Partito dei verdi: dobbiamo combattere il neoliberismo
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Matteo PosaA pochi giorni dalle elezioni europee, i populisti xenofobi stanno agguantando tutte le prime pagine, con la scusa di voler eliminare il "voto di protesta". Il Partito Verde Europeo vuole offrire alternative ragionevoli, reali e radicali alla vecchia scuola. Cafébabel ha intervistato Rupert Read, filosofo dell'Università di East Anglia e candidato del Partito dei Verdi per l'Est dell'Inghilterra.
Cafébabel: Negli altri paesi europei, per esempio la Germania o la Francia, i partiti dei verdi sono molto forti, nel senso che sono molto più presenti che nel Regno Unito. I Verdi Europei sono la quarta alleanza più grande in Europa. Pensa che la popolazione del Regno Unito riuscirà a prendere il Partito dei Verdi UK più seriamente e a vederlo come una vera forza politica, vedendo che gli altri partiti verdi sono così forti in Europa?
Rupert Read: Buona domanda e la risposta è sì. Durante questa campagna ho visto che quando la gente viene a sapere che il nostro gruppo nel Parlamento Europeo è più grande rispetto al gruppo del Partito Conservatore, capisce che stiamo veramente facendo sul serio, in Europa e in queste elezioni. In più, aiuta molto quando questo si somma ad una rappresentazione proporzionale come un sistema, che noi non abbiamo nelle nostre elezioni generali e che abbiamo, invece, nelle elezioni europee. Penso che questo sia il motivo per cui i sondaggi d'opinione ci posizionino al quarto posto, davanti ai Liberal Democratici, con un potenziale aumento significativo di seggi alle elezioni.
CB: Cosa ne pensa della leadership di Ska Keller e di José Bové?
RR: Ha aggiunto qualcosa alla campagna. Penso sia difficile perché non abbiamo ancora un vero pubblico europeo, sebbene stiamo cercando di crearne uno. Penso però che sia importante non orientarci troppo verso il federalismo. In Gran Bretagna i Verdi sono molto indietro con i programmi della localizzazione, del decentramento e della sussidiarità.
CB: Natalie Bennett in una sua intervista ha dichiarato che gli altri partiti del Regno Unito stanno cercando di mettere fuori gioco l'UKIP (Partito per l'Indipendenza del Regno Unito). Che impatto ha avuto l'UKIP nel dibattito sull'immigrazione?
RR: Ha avuto un effetto molto negativo. Ero in televisione ieri, in un dibattito con Patrick O'Flynn, lo spin doctor di Nigel Farage. Gli ho detto che se Farage afferma che la gente ha il diritto di preoccuparsi quando dei rumeni si trasferiscono nel vicinato, abbiamo veramente raggiunto un punto veramente pericoloso in questo paese. Immaginate se Farage dicesse che la gente ha il diritto di preoccuparsi quando degli irlandesi si trasferiscono nel vicinato, o dei neri, o degli ebrei. L'UKIP è un partito xenofobo che spesso sfocia nel razzismo e dobbiamo confrontarci con loro in modo molto diretto.
CB: Ho letto alcuni dei suoi articoli sul feticismo della crescita e sull'economia della post-crescita. Può parlarci brevemente di quest'ultima?
RR: È molto semplice; un'economia della post-crescita è un'economia in cui non c'è più crescita. Una società della post-crescita è quella in cui la gente dice "Ma in fondo, perché mai dobbiamo continuare a volere una crescita? A cosa ci serve? Che cosa ci serve veramente?". E ciò che ci serve veramente è una buona qualità della vita, sicurezza, i nostri bisogni primari soddisfatti, onestà e una società più equa.
CB: Pensa che usare la crescita economica come misura primaria di successo e di benessere permetta ai governi di ignorare la disparità nella redistribuzione dei beni?
