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Per la stampa europea il crocifisso a scuola non s'ha da mettere

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euro topics

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Alessia Smaniotto

società

Per la Corte Europea dei diritti dell’uomo la presenza del crocifisso nelle aule scolastiche viola la libertà di religione degli alunni. E la stampa europea ne parla.

Portogallo, Diário de Notícias - «Il dibattito italiano è contraddittorio»

Per il quotidiano Diário de Notícias, chi è contrario alla decisione della Corte europea dei Diritti dell’uomo sul crocifisso usa argomenti contradditori: «Il cardinale Tarcisio Bertone, segretario di stato vaticano, è deluso dalla decisione dell’Europa di tenere come simbolo solo le zucche di Halloween. Non farò nessun commento – scrive l’autore dell’articolo – sul paragone tra un crocifisso e un vegetale utilizzato come decorazione per una festa, tuttavia trovo gli argomenti alquanto contradditori. Non è corretto da una parte far credere che togliere i crocifissi dalle aule sia un attacco contro la libertà e l’identità italiana, e dall’altra dire che non sono importanti. E questo soprattutto perché chi fa certe affermazioni non dovrebbe dimenticare le ragioni per cui i crocifissi sono attaccati ai muri: l’obiettivo era quello di legare lo Stato alla religione. I difensori della croce non hanno fiducia nell’attrattiva della propria confessione ed è per questo che vogliono imporla agli altri».

Spagna, El País - «Non serve minimizzarne l'importanza religiosa»

Il quotidiano progressista di sinistra El País si oppone alla posizione italiana che ritiene che la presenza del crocifisso nelle scuole è compatibile con uno stato laico: «Non è servito a nulla che il governo italiano minimizzasse l’importanza religiosa del crocifisso per rievocare la sua simbolica umanista e convincere la Corte della sua inoffensività per la scuola pubblica. La Corte vede nel crocifisso quel che il mondo intero, tra cui la Chiesa, ci vede: un simbolo cattolico. La sua presenza nella scuola pubblica nuoce al pluralismo dell’educazione e al principio della neutralità confessionale dello Stato, e in più non rispetta le convinzioni religiose e filosofiche dei genitori e degli alunni».

Malta, The Malta Independent - «Il crocifisso è una reliquia da società pre-alfabetica»

Il crocifisso non ci fa niente nelle aule scolastiche perché la rappresentazione di un uomo torturato impressiona i bambini, scrive il quotidiano The Malta Independent: «Il crocifisso non è altro che la reliquia di una società pre-alfabetica in cui gli individui avevano bisogno di una sorta di sostegno per la loro devozione: non sapevano leggere e non potevano immaginare nient’altro se non ciò che vedevano e veniva interpretato per loro. Rappresenta tortura e morte e per questo non è adatto alle aule scolastiche. La maggior parte dei bambini sono incapaci di comprendere concetti astratti o l’idea che sta dietro ad un simbolo, e guardano al crocifisso per ciò che è: un uomo insanguinato e crudelmente inchiodato ad un pezzo di legno. Ai loro occhi il fatto che sia il Cristo non fa differenza: è un uomo, in un corpo d’uomo».

Italia, Il Corriere della Sera – «L'Unione europea non c'entra»

Molti italiani chiedono di lottare contro l’Europa quando il giudizio sul crocifisso è stato dato da un tribunale. Lo ricorda il quotidiano conservatore e liberale Il Corriere della Sera: «Che la metà dell’Italia condanni l’Unione europea quando questa non ha niente a che vedere con l’affaire, sembra passare inosservato. Il giudizio sul crocifisso sembra essere il prodotto di una concezione estrema del rapporto tra il diritto di qualcuno e la sensibilità di molti. I 47 giudici avrebbero dovuto riflettere prima di emettere la loro sentenza, ma è proprio per questo che bisogna capire, bisogna distinguere e evitare la condanna diretta degli avversari scorretti. Non bisogna perdere l’occasione di criticare una battaglia anti-europea che sarebbe sbagliata, soprattutto ora. L’Ue cerca di uscire da una crisi profonda e l’entrata in vigore del trattato di Lisbona può aprire una nuova fase: ambizioni più ristrette e un’obiettività più grande».

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Translated from La polémique du crucifix à l’école: un débat paneuropéen