Non è il solito articolo sull'otto marzo (o forse si)
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Per tutti quelli e quelle che "che palle con questa storia del sessismo", questo articolo è per voi.
Avevo circa 6 o 7 anni, eravamo a scuola e le maestre ci stavano chiedendo cosa volevamo fare da grandi. Io a 6 anni volevo fare l'agente del FBI perché vedevo X-files, o comunque volevo fare un lavoro che comprendesse risolvere crimini e sparare, una delle maestre però mi disse che era assurdo per le donne fare il poliziotto perché come fai ad andare in giro con scudo e manganello se hai il pancione?
Avevo 8 anni, mia madre voleva che mi vestissi in un certo modo per andare a scuola, seccata le risposi a "il corpo è mio e decido io come vestirmi"( anni più tardi scoprii che negli anni '60 era una frase piuttosto in voga.).
Avevo 11 anni, la mia classe delle medie non era esattamente composta da bambini simpatici, a dirla tutta erano una massa di piccoli stronzi, e molti di loro si sentivano autorizzati ad allungare le mani. Essendomi sviluppata precocemente dovete capire che io ad undici anni avevo lo stesso corpo che ho ora. I docenti la maggior parte del tempo se ne fregavano, forse gli sembrava sana curiosità maschile. Io iniziai a farmi crescere le unghie per graffiare quando mi sentivo attaccata.
Avevo circa 12 anni, era una domenica pomeriggio e insieme a due mie amiche decidemmo di farci una passeggiata intorno al palazzo di casa, più di tanto non ci era permesso allontanarci. Un uomo in bicicletta si accostò a noi e decise che non c'era nulla di male nel sporgersi per palpare il seno della mia amica. Reagimmo, ma come potevano reagire tre dodicenni nei confronti di un uomo adulto.
Avevo 14 anni ed era una delle prime volte che uscivo di casa quando fuori era buio, per inciso erano le sei di pomeriggio. Tante e tante volte mi era stato ripetuto di stare attenta, tante e tante volte avevo già sperimentato molestie verbali di vario genere, nella mia mente di quattordicenne pensai di portarmi un sasso in tasca nel caso qualcuno avesse deciso di attaccarmi.
Ho passato le medie e il primo anno di liceo sostenendo di voler entrare in marina e sognavo i nocs, poi sono diventata troppo di sinistra per pensare alla vita militare.
Avevo 16 anni e decisi di fare un corso di autodifesa e di cominciare a praticare il kick boxing, così la prossima volta che uno mi avrebbe rotto le scatole per strada se mi girava, gliele suonavo.
Ora che sono all'alba dei mie venticinque anni mi rendo conto che ho passato l'adolescenza ad essere (o a sentirmi) aggressiva perchè fondamentalmente avevo paura. Mio padre ha sempre incoraggiato il lato selvaggio della sua primogenita. L'idea di avere una figlia come le eroine delle serie americane deve essergli sempre piaciuta. A suo modo, lo ha fatto perchè voleva proteggermi. Ricordo come uno dei miei primi giochi al pc che facevo insieme a lui consisteva nello sparare a dei terroristi in un aeroporto, la mia barbie, Jenny, era un'agente sottocopertura. E' piuttosto comune "addestrare" le ragazze a sapersi difendere, meno educare i ragazzi a non attaccare.
Fatto sta che pur sbagliando nei presupposti "faccio fare a mia figlia cose da maschio" il risultato è stato metter su una figlia capace di difendersi e per cui non esistevano lavori legati al proprio sesso, inoltre per fortuna, ho avuto una madre che mi ha sempre spinto ad essere indipendente, a costruirmi la mia autonomia, ripetendomi "fai in modo di non dover mai dipendere da un uomo".
Il risultato di tutte queste cose è stato che per sfuggire ad uno stereotipo mi sono rifugiata in un altro. Per la mia famiglia io sono un maschiaccio, tant'è che quando mi fidanzai per la prima volta si stupirono, perché l'amore e la vita di coppia sembravano essere a loro cose incongruenti con il mio carattere.
