Oltre i muri: un ponte dell'arte a Napoli
Published on
Non è una fermata dell’arte, non è centrale e tuttavia è sempre affollata e funzionante, la stazione metropolitana di Chiaiano/Marianella funge da punto nevralgico di collegamento tra il centro e la periferia Nord della città di Napoli. È qui che artisti e associazioni hanno unito il loro sforzi, trasformando il cemento in colore, il degrado in bellezza e i muri in pilastri di umanità.
Un mese fa uscire dalla metropolitana di Chiaiano significava scontrarsi con il degrado e l’abbandono tipici delle periferie cittadine, dove il grigiore e la frammentarietà dello spazio amplificano la sensazione di disagio e di pericolo per coloro che vi transitano ogni giorno. Sempre un mese fa il logo rosso dell’associazione Let’ Think Living An Idea faceva capolino sui muri della stazione, manifestando i primi sintomi di cambiamento. Pochi giorni dopo veniva stesa la prima pennellata di colore sul cemento grigio, inaugurando l’inizio dei lavori che avrebbero trasformato il ponte della metro di Chiaiano in Un Ponte Oltre i Muri.
“Passavamo un giorno in macchina sotto il ponte della metro di Chiaiano, alzando gli occhi mi accorsi che questo era tanto forte da generare ansia e angoscia”, spiega Gianluca Di Maro, presidente di Let’s think.
Al cuore dell’associazione, attiva da qualche anno sul territorio partenopeo, vi è un nucleo di volontari guidati dalla necessità di intervenire nei “non luoghi” della città con progetti e laboratori all’insegna “della legalità, dell’arte, dell’educazione e dell’integrazione sociale nel rispetto dell’uomo e dell’ambiente”. “Oltre i muri”, in particolare, cerca di coniugare la partecipazione dei minori a rischio a quella dei diversamente abili e della società civile, partendo dall’arte come mezzo capace di esprimere ciò che non è possibile con le parole. Tutto questo ha preso forma sotto il ponte di Chiaiano, dove le ultime settimane hanno visto i muri colorarsi dello sforzo e dell’entusiasmo delle personalità in gioco. Fondamentale e poeticamente pervasivo il contributo di artisti di rilevanza non solo locale ma anche europea. Lelia Andreoli, Marco Matta, Raro, Omar Mohammed, Snervantes, Valerio Tuccillo, Teso e Gola sono i nomi di coloro che hanno impresso il proprio segno in modo del tutto volontario e originale, sviluppando il tema “dalla periferia al centro” ed ipotizzando rappresentazioni di un passato preindustriale. I piloni della metro sono stati così trasformati in alberi e il cemento si è improvvisamente popolato di raffigurazioni di mucche, di motivi floreali ma anche di complessi ingranaggi meccanici.
Lo scopo del progetto era anche quello di "integrare diverse realtà artistiche e ci siamo riusciti nonostante le difficoltà tecniche che abbiamo riscontrato” , spiega Raro. “Coniugare i pochi mezzi a disposizione con i tempi ristretti concessici è stato difficile. Abbiamo lavorato di notte per 15 giorni, una corsa contro il tempo necessaria, senza la quale tutto ciò non avrebbe potuto realizzarsi.” Infatti, come sottolinea Di Maro “gli artisti hanno prestato il loro contributo in forma del tutto gratuita e volontaria. Non abbiamo partecipato ad un bando, così come non abbiamo usufruito di fondi pubblici", racconta. "Siamo partiti con il solo permesso del Comune di Napoli e di Metro Napoli, i quali ci hanno fornito i mezzi minimi indispensabili per realizzare l’opera. I pochi soldi racimolati attraverso gli sponsor sono stati investiti direttamente nell’acquisto delle pitture.”
Ma la diversità rappresentata sul ponte di Chiaiano va ben oltre il pastiche artistico. “Arricchiamoci delle nostre reciproche differenze” è il messaggio lasciato dai ragazzi diversamente abili dell’Associazione AugurAbile sul muro antistante l’ingresso della metro. “Lavorare con le pitture e i colori suscita sempre un grande entusiasmo tra i ragazzi. L’arte è immediata, riesce a superare l’ostacolo delle parole”, spiega Valentina Maisto, presidente di AugurAbile. Non a caso "Un Ponte Oltre i Muri" ha deciso di destinare 50 mq anche allo "sfogo" artistico dei minori a rischio e al percorso rieducativo di altri minori in regime di “messa alla prova domiciliare” seguiti dall'Associazione Set Me Free (Giugliano in Campania) e dall'associazione Let’s Think.
“Abbandono, diversità, indifferenza, rifiuto e dubbio”. Sono questi gli ostacoli che "Un Ponte Oltre i Muri si è imposto di superare e, a più di un mese dall’inaugurazione del progetto, i cambiamenti iniziano ad essere tangibili. Raro non ha dubbi al riguardo: “penso che, nonostante le difficoltà tecniche, siamo riusciti a smuovere innanzitutto quelle persone che fino a ieri erano assuefatte alla routine, dimostrandogli quante cose positive possono essere realizzate sul nostro territorio. Grazie alla nostra proposta hanno messo nuove illuminazioni e hanno riparato la strada. Ora sta ai cittadini continuare a curare questo spazio.” Anche Valentina Maisto si dimostra soddisfatta del riscontro avuto: “i passanti si fermavano incuriositi ad osservarci mentre lavoravamo e, più di una volta, si sono offerti di darci una mano.”
Le difficoltà tecniche incontrate dagli artisti, così come la scarsa risposta riscontrata nella raccolta fondi per il progetto dimostrano come le istituzioni e la sensibilità delle persone risultino ancora poco preparati al cambiamento. Proprio per questo, il ponte di Chiaiano rappresenta un esempio prezioso di riqualifica del territorio partita dal basso, capace di dimostrare come siano le realtà più delicate e marginali a costituire le risorse primarie di una città. Il ponte “dalla periferia al centro” è stato spianato, ora spetta a noi attraversarlo.