Next Generation, Please : la mostra che scuote l'Europa
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Federica M.BOZAR ha inaugurato il 17 maggio la prolifica mostra "Next Generation, Please" visitabile dal 18 al 29 maggio. CaféBabel non avrebbe per nulla al mondo perso l'occasione di vedere da vicino come i giovani di oggi mettono in questione, sognano e reinventano l'Europa in 12 eclettiche, elettriche opere, così toccanti e consapevoli circa la problematica delle frontiere e dell'identità.
Una cinquantina di studenti, dai 15 ai 25 anni, hanno passato gli ultimi sei mesi a discutere di Europa. Next generation, Please si presenta come la versione "giovane" del progetto New Narratives che raccoglie intellettuali, architetti e artisti attorno a una riflessione sulle crisi che oggi attraversano il Vecchio Continente.
In collaborazione con le loro scuole e con il patrocinio di Herman Van Rompuy, i giovani hanno incontrato artisti, politici e professori d'arte, con l'aiuto dei quali potessero assemblare dei progetti attraverso cui rappresentare l'Europa. Il risultato è necessariamente amaro, talvolta violento e disilluso di fronte alla difficile problematica dell'immigrazione e dell'identità, e quindi, il Palazzo delle Belle Arti ha accolto quella sera, e per le prossime due settimane, un gioioso marasma, fervente di vita.
Ed ecco a voi un piccolo assaggio.
Hood law - La legge della Strada
Il vernissage comincia all'esterno del palazzo con una performance dei collettivi Studio Urbanization e Mestizo Arts Festival.
All'improvviso, la performance muta di un teatrante uscito da una pila di immondizia, che punta gli astanti mettendo le dita a mò di pistola. Davanti a lui, un'iscrizione su un muro di metallo che recita "Next Generation Please", e tre graffitari in nero che definiscono minuziosamente l'iscrizione.
Appollaiato sul suo pickup giallo, il rapper Spitler si scioglie in rime nervose su un sottofondo sonoro ansiogeno. A CaféBabel, che l'ha incontrato dopo la performance, l'artista ha spiegato il significato del suo testo, composto in fiammingo. Fra l' esperienza di discriminazione razziale e il rifiuto dei professori che lo trattavano da delinquente buono a nulla, egli descrive le dure Leggi della strada e della società. L'installazione continua poco più lontano, in uno dei giardini del palazzo dove un guazzabuglio di oggetti sul pavimento formano un ufficio di curiosità di oggetti di strada.
Plural Individual - Uniti nella diversità
Secondo live della serata, Plural Individual è una performance di danza moderna che impone rispetto.
Aiutati da due coreografi, undici giovani dagli 11 ai 19 anni hanno avuto cinque mesi per mettere in piedi uno spettacolo di mezz'ora e di un'intensità rara, che unisce la performance teatrale al jazz moderno, al lindy hop, alla break dance, alla dansa classica.
Tre ballerini, Noortje (19), Makar (16) et Kasra (17), ci hanno raccontato, ancora senza fiato, come questa coreografia mostri delle composizioni d'immagini collettive, che si scompongono per poi ricomporsi all'infinito. Sarebbe inutile esplicitare il riferimento all'Europa e alle forze, talvolta centrifughe o centripete, che la costruiscono e decostruiscono.
Quanto al processo creativo, i tre intervistati hanno confermato che i coreografi hanno semplicemente affermato: "Fate le vostre cose, i vostri passi, mostratemi il vostro animale preferito", e tutte queste individualità sono servite a costruire un gruppo solido, energico e d'incredibile presenza scenica.
I Kit di Sopravvivenza
Le stanze sul retro di BOZAR ospitano il resto della mostra. In un registro diverso, più leggero, più divertente e a volte onirico, troviamo l'installazione detta dei Kit di Sopravvivenza.
Realizzata dagli studenti dell'Institut de Saint-Gilles, troviamo, aggrappati a una struttura metallica che ricorda lo scafo di una barca, degli oggetti che compongono una trentina di kit di sopravvivenza. C'è quello di Morfeo che contiene un cuscino, tappi per le orecchie e una coperta, quello del Creativo, quello della Memoria e dell'Intimità, e persino quello dell'evasione fiscale che prende la forma di una valigia di metallico, riempita con biglietti, un Rolex e un gran numero di smartphone.
Realizzato da studenti dell'Istituto di Saint-Gilles, trovato aggrappati ad una struttura metallica o impostare a rappresentare lo scafo di una barca, oggetti componenti trenta kit di sopravvivenza. C'è uno di Morfeo contenente un cuscino, tappi per le orecchie e una coperta, quella del creativo, la memoria e intimo e anche quella di eludere fiscale che prende la forma di una valigetta di metallo, pieno biglietti, un Rolex e un gran numero di smartphone. Mangeat l'insegnante spiega che ha dato i suoi studenti due vincoli: si può giustificare la scelta del kit così come gli oggetti e che il componente di lavorare con un artigiano (saldatore, ceramista, falegname ...) per ottenere un unico progetto e fatti a mano.Realizzato da studenti dell'Istituto di Saint-Gilles, trovato aggrappati ad una struttura metallica o impostare a rappresentare lo scafo di una barca, oggetti componenti trenta kit di sopravvivenza. C'è uno di Morfeo contenente un cuscino, tappi per le orecchie e una coperta, quella del creativo, la memoria e intimo e anche quella di eludere fiscale che prende la forma di una valigetta di metallo, pieno biglietti, un Rolex e un gran numero di smartphone. Mangeat l'insegnante spiega che ha dato i suoi studenti due vincoli: si può giustificare la scelta del kit così come gli oggetti e che il componente di lavorare con un artigiano (saldatore, ceramista, falegname ...) per ottenere un unico progetto e fatti a mano.
La professoressa Mangeat ci ha rivelato di aver dato ai suoi alunni due limitazioni: quella di poter giustificare la scelta del kit così come degli oggetti che lo compongono e quella di lavorare con un artigiano (un saldatore, ceramista, ebanista...) per realizzare un progetto unico e fatto a mano.
Certamente, altre sorprendenti opere vi attendono alla mostra Next Generation, Please come i deviati reportage della "FOK" News, uno schema euristico dell'identità sulla parete e altre piccole chicche.
Translated from Next Generation, Please : l’expo qui secoue l’Europe