Recentemente, ad una cena insieme ad amici di famiglia, uno di questi mi ha chiesto come mai a 24 anni non fossi fidanzata , mio padre ha risposto per me dicendo "mia figlia vuole essere libera, non ha il carattere per queste cose", ora lui lo ha detto con orgoglio e in buona fede, e sono felice che mio padre sia orgoglioso di aver cresciuto una donna che non si sente schiava di un uomo, ma il presupposto è sbagliato, è sessista. Una donna se è libera e indipendente non può amare? L'errore sta sicuramente nell'idea che si ha di amore, e di rapporto di coppia. Perchè certo, se intendete sapere se un giorno vorrò mai starmene a casa a fare la casalinga mentre mio marito scorreggia sul divano, beh si non sono fatta per questo. Ma nessuna e nessuno è fatto per questo.
Il risultato di questi e altri fatti della mia vita mi hanno reso una donna indipendente e determinata, ed è per questo che lo stereotipo del maschiaccio mi sta stretto.
Sono insofferente alle relazioni morbose, odio lo shopping e ho ormai una sviluppata filia per le armi da fuoco e il pugilato, voglio fare carriera, ma questo non mi vieta di piangere quando qualcuno nei film muore, e di desiderare una famiglia con tre figli.
Sono tutto sommato felice di come sono venuta, anche se avrei preferito essere incoraggiata ad essere forte e indipentente perchè sono questi valori importanti per un qualsiasi essere umano, e non per antagonismo, non per difendermi da un mondo di uomini.
Questi signori e signore sono gli stereotipi di genere, ingabbiarci a prescindere in ruoli che non abbiamo deciso e rispetto ai quali nemmeno noi ci sentiamo adeguati, almeno quelli di noi che per un motivo e per l'altro sono riusciti a crescere liberi da preconcetti.
Il sessismo non fa male solo alle donne, fa male a tutti, e questo concetto Emma Watson, madrina ONU per la parità di genere, nonché la migliore Hermione che possa esserci, lo ha detto sicuramente meglio di come potrei fare io:
Gli stereotipi riguardano tutti, uomini e donne, e non sarà odiando gli uomini che cambieremo le cose, perchè il sessismo affligge entrambi. Continuare a nasconderci dietro convizioni assurde come "Il sesso occasionale è roba di uomini cacciatori e di donne facili" no è roba di uomini e donne che sbatte cazzi una relazione stasera voglio scopare. Così come piangere e avere crisi isteriche non è peculiarità del ciclo femminile, se un giorno volete piangere, cazzo piangete. Se la natura avesse voluto dividere i nostri impulsi fisiologici in femminili e maschili, non avrebbe dato i dotti lacrimali agli uomini e il clitoride alle donne. "Dobbiamo pensare al genere come a uno spettro, non come due insiemi opposti di ideali", dice Emma, e in modo più terra terra è quello che voglio dirvi anche io.
In molti secondo me danno questa battaglia per persa, e io stessa quando vedo perle come questa
o questa
o quest'altra....
A volte avrei voglia di darmi al terrorismo, o di diventare come Aomame la protagonista di 1q84 (H. Murakami) che fa la serial killer di stupratori. Ma ripeto, non è una lotta contro gli uomini, anche perché il sessismo pervade le menti di molte donne. Sento ragazze che affermano con orgoglio che senza di loro in cucina gli uomini sarebbero perduti. Ma de che? Fammi capire, il sugo lo giri con la vagina? Non credo, quindi quale sarebbe la correlazione fra organo sessuale e capacità di cucinare, pulire casa o stirare una camicia?
Siate voi stessi per quello che volete essere, non lasciate che sia una religione, una mentalità o una rivista scritta da una scimmia sotto metanfetamine a dirvi cosa fa di voi un uomo e cosa fa di voi una donna. I vostri organi sessuali, così come la percentuale di estrogeni e testosterone presente nel vostro corpo, non decide a prescindere quello che siete.
Non date retta a chi considera strano per una donna guidare un camion...
(donne che guidano camion e uomini in gonna, ma che paragone sarebbe? E poi chi sono le oscure forze che ci vogliono controllare, i retilliani? Gli ebrei? Gli ebrei-rettiliani? Comunque no, la parità di genere non porta alla sterilità del pianeta, guadate i tassi di natalità in Svezia e poi i nostri.)
Siate libere e liberi di essere ciò che sentite di essere. Siate libere e liberi di fare ciò che volete fare.