Numeri che parlano da soli: Danimarca, confischiamo a casa nostra
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Matteo IacovellaLa Danimarca non vuole rinunciare alla sua fama di "Paese più felice del mondo": reintroduce i controlli alle frontiere e vota a grande maggioranza per un inasprimento delle norme sul diritto d'asilo. La nostra cifra della settimana è 81: il numero dei deputati danesi che hanno votato a favore della confisca di beni ai richiedenti asilo.
La Danimarca ci tiene molto al suo primato di "Paese più felice del mondo", conquistato nel 2013. Un primato che nemmeno i circa 21 mila richiedenti asilo, giunti nel Paese dall'estate 2015, possono scalfire.
Copenhagen ha deciso di rendere più severe le norme sul diritto d'asilo, affinché nulla possa fermare quest'ondata di felicità. Dopo aver seguito l'esempio della Svezia e aver reintrodotto, all'inizio dell'anno, i controlli alle frontiere con la Germania, il 26 gennaio il Parlamento danese ha approvato una legge che prevede la possibilità di confiscare ai migranti gioielli e denaro contante che eccedono il valore minimo fissato a 10 mila corone (circa 1.340 euro).
Il testo, approvato con 81 voti a favore (tra cui anche i socialdemocratici all'opposizione) e 27 contrari, ostacola inoltre i ricongiungimenti familiari e accorcia la durata dei permessi di soggiorno. Le organizzazioni per i diritti umani criticano questo inasprimento delle regole sul diritto d'asilo e sull'immigrazione. Una scelta che, tra l'altro, coincide con una ricorrenza decisamente infelice: un giorno prima del giorno della memoria per le vittime dell'Olocausto.
Il denaro confiscato servirà a contribuire alle spese di accoglienza dei rifugiati, si dichiara. Ma c'è chi si chiede se non sia anche un mezzo per scoraggiare i migranti che si dirigono verso nord e spingerli a scegliere un'altra strada.
P.S. Per chi si stesse già scaldando, nei Länder tedeschi della Baviera e del Baden-Württemberg (e anche in Svizzera), la confisca dei beni di valore ai rifugiati è prevista già dagli anni Novanta.
Translated from Flüchtlingsenteignung: Kein schmucker Zug der Dänen