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Ozu, patrimonio mondiale del cinema ai Cantieri Culturali alla Zisa

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Palermo

L'associazione SudTitles offre alla città di Palermo l'occasione di scoprire i capolavori di Yasujiro Ozu, maestro del cinema neorealista giapponese. Abbiamo visto Tardo Autunno in versione originale sottotitolata in italiano, un'esperienza di grande cinema e di esplorazione di una cultura lontana, quasi un'iniziazione "zen".

Se Palermo con il percorso arabo-normanno è ormai un sito partimonio dell'Unesco, il cinema di Yasujiro Ozu è da sempre un patrimonio mondiale della settima arte. I suoi estimatori, da Scorsese a Wenders, riconoscono a Ozu l'aver raggiunto le vette della settima arte con un'originalità inimitabile nel raccontare il Giappone.

Così, dopo un accurato restauro di sei capolavori da parte della Tucker Film, il cinema di Ozu ha iniziato a girare l'Italia la scorsa estate, e dopo Roma, Firenze, Bari e Torino è finalmente arrivato anche a Palermo, grazie all'associazione SudTitles.

Abbiamo visto, durante uno spettacolo pomeridiano, Tardo Autunno (1960), che ragiona con pacatezza e ironia sulla tradizione giapponese dei matrimoni combinati e su come le nuove generazioni interpretarono l'usanza nel Dopoguerra. Una commedia condotta con maestria sul piano cinematografico, con una pulizia visiva e cromatica da grande formalista e un tempo della narrazione disteso ed equilibrato. La cosa più piacevole sembra però la possibilità di conoscere attraverso il cinema una cultura lontana, il rapporto che si instaura tra uomini e donne o anche tra madri e figlie, la scala di valori di quella società. Dialoghi semplici ispirati da ironia e bontà d'animo indagano i valori del matrimonio, della famiglia e dell'amicizia, e lo spettatore riceve piccoli insegnamenti "zen" legati a non complicare più del dovuto le cose, a essere altruisti e a creare occasioni per stare assieme.

Il mondo creato da Ozu intorno a questi personaggi e intrecci - con interni geometrici e soffusi sempre in dialogo con l'ambiente circostante - ingentilisce senza rendere languidi i passaggi più sentimentali. Da condividere in pieno, pertanto, è il giudizio del maestro americano Paul Schrader, secondo cui "Ozu dispone silenzi e vuoti secondo la tradizione dell'insegnamento Zen, usandoli nei suoi film come elementi attivi". 

Un'interessante iniziativa di SudTitles, nata dal volontariato e specializzata nella sottotitolazione di film in versione originale, divenuta punto di riferimento del settore da Roma in giù e promotrice anche della rassegna estiva ESCO allo scopertoTardo AutunnoFiori d'equinozio (1958), Buon giorno (1959) e Il Gusto del Sakè (1962) si possono vedere al Cinema De Seta presso i Cantieri Culturali alla Zisa, qui il programma. Viaggio a Tokyo, votato nel 2012 da una giuria di 358 registi da tutto il mondo come il più bel film di tutti i tempi, sarà invece visibile giovedì 22 ottobre alle 18,30.