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Ottant’anni di Mondiali: chi farà storia nel 2010?
Published on June 11, 2010
Lifestyle
È risaputo che superstizione, cartellini ed insulti fanno parte del calcio così come rigori, parastinchi, cartellini rossi e birra ghiacciata. Con uno sguardo agli ultimi ottant'anni di Mondiali ed ai momenti più spettacolari ed indimenticabili, la domanda, prima delle prossime quattro settimane di calcio non-stop in Sudafrica, è una: quali immagini del 2010 saranno ricordate dai tifosi per i prossimi ottant'anni?
L’immagine più famosa dei Mondiali del ‘38 , allora in Europa per la seconda volta, è quella di Giuseppe Meazza che si appresta a tirare un rigore, col pallone sotto il braccio, mentre gli si rompe l’elastico dei pantaloncini, che gli cadono fra gli sghignazzi maligni del pubblico francese. Meazza, però, non perde la calma, si tira su tranquillo i pantaloni, li tiene stretti con una mano, prende la mira, tira, fa goal. Gli Azzurri, in finale contro l’Ungheria, vincono la coppa. (Foto Inter Club Sydney/Wikimedia)
Mondiali del 1966 in Inghilterra: siamo al primo tempo supplementare della finale fra Inghilterra e Germania , 2 a 2. Alan Ball crossa per Geoff Hurst, che tira: la palla prende la parte inferiore della traversa, rimbalza a terra ed è di nuovo in gioco! Gli inglesi esultano, i tedeschi tirano un sospiro di sollievo... È goal o no ? L’arbitro svizzero Gottfried Dienst, dopo essersi consultato col guardalinee sovietico Tofik Bakhramov, decide che è goal. Purtroppo, però, i due potevano comunicare solo a gesti, perché Dienst non capiva né l’azero né il russo di Bakhramov. Anni dopo all’Inghilterra verrà tolto, teoricamente, quell’unico goal che l’ha resa per la prima ed unica volta Campione del Mondo: la palla non è mai entrata completamente in porta. (Foto: karlequin /flickr)
«Oddio, cosa succede? Ma è terribile, è orribile. Burgnich è appena morto, vedo. No, eccolo che torna in vita», è così che il cronista Kurt Brumme , di solito impassibile, commenta in stile "thriller calcistico". La semifinale fra Italia e Germania ai Mondiali del ‘70 in Messico è ritenuta “la partita del secolo”, in cui gli Azzurri vincono per 4 reti a 3. È vero però che la Germania non era nel pieno delle sue forze: dal 65’ il capitano Franz Beckenbauer gioca con una spalla fasciata dopo essersela lussata. (Foto: NiceBastard /flickr)
Anche i comunisti sanno giocare bene a pallone: la dimostrazione ce l'ha data la nazionale della Repubblica Democratica Tedesca durante i Mondiali del ‘74 nella Repubblica Federale Tedesca: la Germania Est vince inaspettatamente per 1 a 0, mandando a casa la squadra della Germania Ovest. (Foto: goesberlin/ flickr)
Il calcio può portare anche a conflitti politici, come dopo la semifinale Francia-Germania ai Mondiali del 1982 in Spagna: solo davanti alla porta, Patrick Battiston tira la palla, dopodiché viene steso dal portiere della Germania, Harold “Toni” Schumacher . Il difensore francese cade a terra privo di sensi, con una commozione cerebrale, due vertebre incrinate e due denti rotti. Mentre gli altri giocatori ed i soccorritori si occupano di Battiston, Toni si mette a fare stretching. Dopo la partita dichiara in tono secco che gli avrebbe pagato lui l’operazione ai denti perché, come ha constatato in seguito, era contento che non fosse successo nulla di grave... (Foto: sugarmelon.com /flickr)
Un classico: Diego Armando Maradona non era solo un giocatore molto bravo, ma anche molto impertinente, come conferma il suo goal di mano nel quarto di finale Inghilterra-Argentina ai Mondiali del 1986 in Messico (i Mondiali si sarebbero dovuti svolgere in Colombia , ma il Paese non riuscì a rispondere alle condizioni della FIFA). L’arbitro non aveva visto la mano. Dopo la partita Maradona afferma che «è stata un po’ la mano di Dio ed un po’ la testa di Maradona ». L’Argentina vince la coppa e da allora non sono leggendari solamente i piedi del giocatore, ma anche le sue mani.
Anche durante le qualificazioni ai Mondiali 2010 in Sudafrica una mano birichina ha fatto molto discutere: questa volta è il capitano francese Thierry Henry , che con un assist più che dubbio propizia in goal che qualifica la propria squadra contro l’Irlanda. Maradona docet! ( Foto: Balakov /flickr)
Con i suoi 38 anni, il camerunese Roger Milla impressionò tutti ai Mondiali del ’90 in Italia non solo per la sua freschezza atletica, ma anche per il suo celebre balletto: dopo il goal con cui porta la propria squadra ai quarti di finale, il giocatore improvvisa una lambada vicino alla bandierina del corner.
Durante gli stessi Mondiali fece parlare di sé anche l’olandese Frank "Lama" Rijkaard per aver sputato addosso al tedesco Rudi Völler agli ottavi di finale: cartellino rosso a ENTRAMBI.
Berti Vogts , allenatore della nazionale tedesca, non ha avuto nessuna pietà per i “gesti osceni” ed ha rispedito a casa Stefan Effenberg durante i mondiali del ’94 negli Stati Uniti: dopo la vittoria contro la Corea del Sud, il giocatore alzò il dito medio contro alcuni tifosi tedeschi non soddisfatti.
"Nessuna pietà" ha significato per la Colombia non solo l'esclusione dai Mondiali, ma addirittura la morte di un prorpio giocatore: dopo il suo infelice autogol (che portò all’eliminazione della squadra), Andrés Escobar venne ucciso al ritorno nel proprio Paese. (Foto: Thomas Duchnicki :: Location Scout /flickr)
Per propiziare la “fortuna del Dio del calcio”, prima di ogni fischio d’inizio il difensore francese Laurent Blanc baciava la pelata del portiere Fabien Barthez. Effettivamente il bacio ha portato fortuna: nel 1998 la Francia ha vinto la Coppa del Mondo in casa! Lo stesso hanno Laurent Blanc ha fatto storia segnando il primo Golden Goal (contro il Paraguay) della storia dei Mondiali. (Foto: bitzcelt /flickr)
A quanto pare nel calcio l’undici è un numero magico: undici giocatori, undici metri ed undici sono anche i secondi serviti a Hakan Sükür (Turchia) per segnare contro la squadra di casa ed aggiudicarsi il terzo posto ai Mondiali del 2002 in Corea del Sud. Il goal più veloce nella storia dei Mondiali. (Foto: James Glover /flickr)
Il portiere della nazionale tedesca, Jens Lehmann , parò due calci di rigore contro l’Argentina ai quarti di finale del Mondiale 2006 in Germania. Perché? Perché prima del tiro decisivo ha ricevuto un bigliettino dall’allenatore con scritti sopra delle note sui calci di rigore della squadra argentina. (Foto: TMAB2003 /flickr)
Translated from Rückblick: Und wer schreibt 2010 WM-Geschichte?
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