Participate Translate Blank profile picture
Image for Parigi in piazza: ricostruire il mondo a cielo aperto

Parigi in piazza: ricostruire il mondo a cielo aperto

Published on

Translation by:

Riccardo Santini

Politica

Da più di una settimana migliaia di manifestanti occupano le piazze delle principali città francesi nell’ambito del movimento battezzato "Nuit Debout". Se le rivendicazioni espresse restano estremamente vaghe, le assemblee nascono alla luce del sole e tutti possono partecipare.

Difficile trovare la causa scatenante. Eppure, le diverse versioni convergono su una storia potenzialmente vera. Era il 23 febbraio, verso l'ora dell'aperitivo. Alla Bourse du Travail, nel decimo arrondissement di Parigi, quasi mille persone – sindacalisti, militanti, intellettuali – si accalcano intorno a François, Loïc e Johanna. Il centro, che abitualmente accoglie riunioni sindacali, quella sera apre le porte a un incontro pubblico battezzato "Far loro paura". L'idea? Far convergere le lotte sociali che agitano la Francia già da qualche tempo: quella dell'aeroporto di Notre-Dame-des-Landes, della fabbrica Goodyear di Amiens, della riforma delle scuole medie. Precisato questo, una domanda sorge spontanea: «E ora, cosa si fa?»

“Dopo la manifestazione non torno a casa”

La risposta fatica a coniugarsi al singolare. Alcuni vogliono unirsi alla grande manifestazione del 31 marzo contro la riforma del lavoro – alquanto impopolare tra i giovani – che il governo sta cercando d'introdurre (un progetto di riforma sul diritto del lavoro, n.d.r.). Altri preferiscono mobilitarsi per conto proprio. Dalla massa spicca una reazione. È quella di Loïc, attore, che afferma: «Dopo la manifestazione, io non me ne torno a casa». In altre parole: occupo uno spazio e ci resto. Da quella sera il movimento di occupazione permanente di place de la République si è autodefinito Nuit Debout, letteralmente "notte in piedi".

I frammenti della storia li racconta François Ruffin durante un'intervista concessa al bisettimanale Télérama. Di Calais, 40 anni, è l’autore di un documentario, Merci Patron ("Grazie capo", n.d.t.), che racconta la lotta quotidiana di Jocelyn e di Serge, disoccupati da quando la fabbrica Kenzo del gruppo LVMH è stata delocalizzata in Polonia. Ad oggi il film ha avuto 200mila spettatori. Per forza di cose, è diventato anche uno dei sostenitori intellettuali attorno al quale i nottambuli di place de la République, a Parigi, costruiscono le loro discussioni da 6 notti.

Un'organizzazione da paura

Dalla sera del 31 marzo, il movimento battezzato Nuit Debout ha occupato place de la République, nel decimo arrondissement della capitale francese. Da allora le assemblee cittadine improvvisate formano uno spazio di dibattito che appassiona sempre di più l'intero Paese. A Parigi le "AG", le assemblee generali che si svolgono generalmente a inizio serata, riuniscono un numero crescente di migliaia di persone. Da qualche giorno Nuit Debout ha contagiato anche le banlieue, a Montreuil o Ivry, ma anche il resto della Francia, in città come Tolosa, Rennes, Lione, Marsiglia. I dibattiti parigini sono seguiti in streaming già da più di 80mila persone grazie all'applicazione Periscope.

Ogni giorno è pieno di eventi. Le AG permettono di prendere parola su una vasta gamma di argomenti: dalla precarietà sociale ai discorsi appassionati sulla difesa della lingua dei segni. Accanto a questi circoli di discussione ci sono una mensa, una libreria improvvisata, una tenda che vende felpe dai messaggi sovversivi. Tutto sembra così spontaneo, eppure questo gioioso casino si basa su un'organizzazione mostruosa.

Sulle colonne di Télérama François Ruffin spiega che «è stato necessario organizzare tutto questo»: comunicazione, volantinaggio, montare i gazebo, raccogliere materiale, creare un sito web. Così, tra la folla in movimento, nasce l'indirizzo convergences-des-luttes.org. Il sito pubblica i comunicati, i resoconti delle assemblee generali, una mappa delle manifestazioni e ancora un calendario militante. In piazza, lo stesso metodo febbrile ha invaso place de la République. Prima di ogni assemblea, un comitato di azione si occupa di coordinare la logistica sotto un tendone blu. Ogni giorno si creano delle commissioni di volontari, poco importa che il compito sia quello di trovare nuovi sedi del potere da occupare, oppure di scavare orti nelle aiuole della piazza. Un quaderno a quadretti con scritto "Chi parlerà stasera" gira tra le mani degli occupanti. Sono nati dei gruppi di formazione per moderare i dibattiti, nei quali si distinguono dei ruoli ben precisi, che vanno dal rispetto delle tempistiche alla scrittura dei rapporti.

Ricostruire il mondo

Prima che si faccia notte, Nuit Debout è quindi sapientemente orchestrata di giorno. Se da una parte il movimento vuole essere senza testa, dall'altra sembra essere amministrato da persone che sanno molto bene come condurre i giochi. Probabilmente l'occupazione non avrebbe avrebbe attecchito se la DAL (l'associazione che milita per il diritto all'alloggio) non avesse sfruttato la propria conoscenza giuridica per presentare le istanze necessarie per occupare la piazza parigina. Non avrebbe avuto la stessa portata se Ruffin, tra le altre cose proprietario del giornale alternativo di sinistra Fakir, non avesse avuto una solida esperienza da militante. Non avrebbe avuto tutta questa risonanza se gli attivisti, apparentemente così diversi, non si fossero riuniti sotto lo stesso tetto quella sera del 23 febbraio.

Nuit Debout è nata da una convergenza di lotte. Ma contro cosa? Bingo. François Ruffin lo dichiara in modo schietto: tutto è partito col rifiuto per la legge El Khormi, dal nome del Ministro del lavoro che sta cercando di introdurre il nuovo testo. Ma se è stato questo provvedimento a dare il via ad un'opposizione comune e di massa, la riforma del lavoro sembra essere diventata un pretesto per una lotta crescente. Ciò che oggi unisce migliaia di partecipanti, secondo Ruffin, è una battaglia universale contro l'assenza di prospettiva politica. È la ragione per cui oggi Nuit Debout raccoglie consensi anche in Belgio, in Germania e in Spagna. È la ragione per cui, dopo aver conquistato le piazze delle manifestazioni, si tratterà di ricostruire il mondo a cielo aperto. Insomma, qualcosa per cui passare la notte in piedi.

Story by

Matthieu Amaré

Je viens du sud de la France. J'aime les traditions. Mon père a été traumatisé par Séville 82 contre les Allemands au foot. J'ai du mal avec les Anglais au rugby. J'adore le jambon-beurre. Je n'ai jamais fait Erasmus. Autant vous dire que c'était mal barré. Et pourtant, je suis rédacteur en chef du meilleur magazine sur l'Europe du monde.

Translated from Nuit Debout : organisation du domaine de la lutte