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Palermo, cinquanta sfumature di queer

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Palermo

Provando a sfuggire all tormentone "50 Sfumature Di Grigio" abbiamo visto un'anteprima del Sicilia Queer Filmfest, in programma dal 25 al 31 maggio a Palermo.  

Determinati a sfuggire al ciclone Cinquanta Sfumature di Grigio, 8,5 milioni d’incasso nel primo weekend in Italia e libro nuovamente nella top ten della classifica Ibs, cerchiamo un titolo alternativo nella lista dei cinema di Palermo e ci imbattiamo in un curioso appuntamento programmato per lunedì 16 febbraio dal Sicilia Queer Filmfest nel centralissimo cinema Rouge et Noir: Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza.

Il Sicilia Queer è una vecchia conoscenza con una solida reputazione, e nelle passate edizioni ha abituato il pubblico ai triangoli amorosi di Xavier Dolan, al battuage descritto ne Lo Sconosciuto Del Lago e a una miriade di pellicole a tematica GLBT: immaginiamo fin dal principio, quindi, che la sfida al blockbuster di turno avvenga proprio su un terreno congeniale ad entrambi, quello erotico.

Arrivati al cinema con largo anticipo, comprendiamo subito che ci sbagliamo ascoltando il direttore artistico del festival, Andrea Inzerillo, raccontare la trama del film a spettatori che si aspettavano di trovare la normale programmazione: “È il film che ha vinto il Leone d’Oro all’ultima Mostra del cinema di Venezia, del maestro svedese Roy Andersson. Potremmo definirla una commedia grottesca, un racconto surreale suddiviso in 39 scene fisse. Di GLBT c’è veramente poco, lo proponiamo come nuova visione, come punto di vista cinematografico originale”.

Siamo stati fortunati a scegliere: tra crisi della distribuzione che impedisce ad alcuni titoli di arrivare in Italia (ultimo della lista Fury, film bellico con Brad Pitt) e la dura legge del botteghino che fa prediligere alle sale pellicole sempre più prevedibili, quali chance avremmo avuto di vedere un’opera con queste credenziali, specie a Palermo, e in lingua originale con sottotitoli in italiano?

E in effetti la logica di affidare le anteprime cittadine ad associazioni culturali e realtà conosciute nel territorio potrebbe avere sempre più senso per le case distributrici, visto che il Sicilia Queer quest’anno ha fatto un’analoga operazione, pienamente riuscita, con il cinema Igea Lido e Teodora Film per l’anteprima di Pride di Matthew Warchus.

Considerato che la casa naturale del Sicilia Queer, il cinema De Seta, unica sala pubblica cittadina ubicata nel cuore dei Cantieri Culturali alla Zisa, è alle prese con una lunga e oscura operazione di manutenzione (il proiettore è guasto e dall’Assessorato di riferimento le rassicurazioni circa la riparazione si alternano ai rinvii ormai da tempo), l’accordo con Lucky Red per questa anteprima è salutato con favore anche dai sostenitori del festival.

Sfumatura di un'esistenza semiseria 

Un piccione seduto su un ramo riflette sull’esistenza impressiona molto. Le scene fisse sono 39 sfumature dell’esistenza semiseria umana. Girato in digitale, rende perfettamente l’idea pittorica che sta dietro ai quadri di Bruegel il Vecchio che hanno ispirato il regista. All’inizio le scene sembrano rappresentare personaggi incapaci di rintracciare l’essenza del loro agire, poi un tema centrale emerge con forza radendo al suolo proprio le fondamenta di Cinquanta sfumature di grigio: l’esigenza di divertimento a tutti i costi che ossessiona l’esistenza della civiltà occidentale, vista nel film di Roy Andersson attraverso un’impossibilità, il vano e vacuo tentativo da parte dei protagonisti di vendere articoli per far ridere la gente. Ma non è tutto qui: i quadri di Andersson crescono per assurdità, tragicomica e bellezza visiva, lasciando lo spettatore spiazzato e sorpreso più del piccione che osserva.

Finita la proiezione, sottoscriviamo con grande convinzione la Queer Card 2015, che dà diritto a sconti sul biglietto delle prossime anteprime e sul festival vero e proprio, che si terrà dal 25 al 31 maggio ai Cantieri Culturali alla Zisa (proiettore permettendo, se il Comune non arrivasse in tempo all’appuntamento sarebbe un vero scandalo). Scopriamo anche che si beneficia di sconti per articoli presso piccole case editrici locali e altre realtà culturali cittadine, contenti di finanziare dal basso iniziative di qualità anziché, per citare i colleghi di Dagospia, quel film primo in classifica che è “solo un laido manifesto di sessocapitalismo”.