Oliver e Gibonni: Il poeta e il rocker dei balcani
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Se vi è capitato di andare in vacanza in Croazia o in Slovenia, avrete senz'altro ascoltato alla radio o in qualche locale pubblico le canzoni di Oliver Dragojević e Gibonni. Gli stili e la voce sono inconfondibili e dopo averli ascoltati casualmente due o tre volte siete già in grado di riconoscerli.
Oliver è una vera e propria leggenda, uno dei più celebri cantanti e musicisti della scena croata, molto noto e apprezzato anche fuori dai confini naziionali. L’artista ha alle spalle oltre 45 anni di carriera e quasi 40 album. Nel 2000 la critica lo ha proclamato il cantante croato del secolo.
Dragojević si presenta negli anni '70 al Festival di Spalato, con un repertorio basato su musiche folcloristiche dalmate, ma il suo primo successo fu Picaferaj nel 1967. Le sue prime canzoni sono state le ballate romantiche scritte dal cantautore Zdenko Runjić. Le canzoni più famose sono Nadalina e le popolari "Dalmatian anthems", cioè Galeb i ja e Skalinada, quest'ultima rappresenta per lui un vero biglietto di presentazione ed è ancora eseguita nei concerti, compreso quello tenuto all'Olympia di Parigi nel 2006.
Oliver nasce a Korcula, un’isola dell’Adriatico dalmato, nota per il suo mare, i colori e i sapori tipici dei luoghi marittimi, argomenti che si ritrovano nel lirismo e nella melanconia delle sue canzoni. La sua è una voce “ruvida” o per meglio dire soul, tipica dei popoli del Mediterraneo.
Gibonni è originario di Spalato, popolarissimo nel suo paese e nelle repubbliche della ex-Jugoslavia, autore di album cult e di canzoni altri per artisti quali, tra cui Oliver Dragojević, per il quale ha scritto Cesarica (Imperatrice), diventato un classico della musica croata.
La sua musica unisce elementi rock, pop moderno e tradizione dalmata, con attenzione ai testi, una fusion originale che nei primi ’90, particolarmente turbolenti nei Balcani, lo resero un punto di riferimento per i croati, con il risultato di avere un seguito enorme, soprattutto tra i giovani.
Essere cantanti famosi nelle repubbliche della ex-Jugoslavia, non è mai stata una cosa semplice, per il continuo rischio di essere strumentalizzati, ma Gibonni si è sempre fatto apprezzare per la sua autonomia, come nel caso del brano Oprosti (Scusa), dedicato alla tragedia della distruzione di Mostar, che lo portò a disertare il concerto celebrativo della ricostruzione del famoso e simbolico ponte, per poi organizzare lui stesso nel 2006 un concerto, dove poté eseguire il brano in assoluta libertà: “... diciamoci l’un l’altro, mi dispiace... potrebbe essere più facile morire che dire mi dispiace”.
Nel 2001 ha realizzato Mirakul (Miracolo), uno dei suoi migliori lavori, vincitore di numerosi premi e ben accolto dalla critica. Questo album introduce Gibonni nel mondo internazionale della musica pop, grazie alle collaborazioni artistiche con Manu Katche, Geoffrey Oryema, Maya Azucena, Tony Levin e Gaetano Curreri degli Stadio, con cui incise il brano Ne odustajem (Non rinuncio a lei), il cui testo è per metà in croato e metà in lingua italiana, scritto dallo stesso Gibonni insieme a Saverio Grandi e Vedran Križan. Tra i tanti riconoscimenti ricevuti in carriera, ricordiamo il Best Adria Act agli MTV awards 2010.
Nel 2013 Gibonni, approfittando dell’ingresso del suo paese nell’Unione europea, si lascia alle spalle ogni confine ideologico, culturale e musicale pubblicando 20th Century Man, il suo primo album in inglese, realizzato con la collaborazione di Andy Wright, produttore dei Simple Red e Simple Minds.
Oliver & Gibonni finalmente insieme
Oliver e Gibo, come viene affettuosamente chiamato dai suoi fan, hanno pubblicato “Familija”, l’album che raccoglie 9 canzoni scritte nel periodo 2014-2016, il modo migliore per festeggiare 20 anni di intensa collaborazione.
“Familija” è un balsamo per l’anima, un prezioso lavoro cui hanno partecipato musicisti di tutto rispetto: Vlatko Stefanovski, Marko Ramljak, Matija Dedic, Manu Katché, Pino Palladino, Steve Stevens. Le canzoni sono state registrate negli studi di Korcula, Spalato, Opatija, Zagabria, Madrid, Parigi e Los Angeles.
Gibo apre il disco con “Onako, od oka” (Guardarti con gli occhi), una tipica ballata rock dal sapore balcanico. “Sreća” (Felicità) è il primo dei due brani cantanti in duetto, con il tipico intercalare di Oliver che dona cuore alla musica. Le due voci funzionano bene, forse perché sono talmente diverse da sembrare una sola, mentre il sax di Arsen Breš li accompagna.
“Kad sam nasamo s njom” (Quando ero solo con lei) è una tipica canzone d’amore di Oliver, sostenuta dall’armonica di Antonio Serrano, un musicista jazz spagnolo di fama internazionale.
Il titolo in italiano di “Bella figura, bella pittura” non deve trarre in inganno, l’intero disco è in lingua croata, Gibonni canta con l’accompagnamento al piano di Matija Dedić, introdotto da un assolo del chitarrista Miroslav Tadić. Il rocker dei Balcani è anche l’interprete della dolcissima “Udica” (Gancio), sostenuta da un coinvolgente coro muto maschile, e di “Nisi više moja bol” (Non sei più il mio dolore), mentre le inconfondibili atmosfere di Dragojević echeggiano in “Za tvoje dobro” (Per il tuo bene) e “Gdje to piše?” (Dov’è scritto?).
I due artisti chiudono il disco in duetto con “Moja si Kuća” (Sei la mia casa) accompagnati da Pino Palladino, un bassista britannico d'origine italiana molto presente nella scena rock e soul internazionale. Il brano evoca suoni e colori dello splendido mare di Korkula, dove parte del disco è stato registrato.
“Familija”, uno degli album più popolari in Croazia e nelle repubbliche vicine, il punto d’incontro di quella che artisticamente si può definire "una famiglia che non è la famiglia". Insieme stanno presentando il loro disco con grandi concerti, tra cui quello tenuto all’Arena di Pola il 27 agosto del 2016, a Vienna lo scorso febbraio e il prossimo a Lubiana il 9 giugno.
Oliver & Gibonni - Sreća (official video)