della mostra. Un’energia creatrice pressoché infantile, mischiata all’umorismo e a una leggerezza tipica di Picasso: questa è la formula che troviamo al Bozar. Ad eccezione della finestra aperta sulla guerra, che serve da trampolino all’arte impegnata, «Picasso. Sculptures» è un’ode alla donna, all’amore e alla creatività in tutte le sue forme.
La chiave è la nozione della complementarietà tra le arti: alcuni quadri appoggiano la sinergia dimostrando che l’arte non è una questione di scissione ma di unità. Le opere si completano, si oppongono le une alle altre o si dispongono una di fronte all’altra, evidenziando le differenze ma soprattutto la coerenza.
L’interesse principale della mostra è che si scopra tutto il contesto che serve da ispirazione all’artista, per esempio delle opere della sua collezione personale che hanno influenzato direttamente il suo lavoro, ispirandosi al passato per rompere meglio i codici.
Bricolage di lusso
Ben lontano dalla gravità di Guernica, ancora soggetta a delle riappropriazioni in considerazione della cruenta attualità in Siria, la mostra ci porta a esplorare la nostra anima infantile. Tra il 1910 e il 1920, lo scultore stravolge i vincoli imposti da un’arte ancora molto classica, inserendo nelle sue opere degli oggetti della vita quotidiana. Utilizzando della latta, dei colapasta o ancora dei semplici vasi che ridipinge, Picasso ci ricorda che la sua arte è prima di tutto una questione d’istinto.
Mettendo in pratica i precetti di Picasso, il Bozar propone anche dei «percorsi-scoperta per famiglie» , allo scopo di poter dare libero sfogo alla fantasia dei bambini. Teneteli d’occhio da vicino, forse tra loro si nasconde il futuro artista le cui opere varranno milioni!
Translated from Picasso à Bozar, le génie enfantin