Parigi: "L'amore è più forte dell'odio"
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Marta Nicolis(Opinione) Perchè, anche dopo gli attentati di Parigi, dobbiamo difendere i valori umani della Francia più che mai.
La Francia ha vissuto il secondo massacro dall'inizio dell'anno, solo undici mesi dopo le tragiche uccisioni di Charlie Hebdo. Gli attacchi hanno innescato una mobilitazione mondiale senza precedenti. È arrivato il sostegno internazionale: Obama, Cameron, Merkel e altri Capi di stato da tutto il mondo hanno espresso la loro tristezza, incomprensione e determinazione a restare forti e uniti contro il terrorismo. I monumenti simbolo in ogni parte del mondo sono stati illuminati con i colori della Francia, in segno di solidarietà.
Per i tre giorni successivi a questi sanguinosi attacchi, Parigi è stata in lutto. Un'intera Nazione è sotto shock. Lo slogan della Capitale, Fluctuat nec mergitur, riflette l'attuale stato d'animo di tutta la Nazione. Parigi è scossa dalle onde, ma non affonda.
Domenica la gente si è riunita per ricordare i cittadini uccisi. Il trauma collettivo è ancora profondo, un momento di panico si è scatenato durante il ritrovo in place de la République. Ma ora è il momento di unirsi nella lotta contro il terrorismo e la barbarie. Restare forti insieme. Mostrare a quelli che hanno perpetrato questo bagno di sangue che la Francia non avrà timore. Perchè non possono dividere le persone che amano la vita più della morte.
La nostra risposta: amore, umanità e democrazia
È difficile dare un senso al fanatismo e al nichilismo. Cercare di rispondere a qualcosa che senso non ne ha, che è impossibile da comprendere per quelli che non hanno subìto un lavaggio del cervello. Ma la nostra risposta dovrebbe essere: amore, umanità e democrazia. Che non vuol dire ingenuità, ma il contrario di quello che i terroristi sostengono: odio, terrore e teocrazia.
Secondo il Presidente Hollande, la Francia ora è in uno stato di guerra. Le dogane sono chiuse. Lo stato di emergenza è stato dichiarato e resterà in vigore per i prossimi tre mesi. Si tratta di misure eccezionali. Che questa reazione sia d'aiuto rimane discutibile. Parlare di guerra, a parer mio, non ha mai portato ad un'efficace risoluzione dei problemi.
Ma le conseguenze di questo attacco hanno fatto scaturire sentimenti di vendetta e ritorsione: «Colpiremo questo nemico,» ha detto il Primo ministro Manuel Valls. E due giorni dopo gli attacchi, la Francia ha intensificato le incursioni aree contro le roccaforti dell'ISIS in Siria. È guerra, ma questa guerra è anche diretta a colpire i cittadini della Francia stessa. Una "guerra" contro un "nemico" che non è genericamente l'altro, ma gli stessi cittadini francesi. Ciò dimostra il lento ma certo sgretolamento degli Stati-nazione in un mondo globalizzato, dove avere un passaporto di un Paese non significa tollerare i suoi valori culturali. Queste sono questioni complesse che ogni Paese oggi deve affrontare. E che non possono essere risolte con bombardamenti aerei.
Disumanizzare i terroristi non serve a niente
È facile vedere i terroristi come mostri, perché i loro atti sono così brutali, così disumani. Ma non sono alieni, sono essere umani indottrinati. Giudicarli disumani è una cosa facile da fare, ma è una strada pericolosa da prendere. Sappiamo tutti cosa succede quando a qualcuno viene tolta l'umanità. Può facilmente finire in massacro o genocidio. Si incoraggia altra violenza.
Dopo la rabbia e la tristezza, dobbiamo tentare di capire come questo possa succedere: come lo Stato islamico sia riuscito ad attirare così tanti europei; come la radicalizzazione e l'indottrinamento possano portare così velocemente a tragedie e massacri; cosa possiamo fare noi per fermarlo adesso, senza che altre persone siano uccise. L'escalation della violenza non ha mai portato alla pace. La Francia e l'Europa devono prendere decisioni importanti riguardo la strada da prendere nei prossimi anni. Credo fermamente che bombardare la Siria, come già stiamo facendo, non possa essere l'unica soluzione. Quello che dobbiamo fare è combattere il terrorismo alla radice.
Liberté, égalité, fraternité
Invece di dichiarare guerra dobbiamo cercare di dare un senso a questi attacchi, perché quello che ci differenzia dai fanataici religiosi è la nostra fede nei valori democratici. Nello slogan liberté, égalité, fraternité di questa bellissima invenzione chiamata République. Nel sistema giudiziario che tratta ogni essere umano allo stesso modo. Nella convinzione che i diritti umani universali siano effettivamente universali e non inclini al relativismo morale. Ciò che ci differenzia da loro è il bisogno di difendere tutti questi valori più di ogni altra cosa. E sopratutto, dobbiamo ricordare lo slogan di Charlie Hebdo: "l'amore è più forte dell'odio".
Translated from Paris schwankt, aber geht nicht unter