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Palermo Metafisica vol. I, i Cantieri Culturali alla Zisa

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Palermo

A Palermo ci sono luoghi complessi, sospesi tra passato, presente e futuro che destano sorpresa e un senso dell'inesplicabile. Vi presentiamo un reportage fotografico dei Cantieri Culturali alla Zisa, esempio di archeologia industriale e oggi spazio culturale che tenta una strategia di rilancio.

Palermo ha tanti percorsi da offrire a turisti e cittadini. Percorsi più o meno riconosciuti, come quello Arabo-Normanno, del Liberty, del Barocco o dei Mercati. Percorsi più nascosti, polverizzati nella toponomastica della città, come quello del verde (Orto Botanico, Riserva di Montepellegrino e di Capo Gallo) o quello nero e sotterraneo dei qanat, le camere dello scirocco e le catacombe. Girando con il fotografo e illustratore Stefano Lo Voi abbiamo avuto la percezione di un nuovo, possibile percorso: vi raccontiamo la prima tappa della Palermo Metafisica partendo dai Cantieri Culturali alla Zisa.

Giorgio de Chirico, massimo esponente di questo movimento artistico, spiegava così l'oggetto dei suoi studi: «Nella parola Metafisica non vedo nulla di tenebroso: è la tranquillità stessa e la bellezza priva di senso della materia che mi sembra metafisica[...]».

Così, camminando per questa ex area industriale attiva già dall'800, ci troviamo catapultati in prospettive inattese e accostamenti stranianti. Fino agli anni '60 i Cantieri Culturali ospitavano le officine Ducrot, nelle quali venivano costruiti gli arredi dei gloriosi bastimenti Florio. Oggi, grazie al progetto "Il Bene Torna Comune" promosso da Fondazione con il Sud e vinto dall'Associazione Clac e Consorzio Arca, le officine diventeranno uno spazio di coworking che promuoverà startup culturali.

Non che oggi la cultura sia ferma ai Cantieri, che ospitano il Goethe Institut Palermo, l'Institut Français Palermo, la biblioteca Antonio Gramsci, il Centro Sperimentale di Cinematografia, la sala cinematografica pubblica Vittorio De Seta e l'Accademia di Belle Arti. Eppure, lungo quei viali si respira un'area di sospensione del tempo e dello spazio e la grammatica dei volumi e dei pilastri crea vedute urbane che invitano alla meditazione.

Lo storico dell'arte Carlo Bertelli, a proposito di metafisica, parla di «[...]momento inatteso, inesplicabile, nel quale per una subitanea illuminazione ci sembra di vedere le cose, anche le più familiari, come se le vedessimo per la prima volta».

Magari stiamo un po' forzando il concetto di metafisica, eppure in questo spazio silenzioso appare spesso una luce capace di rivelare una sorta di magia, di senso dell'attesa e nostalgia. Non vogliamo però lasciarci cullare da questo fascino decadente: per i Cantieri Culturali ci associamo a chi ne chiede un pieno recupero, a partire dalla Sala Vittorio De Seta, che nell'ultimo anno ha ospitato l'Efebo d'Oro, rassegne curate dagli istituti di lingua, cortometraggi, opere restaurate dell'espressionismo tedesco e dell'impressionismo francese, cineconcerti,  e che dal 29 maggio al 5 giugno ospita il Sicilia Queer Filmfest. Tutto questo senza una vera programmazione, richiesta dall'associazionismo per meglio strutturare un lavoro che in altre città italiane sta favorendo sinergie culturali promettenti.