Noi, che i film porno li facciamo in casa
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“Because internet is for porn!”, recitava una simpatica canzoncina apparsa alcuni anni fa su internet, e difficilmente le si può dare torto.La domanda che sorge spontanea è perché un prodotto povero nei mezzi, a volte di qualità quasi affascinante nel suo ridicolo, faccia così tanta presa sulla gente, tanto da convincere molti a passare dall’altro lato della telecamera.
Storie di chi il porno lo fa.. e qualche volta ci guadagna.
“Non è solo una questione di soldi - dicono Marco ed Evan, su Youporn - Quello che a noi piace di più è la varietà, e la naturalezza dei porno in rete”. Naturalezza nel porno, sembra un ossimoro, ma non sono i soli a dirlo. “Alla lunga, le solite quattro facce ti stancano - dice Simona - Per me, è la possibilità di decidere cosa guardare senza preoccuparmi dei prezzi dei canali a tema. Inoltre, se pago per il cyber sex, non ho un senso di deja vù. Non dico ci sia un dialogo, ma certamente molta più partecipazione”, dice Roberto.
Sarà l'inconscio, tutti però nominano il pregio principale: è gratis. I soldi sono, in fondo, il comune denominatore che lega il cliente all'attore all'altro capo della camera web. Basta una macchina fotografica ad alta definizione, l'immancabile connessione ad Internet, e il gioco è fatto. Niente produttori, niente registi o guasti tecnici, copioni, provini ecc.
"Se ce l'ha fatta Justin Bieber.."
Pochi minuti per caricare il video in rete e si può eliminare la distanza tra produttore e il consumatore. Ma, ascoltando chi i film li fa, e non li guarda solo, sembra riduttivo focalizzarsi solo sul discorso economico o narcisista (anche se Gymena, spagnola, dice tra il serio e lo scherzoso che “Se c'è riuscito Justin Bieber a diventare famoso su internet, perché non potrei farlo io, con il corpo che ho?”).
Come Misty, che ha cominciato a postare video per il gusto di provare qualcosa di nuovo e mettere un po' di pepe nella relazione con suo marito, anche lui è un attore amatoriale. Si definiscono una coppia molto liberale, per cui non hanno avuto problemi a sperimentare questo nuovo campo, spinti dalla curiosità più che dal bisogno materiale.
Anche Kitty non mette il denaro al primo posto. “Come modella professionista non mi servono extra. Ho deciso di provare perché il mio lavoro mi stava facendo odiare il mio corpo. Alla fine trovavo il mio riflesso nello specchio robotico. Invece, parlando con la gente, non ricevo complimenti molto poetici, ma sicuramente sinceri!”. Sano esibizionismo dunque, ma se le chiedessero qualcosa di più intimo o spinto? “Assolutamente no! Giocare un po' va bene, ma ho molto rispetto di me come persona. La mia vita sessuale è affare mio, non sono il giocattolo di nessuno”.
Quindi il porno avrebbe anche una funzione liberatoria? C'è chi davanti alla telecamera pare perdere le inibizioni che proverebbe in un contesto normale, altri, invece, hanno già le idee chiare. Il corpo è loro, e non spetta alla gente dire cosa ne devono fare. Ma ci possono essere i contro.
“Quei pochi che diventano star del web, possono trovarsi nella situazione di non gestire più la loro vita lavorativa - racconta Diego, dal Brasile - Io e mia moglie iniziammo per gioco, ma poi col tempo siamo diventati famosi. Abbiamo lasciato perché l'invadenza della gente e le loro aspettative non valevano la posta in gioco”. Di parere contrario Misty, che afferma quanto sia ipocrita fare i liberali a metà, e che per il giusto prezzo sarebbe disposta a fare quasi tutto. Sottolineando il quasi.
Il guadagno maggiore non sono i soldi
“Il web ci ha semplicemente dato uno strumento per fare ciò che è più naturale al mondo - afferma invece Attika, dalla Svezia - Che differenza fa cercare sesso in discoteca, oppure qui? Anzi è meglio, posso parlare prima con le persone, capire come sono. Nei locali, rischi sempre di tirare su qualche truzzo strafatto che ti s'addormenta addosso. Il mio guadagno? Risparmio sui drink, con quello che prendo per i video fatti, non mi ci compro nemmeno la bici nuova”. Ma la maggior parte non è così rilassata. Moltissime persone vogliono essere sicure che il loro hobby non abbia ripercussioni nella vita reale. Molta gente è arrivata a chiudermi la connessione in faccia, quando hanno scoperto che ero un blogger. “La vita da omosessuale in Germania non è certo dura, e, caso rarissimo, anche la mia famiglia in Ucraina ha accettato la mia condizione - dice Juri - Ma la mia vita sessuale non è affar di stato”.
“Non stupisce che molta gente ti abbia risposto male - aggiunge Tika - Io stessa ho risposto per curiosità. Di gente che mi giudica ce n'è già abbastanza, mi manca solo di incontrare quei giornalisti che ti danno della malata o, peggio, della figlia di Satana (pare che anche nell'Europa dell'Est la destra abbia ricominciato ad alzare il tiro)”.
Da un estremo all'altro, Igor dice che da quando s'è iscritto al sito, la sua popolarità è aumentata di molto. “La gente è molto più aperta di quello che dicono. Anzi, c'è pure chi s'informa minuziosamente, anche se poi rinuncia per varie ragioni”.
Lo stesso pensiero che Martina P., uno degli ultimi casi “hot” del web italiano, espone con un diretto “io faccio quel c***o che mi pare”, messaggio affidato allo stesso web che la sta rendendo famosa. Peccato, in quest'ultimo caso, che la ragazzina sia minorenne, cosa che apre una pagina totalmente bianca sul tema. Il contrasto sulla legittimità di fare del proprio corpo ciò che si desidera è uno dei punti di scontro tra la morale conservatrice e i liberal. “C'è una parola che definisce la vendita del proprio corpo: prostituzione!” dichiara molta gente nei blog. “Che è legale in molti paesi civilizzati, fatevene una ragione!” dichiara sornione Igor.
Foto di copertina: ©xenotrope/flickr; nel testo: (cc) hampton/flickr; video: snustad/youtube e foxtv/youtube.