Numeri che parlano da soli: la miseria della Generazione Y
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Lucrezia LozzaLa nostra società ha sempre trovato dei termini per descrivere la generazione "perduta", "dimenticata" o "disincantata" dei giovani adulti di oggi. Ormai c'è anche un numero che simbolizza il disagio dei 18-35enni: in alcuni dei Paesi più ricchi del mondo, il loro reddito è inferiore di più del 20% rispetto alla media nazionale.
Prendete 30 secondi e divertitevi a fare un test. Se scrivete «Generation Y are...» su Google, il motore di ricerca vi proporrà automaticamente le seguenti parole chiave: «idiots», «lazy» o «selfish» (idioti, pigri, egoisti). L'algoritmo dimostra che la generazione di chi ha tra i 18 e i 35 anni porta con sé un carico di stereotipi.
Per spazzare via i luoghi comuni, i giovani adulti e coloro che si sono interessati ai loro problemi hanno spesso usato le parole per testimoniare la loro condizione. Ormai, c'è un numero che simbolizza il loro disagio. Secondo uno studio pubblicato dal Guardian, il reddito della Generazione Y è inferiore del 20% rispetto alla media nazionale dei Paesi occidentali più ricchi. L'analisi è stata condotta su 8 Paesi (Australia, Regno Unito, Canada, Francia, Italia, Germania, Spagna e Stati Uniti) e i dati provengono dalla più grande banca dati sul lavoro nel mondo, il Luxembourg Income Study.
Trent'anni fa, i giovani guadagnavano più della media nazionale. Il calo dei salari, sottolinea il Guardian, è stato provocato da fattori quali la disoccupazione, le conseguenze della globalizzazione sul mondo del lavoro, gli squilibri demografici o la crescita dei prezzi immobiliari. Fattori che illustrano la crisi della nostra società moderna, dove i giovani soffrono più degli altri. Questo è ormai certo.
Translated from Le chiffre qui parle : la dèche de la Génération Y