RR: Sì, è proprio ciò che penso. Penso inoltre che questo sia il motivo per cui puntare ad un programma di crescita sia una brutta idea per tutti quei partiti che si dichiarano di sinistra, oltre ad essere naturalmente un difetto dei socialisti e dei social-democratici nell'ultima generazione, all'incirca. Dovremmo adottare nuovi metri di misurazione oltre al PIL per capire di cosa ha veramente bisogno la società.
CB: In uno dei suoi articoli, fa una distinzione tra livello di vita e qualità della vita. Può spiegarci la differenza e perché è importante?
RR: Il livello di vita indica sostanzialmente le cose fisiche che possono essere misurate. Quante macchine possiedi? Qual è il tuo reddito disponibile? Mentre la qualità della vita si riferisce al livello di felicità delle persone, della loro salute fisica e mentale, cose del genere. La domanda è, quale è la più importante? Al momento, prendiamo più in considerazione il livello di vita. Io suggerisco che dovremmo cercare di misurare la qualità della vita. Quello che importa veramente non è quanti soldi o quante macchine uno ha, ma se stia bene, se si senta sicuro, felice, in pace e a proprio agio. Questo dovrebbe essere l'obbiettivo dei politici.
CB: Pensa che il neoliberismo sia un'ideologia radicata nell'economia globale e portata avanti dalle istituzioni come l'FMI (Fondo Monetario Internazionale), la Banca Mondiale e la Banca Centrale Europea? Pensa si tratti di un'egemonia che si può sopraffare?
RR: Sì, anche se sarà molto difficile e ci vorrà un grande movimento. L'egemonia del neoliberismo è molto diffusa in tutta Europa, radicata nel Trattato di Lisbona. Penso che, in quanto Verdi, dobbiamo essere pronti ad essere radicali e a sfidare le istituzioni che versano fondi, Unione Europea inclusa. Dobbiamo sfidare la crescita e il crescitismo. Dobbiamo pensare seriamente che quello di cui la gente ha bisogno veramente non è più roba, o un'economia che 'sgocciola'. Dobbiamo mirare ad una nuova ideologia alternativa al neoliberismo, ed è l'ambientalismo. Dobbiamo combattere il neoliberismo esplicitamente. Dargli un nome e combatterlo.
CB: Quali sono le priorità del Partito Verde?
RR: Abbiamo parlato molto di una rivoluzione dell'energia verde, così come del trasporto verde, abbiamo preso seriamente le fonti di energia rinnovabili e la riduzione del consumo di energia, un massiccio programma di isolamento lanciato dalle autorità locali e dallo stato, il quale sarebbe autofinanziato perché si ridurrebbero gli sprechi. Una rivoluzione del trasporto pubblico; riportare le ferrovie e gli autobus nelle mani pubbliche, strade più sicure, strutture migliori per andare in bicicletta e tutto questo al posto dell'attenzione attuale, a Westminster come a Bruxelles, sui mega-progetti nazionali e internazionali. Perciò le cose su cui mi sono concentrato di più sono la limitazione e la riduzione delle emissioni di carbonio.
CB: Perché i Verdi si oppongono al Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti?
RR: Perché questo trattato è un modo per smantellare la democrazia e sostituirla con una regola aziendale. È una corsa verso il fondo, in termini di standard internazionali. Il trattato è una grande minaccia alla democrazia e a tutti gli standard per i quali abbiamo combattuto per generazioni, e questo è il motivo per cui i Verdi si oppongono.
CB: Pensa che i partiti principali, piuttosto che opporsi all'UKIP, abbiano invece adottato la loro retorica e qualche loro idea?
RR: Sì. L'UKIP sta muovendo l'agenda politica verso destra. È un partito di estrema destra, xenofobo e populista, questo è il motivo per cui il Front National in Francia li ha aiutati.
CB: Chi è il suo scrittore o filosofo europeo preferito?
RR: Wittgenstein, dall'Austria, che è più che altro il mio migliore amico.
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Translated from Green Party: We Need To Fight NeoLiberalism