“Non esistono argomenti tabù”: la Stand-up Comedy di Maurizio D. Capuano
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Immaginatevi la scena: un palcoscenico in penombra, un solo fascio di luce, una sedia (no, quella proprio no…), un microfono e un uomo che – si spera per la riuscita del tutto – non ha freni inibitori. Mescolate questi ingredienti e otterrete una Stand-up comedy.
La Stand-up comedy (ora capite perché della sedia non si sente la mancanza) è un genere di performance che vede un attore – lo stand-up comedian appunto – interagire direttamente con l’audience, fregandosene della cosiddetta quarta parete. Anzi la distrugge proprio. Che abbia o meno un accompagnamento musicale, piuttosto che qualunque altra cosa che sia di contorno, la sola cosa che conta nella Stand-up comedy è l’abilità dell’uomo sul palco. Quale abilità? Far ridere! Non proprio. Essere sciolto? Quasi. Mmm..non avere freni inibitori? Esattamente.
Sì, perché quello che distingue la Stand-up comedy dal cabarettismo spicciolo è la sfacciataggine del comedian nel fare battute su tutto. Ma proprio tutto. Lenny Bruce, “THE obscene comic”, e George Carlin insegnano. Entrambi arrestati a causa – o grazie – alle loro performance. Gli esempi di “autentica” Stand-up comedy sono molteplici, basti pensare a Moms Mabley, Bob Hope, Jack Benny, Frank Fay sul versante americano, e Eric Sykes, Peter Sellers e Tommy Cooper, su quello britannico, personaggi che iniziarono a farsi strada nel periodo bellico, durante i wartime parties. L’elenco è ancora lungo e arriva fino ai giorni nostri attraverso personaggi del calibro di Woody Allen, Steve Martin e Bill Cosby, maestri che hanno formato gente come Robin Williams, Eddie Murphy e Chris Rock. Facendo un salto spaziale dal regno di Sua Maestà e dagli States all’Italia, e a Napoli in particolare, troviamo un personaggio altrettanto sfacciato e senza peli sulla lingua che risponde al nome di Maurizio D. Capuano. Maurizio è un… beh, lascerei a lui la parola. Fosse solo per godervi le risposte.
V: Chi è Maurizio D. Capuano?
M: Sono un attore, solo un semplice attore. Ed essendo un attore, come la maggior parte degli attori (quelli scarsi come me), sono anche un disoccupato. Ed essendo un attore scarso e disoccupato, sono anche incazzato. Ed essendo incazzato, ho tante cose da dire. E se uno è incazzato e ha tante cose da dire, la Stand- up Comedy è l’unico modo che ha per ottenere figa.
Adesso ci sta bene una foto. Una segnaletica del personaggio in questione.
V: Il tuo punto di vista sulla stand-up comedy?
M: Qui potrei sparare qualcosa da finto intellettuale, ma dirò solo una cosa, e sarò assolutamente serio: è l’ultima forma d’arte libera rimasta. (Zan zan!, ndr)
V: I tuoi maestri?
M: Martufello, Ezio Greggio e i comici di Made in Sud. E Tony Servillo.
V: Perché la stand-up comedy?
M: Ricordi la storia della figa? Ecco, quello.
Nel caso le risposte vi lascino perplessi non preoccupatevi. Ho visto Maurizio esibirsi dal vivo e lascia davvero perplessi, soprattutto quando…ecco, vi ricordate della storia del “non avere freni inibitori”? Bene, Maurizio il freno non sa neanche dove sia. E’ come…una macchina che sfreccia ad alta velocità lungo una strada deserta che si perde all’orizzonte. Piaciuta la metafora? Ed è lui stesso a confermarlo.
V: Su cosa si fa oggi stand-up comedy?
M: Puoi fare Stand-up Comedy su tutto. Non esistono argomenti tabù. Quello che cambia è solo il linguaggio usato per trattare quegli argomenti. Tutto è ammesso. Tranne i giochi di parole: sapete che per ogni gioco di parole, un comico vero, da qualche parte nel mondo, comincia a leggere Fabio Volo? Riflettete su questo. E vergognatevi. E poi: niente doppi sensi né doppi sensi sui doppi sensi. Se volete fare Stand-up Comedy vera, stupite il pubblico con cose che non s’aspetta: parlate dei rapporti tra politica e mafia e dell’importanza della “e” accentata e dei corsi accelerati di qualunquismo; parlate dell’ambiente, dell’effetto serra, dell’inquinamento, dei cataclismi, dell’inversione dei poli e di come il mondo sarebbe un posto migliore se imparassimo finalmente a fare a meno degli animalisti; parlate di scie chimiche, alieni, religione, ma non disdegnate, ogni tanto, di parlare anche di cose reali; parlate della guerra e di altri metodi contraccettivi; parlate di froci e lesbiche, ma soprattutto di lesbiche; parlate di razzismo, e imparate a praticarlo; parlate di calcio e di come lo sport insegni a unire i puntini sulla settimana enigmistica; parlate di calciatori, tifosi e altri handicappati. E se vi capita, trovate il tempo di affrontare anche temi più allegri, come la pedofilia e lo stupro. Insomma, funziona più o meno così: il comedian sale su un palco, prende il microfono e comincia a parlare, a sputarti in faccia un punto di vista che il più delle volte non ti piacerà, specie se hai come modelli di riferimento i comici di Colorado. A un certo punto, ti sembrerà quasi che quel microfono te l’abbiano infilato su per il culo. E forse è così. Il segreto è scoprire l’assurdo, le contraddizioni della nostra società, smascherarle, e tornare a casa in tempo per picchiare la tua ragazza. E niente battute su Brunetta basso, cristo!
E che vuoi aggiungere più. Se leggete il suo nome in giro…beh, andate a vederlo. Punto e basta.