Petting o Pegida?
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Silvia GodanoIn Germania impazza la febbre Pegida: il cittadino aggressivo contro la politica delle coccole rassicuranti. Nonostante tutto, il dibattito sull'islamofobia gioca un ruolo importante sulla via delle riforme in Europa.
La Germania scende in strada. Ed è piuttosto strano. Di solito, quando si tratta di scendere in piazza a manifestare, il popolo tedesco non è esattamente il più lesto. Il tedesco tipico, anzi, si è adagiato sugli allori. Nel 1989, la caduta del Muro fu la conseguenza delle Montagsdemonstrationen (manifestazioni del lunedì) che infiammarono le strade con lo slogan 'Wir sind das Volk' (noi siamo il popolo). In quell'occasione si consumò l'ultima grande ribellione tedesca. Da quel momento, però, il furore delle proteste politiche si è spento. Mentre i francesi invadono i boulevard parigini con qualsiasi pretesto - lo scorso anno, con il movimento Manif pour tous sono saliti sulle barricate contro i matrimoni omosessuali - i tedeschi preferiscono rimanere fedeli ai loro telecomandi e seguire i talk show in tv piuttosto che accodarsi alla casta degli agitati. Con Pegida qualcosa è cambiato e nell'intera nazione impazza la pegidamania. Sia online sia offline si tengono accesi e seri dibattiti sulla società tedesca. Bene. La nazione ha bisogno di dibattiti.
Germania unita con Pegida?
L'altro ieri, lunedì sera, erano di nuovo in piazza al motto di "Dresda rimane tedesca" oppure "Nessuna Sharia in Europa“. Molte persone, più di quante non fossero mai state, sono scesi in piazza sotto il nome di "Europei patriottici contro l'islamizzazione dell'occidente", la cui abbreviazione tedesca è appunto Pegida. A partire dallo scorso ottobre, "passeggiate" di questo genere si tengono ogni lunedì. La prima volta erano soltanto 200, l'altro ieri sono state 18.000 le persone che hanno preso parte alla passeggiata, armate di manifesti e striscioni. Un tempo si scendeva in piazza per la libertà e per i diritti umani. E oggi? Quelle stesse parole sembrano essere diventate armi per spalleggiare l'isolamento dell'Europa e per porre dei paletti all'asilo politico in terra tedesca. E tutto ciò ha preso piede proprio in Sassonia, dove il tasso di richiedenti asilo è decisamente inferiore rispetto a quello che si registra in altri Bundesländer. Inoltre, studi recenti hanno dimostrato che l'immigrazione conviene allo stato tedesco perché apporta denaro nelle casse del welfare.
Pare però che i tedeschi non vogliano abbandonare le piazze e le strade nelle mani del cittadino aggressivo: da alcune settimane si sta muovendo anche una controprotesta. L'altro ieri tra Amburgo, Colonia, Berlino e Münster sono scese in strada più di 30.000 persone per protestare contro l'islamofobia. Sugli striscioni della controprotesta si leggevano slogan come "Petting statt Pegida" (petting piuttosto che pegida) oppure "Refugees Welcome". A Berlino, i "Bärgida" (seguaci berlinesi di Pegida) sono stati addirittura bloccati. Il teatro dell'opera di Dresda, così come il duomo di Colonia, ha spento le proprie luci durante la protesta. Su Facebook è nato il contro-movimento Tegida - europei tolleranti contro il rimbecillimento dell'occidente. Più di 320.000 persone hanno sottoscritto la petizione #nopegida su change.org. Questi sono tutti buoni segnali. Persino Angela Merkel ha dedicato il suo discorso di fine anno - normalmente davvero noioso - alla battaglia contro l'odio verso lo straniero, esprimendo un appello alla tolleranza verso i profughi in Germania. Anche Schmidt e Schröder, che hanno preceduto la Merkel sulla poltrona di cancelliere, si sono uniti al coro chiedendo una Germania aperta al mondo.
Partiti di centro: lo zoo delle coccole
Che il petting o un'abbondante razione di coccole siano davvero le migliori varianti resta però dubbio. Il dibattito sul predominio dello straniero, che per anni è stato alimentato a fuoco lento, esplode in tempi di crisi. E questo non accade soltanto in Germania. Ovunque, in Europa, cresce lo scetticismo nei confronti degli statici partiti di centro, che vorrebbero concentrarsi soltanto sui mezzi per assicurarsi il prossimo successo elettorale. Questo è quanto si può dedurre dai risultati ottenuti da un partito populista di estrema destra come il Front National francese, o dall'AfD (Alternative für Deutschland) in Germania, ma anche dai partiti populisti di sinistra come Podemos in Spagna, o Syriza in Grecia. Da tempo, ormai, questi fenomeni non sono più marginali ma costituiscono delle alternative che sono riuscite a parlare al cuore della società.
In questo contesto, anche da una Lügenpresse (stampa bugiarda - così i membri di Pegida hanno definito la stampa tedesca, ndr) politicamente corretta, emergono prepontentemente dei dubbi sul funzionamento della democrazia moderna. «Il concetto di Stato nazionale etnicamente omogeneo è scomparso da almeno 30 anni: dobbiamo accettare questo fatto» chiarisce lo studioso di flussi migratori Andreas Zick che, insieme ai suoi colleghi, sta cercando di inserire una nuova immagine della Germania nei programmi didattici. Questi sono importanti segnali positivi, che non erano inclusi in quel discorso un po' antiquato sul multiculturalismo come tenero avvicinamento di culture. Purtroppo, slogan come "Zuhause in Deutschland" (sentirsi a casa in Germania) funzionano soltanto durante i mondiali di calcio.
Il fatto che i critici dell'Islam vengano direttamente assimilati a estremisti di destra è perciò controproducente. Lutz Bachmann, portavoce di Pegida, non ha alcun ravvisabile contatto diretto con la scena di estrema destra in Germania. Quello che si sa è che è stato in carcere per crimini legati alla droga e, per questo, è ancora sotto osservazione. Secondo uno studio del Forsa Insitute per la ricerca sociale e l'analisi statistica, anche un quarto dei membri dei partiti di sinistra marcerebbe volentieri contro l'islamizzazione della Germania. Pegida è semplicemente un ricettacolo per gli ansiosi e gli insoddisfatti, a prescindere dal loro colore politico. La distinzione destra/sinistra non funziona più. Recentemente, il Front National francese si è complimentato per il "successo del popolo" in Grecia, dove il partito populista di sinistra Syriza si attesta quale favorito per le elezioni anticipate del prossimo 25 gennaio. Il bipartitismo barcolla.
Oggi esce in Francia il nuovo romanzo di Michel Houellebecq, Soumission (sottomissione). Dopo Le suicide français del giornalista Eric Zemmour (libro più venduto in Francia nel 2014), Soumission sarà sicuramente il bestseller del 2015. Qui si parla di una presa di potere da parte di un immaginario partito islamico dopo la batosta elettorale subita dal Front National nel 2022. Come si presenterà il 2022 nella Germania post Pegida e in Europa, dipende unicamente da quel sistema chiamato "democrazia". Per questo, gli attuali dibattiti sull'islamofobia costituiscono un'occasione importante per prendere finalmente parte attiva nel discorso politico.
Translated from Petting statt Pegida?