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Nichi Vendola: l'unica alternativa al berlusconismo?

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Politica

Cattolico, omosessuale, comunista ed ecologista, si è (auto)candidato come sfidante di Silvio Berlusconi per le prossime elezioni. Ha vinto due volte le regionali in Puglia, contro i pronostici e le segreterie di partito, dimostrando di avere un “popolo” che segue le sue idee.

Da quasi un anno apre le sue “fabbriche” di creatività e passione politica in giro per la Puglia, poi per l’Italia e ora il fenomeno è diventato mondiale: Berlino, Barcellona, Londra, Vienna, New York, Lusaka e, da poco, anche Parigi. È Nichi Vendola, poeta, politico, ma soprattutto amministratore.

«Mi candido alle prossime politiche contro Silvio Berlusconi per sparigliare il centrosinistra», disse il 15 Luglio scorso, durante il suo discorso di chiusura agli Stati Generali delle "Fabbriche di Nichi". E così è stato: quasi sentendosi in dovere di risolvere l’empasse del maggior partito del centrosinistra italiano, ha aperto un dibattito al suo interno. Per alcuni è la naturale incarnazione della convivenza delle due anime della sinistra italiana – quella socialista e quella cattolica; per altri è nient’altro che un ciarlatano nascosto dietro la poesia e la retorica, o il promotore di un "leaderismo" di cui la sinistra non ha bisogno, o addirittura un "Berlusconi rosso". Si vedrà, poi, il risultato delle primarie – sempre che ci siano, – in occasione delle quali ha sistematicamente fatto registrare plebisciti, prendendo in contropiede le strategie dei partiti.

Ma da qui a dire che si tratta dell’alter ego del Cavaliere, Vendola non ci sta. Pur riconoscendo la comune dote comunicativa, sottolinea la differenza tra i loro due populismi: «il mio - sottolinea - è un "populismo anti-populista". Il populista parla al basso ventre, gli dice che lo zingaro è nemico. Io invece sono un populista che dice che gli stranieri sono una risorsa umana, culturale ed economica per noi». E incalza ancora spiegando come «nel Berlusconismo la forza risieda soprattutto nel ‘sogno’, abilmente fuorviante, che è riuscito a regalare agli italiani: la sensazione di benessere. Lo ha fatto attraverso le tv, i giornali e tutti i mezzi di comunicazione a sua disposizione».

Le Fabbriche

Tra le ragioni delle vittorie, e «non in una regione qualsiasi - dice lui, - ma in una Puglia tradizionalmente di destra e con una classe dirigente qualificata», sicuramente l’aver percorso il "tacco d’Italia" in lungo e in largo per anni, ascoltando le storie della gente, e la capacità di saper far emozionare durante i suoi discorsi, di saper accendere la speranza anche in chi verso la politica è scettico. A livello di strategie, quella di impiegare Facebook o le video-lettere, di declamare poesie-slogan e soprattutto di servirsi del networking delle "Fabbriche", è stata vincente. Queste ultime sono nate come comitati elettorali, ma ora stanno evolvendosi in «reti di socialità - così le definisce lui stesso, - intrecciate a nodi di passione politica». Luoghi di creatività, impegno sociale e culturale, una sorta di alternativa ai partiti, messi in moto soprattutto da giovani che si ritrovano nel personaggio Nichi.

Le ha definite «reti di socialità intrecciate a nodi di passione politica»

Un modello virtuoso nel Sud-Italia di Gomorra

Forse, però, al di là delle strategie e della comunicazione, il migliore è il Vendola-amministratore. Con lui nel sud Italia di Gomorra, c’è una terra che è riuscita a staccarsi dal mondo descritto da Saviano, trasformandosi in un modello virtuoso. Con lui la Puglia si è fatta paladina dell’ecologia (abbassando le emissioni di Co2 dell’acciaieria Ilva di Taranto e puntando sul fotovoltaico), dell’acqua pubblica (avviando la ri-pubblicizzazione dell’Acquedotto Pugliese Spa), del lavoro a tempo indeterminato (con le cosiddette “internalizzazioni” criticate e poi bloccate dal Governo italiano). E soprattutto, parole di Vendola, «mette i giovani al centro del sistema economico di una regione (nonché di un'intera nazione intera) in cui le politiche giovanili non sono mai esistite». Con il bando “Principi Attivi”, ad esempio, è possibile ricevere fino a 25.000€ di finanziamento per lo start-up del progetto che un giovane ha deciso di candidare. Firmando invece il “Contratto Etico”, il giovane pugliese riceve una borsa di studio per un master o una specialistica all’estero e si impegna a cercare di tornare nella sua terra e mettere le sue competenze a disposizione della comunità che gli ha permesso di specializzarsi.

Il "ritorno dei cervelli"

C’è stato poi anche un vero e proprio miracolo: Giuseppe Beccia, il primo caso di fenomeno inverso della “fuga dei cervelli”. Cosa non da poco nell’Italia che istruisce e poi esporta talenti. Ha deciso da qualche mese di rinunciare al suo lavoro e ad un rinnovo della sua borsa di dottorato a Bruxelles, per tornare nella sua cittadina pugliese ed avviare con gli amici un progetto che ha vinto i "Principi Attivi". Beccia spiega però che «non è Nichi Vendola che mi fa tornare, perché io sono convinto che Vendola non sia in sé la soluzione (detesto il leaderismo!) ma perché quel "racconto" di speranza che si sta costruendo in Puglia, quella speranza di costruire la mia vita, a casa mia, ecco, questo mi fa venir voglia di tornare. Perché in Puglia oggi, se vali qualcosa ed hai un talento, qualcuno ti dice: provaci, ti diamo una opportunità!».

Il più grande merito di Vendola, insomma, è l’aver dato spazio e occasioni a quella specie di Italia parallela, che esiste insieme all’Italia che semplicisticamente si potrebbe definire “berlusconiana”, fatta – la prima – da piccole eccellenze, piccoli artisti, piccoli imprenditori o ricercatori fuggiti all’estero, che poi, un giorno,  ti ritrovi per qualche motivo sulla prima pagina di una rivista inglese.

Foto: GhostSwann/flickr; rogimmi/flickr; paride de carlo/flickr; video: YouTube