Parkour: passeggiare sui tetti da Parigi a Roma
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Tiziana De PasqualeLa disciplina urbana, creata dal francese David Belle tra gli anni Ottanta e Novanta, sta crescendo sempre più velocemente: i suoi seguaci balzano su ringhiere e staccionate di molte città europee. Lo scopo del gioco? Muoversi il più velocemente possibile economizzando i movimenti. Immagini prese a Tor Bella Monaca, quartiere di Roma, durante la seconda edizione del raduno nazionale del Parktour.
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Tutte le foto sono di Manolo Cinti e sono state prese a Roma.
Il 35enne fondatore parigino David Belle (non fotografato) cita influenze dalle arti marziali.
Il nome proviene dalla parola francese ‘parcours’,che letteralmente significa “percorso”. Coloro che lo praticano vengono chiamati ‘traceurs’, coloro che tracciano le linee.
Sébastien Foucan, un collega di Belle, si è recato a Londra dove ha potuto constatare che a livello internazionale il parkour è visto più come una “corsa libera” che utilizza giri e curve più stilizzate.
Lo sport è definito dalla sua semplicità e dall’agilità che chiede al corpo umano.
L’agilità è la chiave di tutto: non è soltanto una questione di quanto in alto riesci a saltare da una ringhiera o da un edificio, ma da quanto lo fai in modo pulito, scorrevole fino all’ostacolo successivo.
Il film francese Yamakasi (2001) è stato uno dei primi a focalizzare l’attenzione su questo fenomeno, mostrando i “tracciatori di line” sui tetti parigini. Nel contempo Foucan ha partecipato alla coreografia del videoclip di Madonna Hung Up (2005) e in film holliwoodiani come Casino Royale (2006).
I tracers si incontrano per mostrare le loro abilità durante gli RT (riunioni dei tracers). È difficile competere in una disciplina che risulta essere tanto libera nello stile.
Il motto non ufficiale del Parktour è «to be and to last» (essere e durare)
Sébastien Foucan (a sinistra), con l'inglese Daniel Ilibaca (centro) e Oleg Vorslav, estone (destra) durante il Rally Parkour.it a Roma
Translated from Parkour: la ciudad a ras del suelo