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Non è un paese per gay: chiesa e omosessualità in Italia

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societàPolitica

All'indomani della dichiarazione del premier uscente Monti sulla legittimità di una famiglia composta solo da un uomo e una donna, un punto sul rapporto tra politica italiana e omosessualità, da Rosario Crocetta al Gay Pride in Veneto. E l'inevitabile ruolo giocato dal Vaticano. Dal Nord al Sud del paese, le associazioni gay sembrano tendere una mano alla chiesa.

Anche se a volte questa vorrebbe che porgessero solo l'altra guancia.

La costituzione italiana, formulata nel 1948, accusata in tempi recenti di ”eccesso di socialismo”, è un coacervo di compromessi, necessario a tenere unite le differenti anime d'un paese allo sbando, dopo la seconda guerra mondiale. Tuttavia, uno dei pochi punti in cui si esprime con estrema chiarezza è l'articolo 29, che recita testualmente: “La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”, dove per naturale era intesa all'epoca l'unione tra un uomo e una donna. Articolo che, in parte per colpa dell'anima conservatrice italiana, in parte per l'ovvia influenza del Vaticano, è rimasto un caposaldo dell'azione politica del nostro paese, nel bene e nel male. Ora però, non sono solo i cosiddetti DICO, ad assediare la “legittimità” della formulazione, ma anche la crescente ondata di liberazione degli omosessuali, che sta cominciando ad attecchire in luoghi fino ad ora inimmaginabili. 

La maggioranza degli italiani si dichiara, se non favorevole, almeno non contraria all'ipotesi di più diritti per i gay

Malgrado le varie opposizioni, non ultima quella di domenica 13 gennaio che ha visto Parigi inerme davanti centinai di migliaia di integralisti cattolici, in prima linea non perché il diritto al matrimonio venga ottenuto da tutti, ma perché molti ne vengano ufficialmente privati, in Europa i diritti degli LGTB sono ormai una realtà consolidata. Dai PACS francesi ai matrimoni veri e propri in Olanda e in Danimarca, ai quartieri “colonizzati” di Spagna e Germania, sembra che l'Italia sia il solo territorio ostile alla cultura homo. Tuttavia pare che qualcosa stia cambiando. Nonostante l’infelice exploit del premier uscente Mario Monti davanti alle telecamere di skytg24, dove ha dichiarato che una vera famiglia deve essere formata da un uomo e una donna.

Dalla Sicilia al Veneto, essere gay è bipartisan

Rosario Crocetta, del PD, è il nuovo presidente della regione Sicilia. Niente di strano, se non fosse un omosessuale dichiarato, come il suo collega Nichi Vendola, presidente della regione Puglia. I due difendono la loro scelta, nella culla del machismo mediterraneo. Una tendenza che sembra affermarsi, anche se in maniera disomogenea, in tutto il territorio meridionale. Le associazioni LGTB siciliane già da tempo cercano un difficile dialogo, in particolare coloro che hanno contatti con le associazioni cattoliche si danno da fare per trovare un punto d'incontro con la comunità e i gruppi cattolici. E se da una parte hanno ricevuto l'endorsement del sindaco di Palermo, pronto a finanziare il Gay Pride 2013 nella città, dall'altra Giovane Italia, il movimento giovanile del PDL, si scaglia contro, accusando lo sperpero di denaro pubblico per un evento non necessario.

Tra partiti che si rinnovano e liste civiche, movimenti atei e indipendenti,  forse tra le varie correnti, ci sarà spazio anche per un '68 che in Italia non c'è mai stato

Non va meglio al nord, dove un'altra città si sta preparando a una manifestazione di massa LGTB, affrontando le stesse peripezie. Vicenza non è certo famosa per la sua apertura mentale (è proprio questo il motivo per cui la manifestazione ha deciso di svolgersi qui, piuttosto che in città più “friendly”). Permangono forti resistenze da parte del clero, o da numerosi difensori della famiglia cristiana, come l'onorevole Parolin. Che prepara addirittura una contro manifestazione, con tanto di messe e necrologi della morale in due importanti chiese che s'affacciano sul corso principale del centro storico, dove passerà la sfilata. Se questo atteggiamento ottiene in risposta la garbata ironia di parte degli organizzatori, va anche detto che gli stessi rilevano come ci sia ancora una forte resistenza nel settore dell'istruzione, a parlare di tali argomenti. ”In certi ambienti non ci sono problemi, anzi è “figo” essere gay, parlo di ambienti “upper class” o nelle libere professioni. Io sono avvocato e non ho mai avuto problemi. Ma in fasce sociali più disagiate vivere pubblicamente la propria omosessualità può essere molto difficile. So per esempio che molti insegnanti non escono allo scoperto, così come negli ambiti istituzionali e nel lavoro pubblico”, dice Everardo dal Maso, avvocato e organizzatore del movimento. “Credo che la Chiesa invece sia disponibile al confronto costruttivo, lo dimostra il fatto che hanno detto di no alla balzana idea lanciata da Parolin. La Chiesa è forte? Benissimo, siamo aperti al dialogo. Ci sono associazioni di gay cattolici che fanno parte dell’organizzazione del Pride, come il gruppo La Parola di Vicenza”.L'associazione vicentina fa parte del Coordinamento Gruppi Cristiani Omosessuali con sede a Firenze

Foto di Vanessa Dos Santos

Insomma, dalla Sicilia al Veneto, sembra che le associazioni gay tendano una mano alla Chiesa, oltre che ai laici. Nonostante il Papa abbia recentemente benedetto il ministro ugandese Rebecca Kadaga, promotrice assieme ad altri membri del suo governo dell'Anti-Gay Bill, di fatto un manifesto di sterminio delle persone omosessuali. La maggioranza degli italiani si dichiara, se non favorevole, almeno non contraria all'ipotesi di più diritti per i gay, e soprattutto all'introduzione del reato di discriminazione sessuale nei loro confronti, proposto in maniera bipartisan in passato in parlamento, ma sempre osteggiato dalla componente più conservatrice e filo-cattolica. Ironicamente ma non troppo, la crisi che sta mettendo in ginocchio l'Italia sta forse aiutando la causa arcobaleno. Molte persone si dichiarano poco interessate all'argomento e molte trovano addirittura sconsiderato l'eccesso d'attenzione verso queste problematiche. Ma tra partiti che si rinnovano e liste civiche, movimenti atei e indipendenti, pare che la società italiana si stia muovendo, anche se è impossibile ancora determinare in che direzione. E forse tra le varie correnti, ci sarà spazio anche per un '68 che in Italia non c'è mai stato.

Foto: copertina © rezavoody/flickr; testo: Rosario Crocetta © cortesia del sito ufficiale di Crocetta; Palermo Pride © Vanessa Dos Santos/facebook